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Home » Cronaca

Terapie intensive in affanno: ecco quali sono le regioni più a rischio

Immagine di copertina
Terapia intensiva Credits: ANSA

Le terapie intensive sono in affanno. A preoccupare sono i numeri dell’ultimo bollettino del Ministero della Salute: 2.146 ricoverati in terapia intensiva, 28 in più rispetto a ieri. I ricoverati con sintomi sono, invece, 18.295 (+140). Gli attualmente positivi in Italia tornano a salire raggiungendo quota 387.948 (+45 rispetto a ieri). Il totale dei dimessi o guariti è 2.347.866 (+12.898), mentre quello delle vittime è di 96.348.

Ospedali in difficoltà

I dati degli ultimi giorni dimostrano che – come annunciato anche nelle scorse settimane dall’Istituto Superiore di Sanità – il trend dei contagi è in aumento soprattutto a causa della diffusione delle varianti di Coronavirus.

Particolarmente allarmante la situazione negli ospedali: se a livello nazionale la quota di occupazione di posti letto è al 24 per cento, sotto la soglia definita critica dal ministero della Salute (30 per cento) oltre la quale viene messa a rischio l’assistenza per le altre patologie, già in otto regioni questa quota è superata, talvolta di molto. È quanto rileva l’Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) nel suo monitoraggio giornaliero.

Le Regioni a rischio

La situazione peggiore è in Umbria, alle prese con focolai di variante inglese, dove il 57 per cento delle terapie intensive è occupato da malati Covid, una quota quasi doppia rispetto a quella limite. Altra Regione dove la variante B.1.1.7 circola più della media è l’Abruzzo, dove non a caso l’occupazione è elevata e pari al 39 per cento: in questa regione i posti letto occupati sono 78 e non ce ne sono di attivabili. Seguono (33 per cento), Friuli Venezia Giulia (32 per cento) e Lombardia (31 per cento). Il dato migliore, invece, è in Val d’Aosta e in Basilicata, con appena il 5 per cento dei posti di rianimazione occupati.

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