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“Ti auguro lo stupro non è un’opinione, ma reato”: Michela Murgia aderisce alla campagna Odiare ti costa

Immagine di copertina
Michela Murgia

Lanciata il 22 luglio dal collettivo Tlon e dall'avvocato Cathy La Torre, l'iniziativa Odiare ti costa sta riscuotendo un importante successo anche fra i volti conosciuti del panorama culturale italiano

In tempi in cui l’odio online diventa un fenomeno sempre più diffuso, un gruppo di intellettuali e avvocati ha lanciato la campagna Odiare ti costa, nell’intento di contrastare la proliferazione di insulti sul web. Nel giro di pochi giorni l’iniziativa ha accumulato un grande numero di adesioni, fra cui quella della pluripremiata scrittrice Michela Murgia.
“L’odio online è dilagante, molte persone sono convinte di poter esprimere dissenso con auguri di morte e di stupro”, un linguaggio che “fa male e inquina gli spazi dove tutti abbiamo diritto di stare”, ha affermato la 47enne di Cabras.
“Ti auguro la morte e lo stupro non sono opinioni, ma reati. Da oggi è possibile segnalarli alla mail odiareticosta@gmail.com”, continua Michela Murgia, sottolineando che si tratta dello stesso nome della campagna lanciata dalla filosofa Maura Gancitano del colletivo Tlon e da Cathy La Torre, avvocato dello studio Wilde Side”.
Lanciata lunedì 22 luglio in seguito alle ennesime provocazioni nei confronti di Carola Rackete, ex capitana della Sea Watch 3, l’iniziativa ha riscosso moltissime adesioni fra cui quelle di Michela Murgia, ma anche di Fiorella Mannoia.
Scrittrice prolifica e impegnata nel sociale, Michela Murgia si è più volte espressa a favore dei diritti delle donne e contro le discriminazioni di genere (e di sorta). La sfida ora consisterà nel vedere quanto questa campagna, al di là delle adesioni e dell’indiscutibile successo iniziale, sarà in grado condizionare una società civile che sembra sempre più propensa al turpiloquio.
Gli ideatori del progetto si dicono positivi: “Stiamo ricevendo migliaia di segnalazioni- ha affermato l’avvocato bolognese e attivista lgbtq Cathy La Torre- L’80 per cento arriva da donne che hanno subito offese legate al loro aspetto fisico o insulti sessisti e auguri di morte e di stupro. E tra loro diversi personaggi famosi, attrici e influencer. Analizziamo le segnalazioni con un software che certifica che quel commento viene da quel profilo, quell’ora e non è stato contraffatto. Poi offriamo consulenza gratuita per cause civili di diffamazione”.
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