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“Sulle terapie intensive alcune regioni hanno dormito, stiamo tornando ai livelli di aprile”

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Il nuovo reparto di terapia intensiva inaugurato al secondo Policlinico di Napoli dal governatore della Campania Vincenzo De Luca e dal ministro dell'Università Gaetano Manfredi, 20 luglio 2020 ANSA / CIRO FUSCO

L'accusa di Carlo Palermo, Segretario Nazionale di Anaao (Sindacato dei Medici e dei Dirigenti Sanitari): "Molte regioni sono ormai ben oltre la soglia del 30% dei posti di terapia intensiva occupati da pazienti Covid-19. In poche si sono mosse per tempo, come ad esempio il Veneto"

“Sulle terapie intensive alcune regioni hanno dormito durante il periodo estivo. Stiamo raggiungendo il livello che avevamo ad aprile, i posti letto covid ormai superano il 40% del totale nazionale, si rischia la saturazione del sistema”. È durissimo il commento di Carlo Palermo, Segretario Nazionale di Anaao (Sindacato dei Medici e dei Dirigenti Sanitari), sull’escalation di contagi da Covid-19. Segretario Nazionale di Anaao (Sindacato dei Medici e dei Dirigenti Sanitari) ha aggiunto: “Senza chiusure e restrizioni avremo un collasso delle strutture sanitarie e questo porterà delle conseguenze anche dal punto di vista economico”.

“Rispetto ad un decreto rilancio che prevedeva 3.500 posti letto di terapia intensiva in più da approntare, ne sono stati attivati circa la metà. Mancano soprattutto in quelle regioni del centro-sud che attualmente sono molto colpite dalla diffusione del Coronavirus. E’ un dato obiettivo”, ha detto nel corso del suo intervento nella trasmissione L’Italia s’è desta, su Radio Cusano Campus. “Molte regioni sono ormai ben oltre la soglia del 30% dei posti di terapia intensiva occupati da pazienti Covid. Noi abbiamo bisogno invece di avere un sistema sanitario capace di rispondere a tutto. Il dato è oggettivo, qualcuno ha dormito durante il periodo estivo. Noi abbiamo un governo che ha finanziato un determinato programma su terapie intensive e sub-intensive, ci sono alcune regioni che hanno fatto il loro dovere, come il Veneto ad esempio, altre invece solo ad inizio ottobre hanno fatto partire le gare. Nella catena che arriva fino alle regioni qualcosa si è inceppato, questo è un dato evidente. Per avere quei posti di terapia intensiva in più in quelle regioni bisognerà attendere dei mesi. Per l’attivazione di quei posti inoltre manca il personale medico”.

Palermo ha anche sottolineato i rischi ai quali gli operatori sanitari sono esposti: “La popolazione ospedaliera italiana, in particolare i maschi, ha l’età più alta al mondo. Il 40% rientra nella fascia a rischio anche del Covid, inoltre hanno un rischio di contagio che è doppio. Siamo di fronte ad una popolazione che ha già sopportato un tremendo stress psicofisico nei mesi di marzo-aprile e maggio e anche a quadri post-traumatici a livello psicologico. Il governo ha messo in campo una dote economica nei vari decreti per l’assunzione dei medici, dopodichè queste risorse passano alle regioni e arrivano alle aziende, che devono aprire i concorsi e assumere. Ovviamente con i concorsi si perdono mesi e mesi di burocrazia, noi proponiamo di andare verso avvisi pubblici di due settimane, aperti anche agli specializzandi”.

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