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Home » Esteri

Colloqui Russia-Ucraina a Istanbul, Trump: “Potrei esserci anch’io”. Zelensky: “Venga anche Putin”

Immagine di copertina
Credit: AGF

"Penso che l'incontro possa dare un buon risultato", dice il presidente Usa. Erdogan dopo le telefonate con i leader di Mosca e Kiev: "Speriamo che questa opportunità non venga sprecata"

La Russia continua a “prepararsi” ai colloqui di pace con l’Ucraina che dovrebbero tenersi dopodomani, giovedì 15 maggio, a Istanbul, in Turchia, ma ma annuncerà chi sarà presente in rappresentanza di Mosca solo quando il presidente Vladimir Putin lo avrà deciso. Lo ha detto nel mattino di oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

Da Kiev, Andrei Yermak, braccio destro del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, commenta caustico: “Credo che se Vladimir Putin si rifiutasse di visitare la Turchia, ciò darebbe il segnale definitivo che la Russia non vuole porre fine a questa guerra, che non è disposta a negoziare”.

Anche il presidente degli Stati Uniti Donald Trump potrebbe partecipare al negoziato. “Non so dove sarò giovedì, ho così tanti incontri, ma stavo pensando di andarci. C’è una possibilità, immagino, se penso che le cose possano accadere”, ha dichiarato ieri Trump, che a partire da oggi visiterà Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Qatar per il suo primo viaggio all’estero dall’inizio del suo secondo mandato (eccezion fatta per la visita-lampo in occasione dei funerali di Papa Francesco). Parlando con i giornalisti alla Casa Bianca, il presidente ha confermato che potrebbe fare una deviazione in Turchia qualora ritenesse “che possa essere utile”. “Penso che l’incontro di giovedì in Turchia tra Russia e Ucraina possa dare un buon risultato”, ha aggiunto Trump.

L’eventuale presenza al tavolo negoziale del presidente degli Stati Uniti è vista di buon occhio da Zelensky, che subito ha fatto sapere che Kiev “avrebbe apprezzato” la partecipazione di Trump . “È importante che il presidente Trump appoggi pienamente l’incontro e vorremmo che trovasse l’opportunità di essere in Turchia”, ha affermato Zelensky in un discorso nella serata di ieri.

La prospettiva dei colloqui di Istanbul è affiorata domenica: è stato Putin a proporre di tenere negoziati diretti tra Mosca e Kiev. L’offerta del presidente russo è arrivata dopo che il Cremlino ha respinto l’ultimatum intimato dalle cancellerie europee e sostenuto da Washington: accettare un cessate il fuoco incondizionato di trenta giorni o affrontare nuove sanzioni.

L’ultimatum prevedeva che nessun tavolo negoziale sarebbe stato possibile senza una tregua militare. Ma quando Putin ha proposto colloqui diretti con l’Ucraina, Trump ha subito esortato Zelensky ad accettare “immediatamente” l’invito. A quel punto il leader ucraino ha rilanciato, dicendosi pronto a essere presente personalmente a Istanbul e invitando Putin a fare lo stesso, in quello che sarebbe il primo faccia a faccia diretto fra i due presidenti dal 2019.

Mosca non ha ancora confermato se Putin o altri funzionari russi parteciperanno ai colloqui. Ieri il Cremlino si è limitato a ribadire che Putin è seriamente intenzionato a trovare la pace attraverso i colloqui. Zelensky, da parte sua, alza il pressing: “L’Ucraina sostiene sempre la diplomazia. Sono pronto a essere presente in Turchia. Purtroppo, il mondo non ha ancora ricevuto una risposta chiara dalla Russia in merito alle numerose proposte di cessate il fuoco”, ha detto il leader ucraino ieri sera.

Zelensky ha fatto sapere di aver parlato con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il quale “si è dichiarato pienamente disponibile a ospitare l’incontro”. Il Cremlino ha affermato che Putin ha parlato con Erdogan domenica: il presidente turco avrebbe “pienamente sostenuto” la proposta di Mosca per i colloqui di pace e avrebbe offerto Istanbul come sede. “Con i recenti contatti si è aperta una nuova finestra di opportunità. Speriamo che questa opportunità non venga sprecata”, ha dichiarato Erdogan ieri, dopo la sua telefonata con Zelensky.

LEGGI ANCHE: Papa Leone XIV incontra i giornalisti: “La pace comincia da voi. No a parole aggressive, disarmiamo la comunicazione”

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