Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 18:02
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

La lezione di Budapest: ecco come si sconfigge un sovranista alle elezioni

Immagine di copertina
Gergely Karácsony, neo-sindaco di Budapest, e il premier ungherese Viktor Orban

La vittoria dei riformisti alle comunali della capitale ungherese nasce quasi un anno fa con l'avvio di un percorso basato su trasparenza, metodo e programmazione

Elezioni Ungheria: le lezione di Budapest, ecco come si sconfigge Orban

La sconfitta del partito di Orban alle elezioni amministrative di Budapest segna un punto di svolta nella politica nazionale ungherese e negli equilibri politici europei. In tanti oggi si chiedono quali siano stati gli elementi che hanno portato alla vittoria della coalizione riformista di Karacsony, avversaria del sindaco uscente Istvan Tarlos di cui non si è molto parlato sui media italiani. Il “caso” Budapest potrebbe diventare un modello di democrazia e di esempio per contrastare le alleanze sovraniste-nazionaliste che stanno emergendo in Italia e in molti stati europei, e per questo merita una riflessione.

Innanzitutto, il metodo: i partiti di opposizione si sono impegnati, già dal dicembre 2018, in un percorso di elezioni primarie di coalizione, per poter scegliere il candidato che avrebbe sfidato il sindaco uscente. Il percorso ha visto la partecipazione dei Socialisti Ungheresi, dei moderati-riformisti e civici di Momentum, di Demokratikus Koalíció, dei verdi (divisi in due partiti) ma anche dei Cristiano-conservatori del partito Jobbik.

Le primarie si sono svolte in due turni, sono state organizzate privatamente dai partiti e hanno visto la partecipazione di decine di migliaia di cittadini. Anche le tv nazionali si sono interessate all’esperimento (il primo in tutta l’Ungheria), promuovendo dibattiti all’americana per far conoscere idee e candidati della coalizione. E chi ha scelto di realizzare le prime primarie di Ungheria ci ha evidentemente visto lungo.  La metodologia trasparente e partecipata ha permesso di coinvolgere migliaia di attivisti, molti dei quali non si erano mai avvicinati alla politica prima di oggi, proprio perché ne rifiutavano i meccanismi tradizionali.

Il vincitore delle primarie, oggi sindaco di Budapest, Karacsony, è quanto di meglio potesse sperare l’ala riformista del Paese. Sociologo, docente, esperto in materia di politiche pubbliche, stimato dalla borghesia e dagli imprenditori e apprezzato dai giovani, guiderà la Budapest dei prossimi 5 anni. L’unione fa la forza, direbbe qualcuno, è così è stato per la coalizione anti-Orban. Una lezione utile anche per le battaglie politiche locali e nazionali del nostro Paese: non sono solo le persone a fare la differenza in politica, ma anche, semplicemente, i processi.

Elezioni comunali in Ungheria: Orban perde Budapest e altre città
Ti potrebbe interessare
Esteri / Il New York Times rivela le mail di Epstein: "Trump ha trascorso ore a casa mia con una delle ragazze"
Esteri / Visti negati a obesi e diabetici: le nuove regole
per i migranti dell'amministrazione Trump
Esteri / Miss Israele e l'occhiataccia lanciata a Miss Palestina: esplode la polemica
Ti potrebbe interessare
Esteri / Il New York Times rivela le mail di Epstein: "Trump ha trascorso ore a casa mia con una delle ragazze"
Esteri / Visti negati a obesi e diabetici: le nuove regole
per i migranti dell'amministrazione Trump
Esteri / Miss Israele e l'occhiataccia lanciata a Miss Palestina: esplode la polemica
Esteri / Generazione Mamdani: il fronte dei sindaci progressisti che sfida i nuovi nazionalismi. Da Trump a Orban
Esteri / Lezioni per i giovani dalla rivolta della Generazione Z in Nepal
Esteri / La rivolta mondiale della Generazione Z: quando i giovani riscoprono la politica in piazza
Esteri / Dai patron delle Big Tech ai leader delle grandi potenze: i super-ricchi vogliono vivere per sempre
Esteri / America su, Europa giù: dove si è fermato l’ascensore sociale per i giovani in Occidente
Esteri / La disaffezione per la politica non è invincibile: la lezione per la sinistra che arriva da New York (di R. Parodi)
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale