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La fidanzata di Khashoggi chiede a Justin Bieber di non esibirsi in Arabia Saudita: “Non cantare per gli assassini di Jamal”

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Hatice Cengiz, attivista turca, era la fidanzata di Jamal Khashoggi – il giornalista saudita ucciso nel 2018 – e ha chiesto a Justin Bieber di cancellare l’esibizione prevista il 5 dicembre in Arabia Saudita. Lo ha fatto pubblicando sul Washington Post una lettera indirizzata al cantante. “Caro Justin, poco più di tre anni fa, il mio fidanzato, editorialista e giornalista del Post, Jamal Khashoggi, è entrato nel consolato saudita a Istanbul credendo che avrebbe preso alcuni documenti necessari per il nostro imminente matrimonio. È stato invece assassinato da funzionari che agivano su ordine del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman”.

Comincia così la lettera pubblicata sabato e rivolta direttamente al cantante. “È un’opportunità unica per inviare un messaggio potente al mondo – si legge – Non cantare per gli assassini del mio amato Jamal. Per favore, parla e condanna il suo assassino, Mohammed bin Salman”. Bieber, insieme ad altri artisti come David Guetta, Jason Derulo e Tiesto, dovrebbe esibirsi in occasione del Gran Premio di Formula 1 che si terrà il 5 dicembre in Arabia Saudita. “L’invito a partecipare all’evento arriva direttamente da Mbs, così è conosciuto il principe ereditario: in Arabia Saudita non accade nulla senza il suo consenso e di certo non un evento così importante ed eclatante come questo”, ha scritto Cengiz nella lettera.

Chi era Jamal Khashoggi

Khashoggi, nato a Medina nel 1958, era un giornalista critico nei confronti del governo di Riad ed era un redattore del Washington Post. Lì, infatti, ha potuto denunciare gli arresti e le limitazioni dei diritti civili da parte delle autorità saudite. La morte di Khashoggi è avvenuta il giorno prima delle sue nozze, all’interno del consolato di Istanbul, mentre la fidanzata Hatice Cengiz lo stava aspettando all’esterno, il 2 ottobre 2018.

Il 16 novembre dello stesso anno, la Cia con un grado di certezza medio – alto, ha stabilito che il mandante dell’omicidio è stato Mohammed bin Salman. Così come l’indagine Onu condotta da Agnes Callamard, segretaria generale di Amnesty International, ha concluso ci fossero prove credibili che alti funzionari sauditi, incluso Mohammed bin Salman, fossero responsabili. Il governo saudita ha sempre negato che quanto accaduto fosse stato ordinato dal principe ereditario.

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