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Home » Esteri

La chiusura della frontiera tra Camerun e Nigeria fa crollare il commercio del bestiame

Immagine di copertina

La chiusura del confine è dovuta agli attacchi del gruppi jihadista Boko Haram, che agisce da entrambi i lati della frontiera

In seguito a una serie di attacchi compiuti da militanti del gruppo islamista Boko Haram che hanno colpito gli allevamenti del Camerun, Yaoundé ha deciso di chiudere la parte settentrionale del proprio confine con la Nigeria, con l’obiettivo di proteggere il bestiame che rappresenta una parte importante dell’economia locale.

In questa zona del paese è presente il mercato di Bogo, uno dei principali mercati di bestiame della regione che attira centinaia di allevatori camerunesi e numerosi acquirenti provenenti dalla Nigeria. Tuttavia, la chiusura del confine ha portato questi ultimi a non potersi recare in questo mercato dallo scorso settembre.

Questo fatto ha danneggiato gli affari degli allevatori locali, che in genere in prossimità del Natale aumentavano il proprio giro d’affari. Il crollo dei consumi ha portato anche a quello dei prezzi: una mucca in precedenza costava tra i 500 e i 1000 dollari, in base a peso e dimensioni, e adesso però il suo valore è sceso ad appena 250 dollari.

Il vicesindaco di Bogo, Hamidou Bomba, ha dichiarato come l’area abbia sofferto molto la situazione legata alla presenza di Boko Haram, che più volte ha sconfinato nell’area proveniente dalla Nigeria, e per questo l’unica possibile soluzione per gli allevatori è quella di spostare i loro commerci dal confine ad altre città camerunesi, come Douala o la capitale Yaoundé.

Attualmente, infatti, la maggior parte degli acquirenti di bestiame del Camerun non sono disponibili a recarsi a Bogo. In quest’area, tuttavia, l’80 per cento della popolazione lavora negli allevamenti, che rappresenta dunque il principale settore economico. Oltre a questo, 100mila persone hanno lasciato la zona da quanto è iniziata l’attività di Boko Haram nell’area.

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