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Home » Esteri

Covid, immigrazione e sanità pubblica: chi ha vinto tra Trump e Biden nel dibattito finale

Immagine di copertina
Credit: Ansa foto

È durato 96 minuti e passerà alla storia come uno dei pochi dibattiti “civili” avvenuti tra Donald Trump e Joe Biden quello avvenuto sul palco della Belmont University di Nashville, Tennessee. Quello che si è capito è la profonda differenza nella visione tra i due candidati, dal Covid all’economia, dalla politica estera all’ambiente, dall’immigrazione alle tensioni razziali.

S&D

Trump, arrivato sul palco senza mascherina, e il frontrunner dem Joe Biden, che se la toglie e poi la mostra più volte argomentando le sue posizioni, si affrontano dunque con calore: ma senza mai accapigliarsi. Fra loro non c’è nemmeno il plexiglass pure annunciato. Tolto per decisione comune, essendo entrambi negativi al virus.

La discussione si è concentrata subito sul Covid. “Oltre 220mila americani sono morti. Chiunque sia responsabile di così tanti decessi non può essere presidente degli Stati Uniti” attacca l’ex vicepresidente. Mostrando che la strategia annunciata dai repubblicani, di lasciarlo parlare sperando in una delle sue celebri gaffe o balbuzie, non funziona.

“Hai mentito al Paese – attacca Biden – il virus non se ne sta affatto andando. Non hai un piano. Non ti prendi responsabilità”. Trump reagisce con una risposta trita: “Non è colpa mia ma della Cina. E non possiamo chiudere la nazione, col virus dobbiamo imparare a convivere”.

Trump è andato all’attacco accusando Biden di aver preso soldi dalla Cina e dalla Russia, attraverso gli affari del figlio Hunter. Joe però ha risposto così: “Io non ho mai preso un penny da alcuna entità straniera. Tu invece hai un conto bancario in Cina, non paghi le tasse, e nascondi la tua dichiarazione dei redditi. Perché non la pubblichi? Cos’hai da nascondere?”.

Come ha titolato il New York Times, è stato anche chiaro che i due uomini hanno ​”una visione profondamente diversa dell’America”. Trump ha tentato di ripresentarsi come l’outsider, come nel 2016, e ha più volte accusato Biden di non essere altro che “un politico”, e di “parlare e fare promesse, dopo che è stato al Senato e poi vicepresidente e allora non ha fatto nulla”.

Trump ha poi insistito sulla necessità di abolire l’Obamacare, e sostituirla ​”con una nuova bellissima assicurazione”, una promessa che ripete da quando è stato eletto, senza mai però presentare una legge sostitutiva. Il presidente ha quindi accusato Biden di volere una ​”sanità pubblica, che obbligherebbe i 180 milioni che hanno l’assicurazione privata, e ne sono contenti, a doverci rinunciare”. Biden ha ironizzato, contro Trump, suggerendo che lo aveva scambiato per il socialista Bernie Sanders: ​”Non sai contro chi stai correndo, io sono Joe Biden, io voglio solo far sì che tutti siano assicurati, l’assicurazione medica è un diritto, non un privilegio di chi può permettersela”.

Ma forse il momento più caldo della serata è stato quello sull’immigrazione. Proprio ieri è stato ammesso dal governo federale che 545 bambini che erano stati separati dai genitori migranti alla frontiera sono ora di fatto orfani, perché non si riesce più a rintracciarne la famiglia. Biden, che ha promesso una legge per la regolarizzazione dell’immigrazione clandestina, ha definito la condizione di quei bambini​ “un atto criminale”. Trump qui si è difeso malamente, tentando di sostenere che comunque quei bambini sono ​”ben curati, tenuti in ambienti molto puliti”.

Secondo un sondaggio a caldo della Cnn, il 53% degli spettatori pensa che il dibattito lo abbia vinto Biden, e il 39% Trump. Di sicuro il presidente è uscito da Nashville meglio che da Cleveland, ma con circa 50 milioni di americani che hanno già votato, non è facile immaginare come questo confronto possa cambiare la dinamica delle elezioni.

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