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Home » Esteri

Il concerto nel teatro siriano di Palmyra sottratto alI’Isis

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Il direttore dell'orchestra russa ha scelto Bach e Prokofiev in ricordo delle vittime della guerra civile, ma non sono mancate critiche contro la propaganda di Mosca

L’antico anfiteatro romano di Palmyra, in Siria, sotto il controllo dell’Isis per quasi un anno e poi riconquistato a marzo dalle forze dell’esercito siriano, è tornato a rivivere per una sera. 

Giovedì 5 maggio 2016 la più antica orchestra sinfonica russa, la Mariinskij Orchestra, che ha sede nell’omonimo teatro di San Pietroburgo, si è esibita davanti a una folla di soldati russi, ministri del governo e giornalisti. Il concerto è stato trasmesso in diretta sulla TV di stato russa. 

A condurre gli orchestrali sulle note e sui brani classici di Johann Sebastian Bach, Sergei Prokofiev e Rodion Shchedrin, è stato il celebre direttore d’orchestra, Valery Gergiev, amico e sostenitore del presidente russo Vladimir Putin. 

Lo stesso presidente si è poi mostrato in pubblico con un video collegamento dalla sua residenza di Sochi, sul Mar Nero. 

Il concerto dal titolo “Una preghiera per Palmyra. La musica fa rivivere le antiche mura”, è stato interpretato dal maestro Gergiev come una protesta contro la barbarie e la violenza esibita per più di dieci mesi dai miliziani dell’Isis, che avevano usato l’anfiteatro romano della città per compiere delle esecuzioni. 

Inoltre, nell’agosto del 2015, il sito archeologico considerato patrimonio dell’Unesco, venne in parte distrutto dai miliziani del sedicente Stato Islamico. 


Non tutti hanno apprezzato il concerto andato in scena giovedì sulle rovine del teatro siriano. Il ministro degli Esteri britannico, Philip Hammond, lo ha definito “un tentativo di cattivo gusto per distogliere l’attenzione dalla continua sofferenza di milioni di siriani”. Mentre, la BBC ha scritto a tal proposito, che l’evento è stato molto più di una semplice serata musicale.

Attraverso questa esibizione tra le rovine di Palmyra, la Russia ha voluto che tutto il mondo vedesse quale contributo positivo stesse apportando in Siria, e nel caso specifico di Palmyra, come Mosca si preoccupasse di salvare un sito considerato patrimonio dell’Unesco. 

Lo stesso Gergiev non è nuovo a questo tipo di coinvolgimenti.

Nel 2004, il maestro si esibì con la sua orchestra in occasione di una serata di beneficenza finalizzata a raccogliere fondi per le vittime della strage della scuola di Beslan, nell’Ossezia del nord, dove morirono più di 300 persone fra cui 186 bambini. Nel 2008, Gergiev con la sua Mariinskij Orchestra, diresse un concerto sulle rovine di Tskhinvali, nella regione georgiana separatista dell’Ossezia del sud, pesantemente danneggiata dal breve conflitto russo-georgiano di quell’anno. Infine, nel 2012 Gergiev condusse un concerto di beneficenza a Tokyo, per commemorare le vittime del disastro nucleare di Fukushima.

— LEGGI ANCHE: Un gruppo di architetti italiani ricostruirà l’arco del tempio di Palmyra distrutto dall’Isis

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