Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 07:06
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Cronaca

Il vile ragazzo che ha volutamente ignorato gli sms d’aiuto dell’amica stuprata a Catania

Immagine di copertina
I tre ragazzi arrestati per lo stupro

Lei, mentre veniva stuprata, gli ha chiesto aiuto via sms: lui se n'è fregato. Quel ragazzo è un vile e complice. Il commento di Giulio Cavalli

“Ce la siamo caricata”, faceva il bullo così, al pub, dopo lo stupro. Lui era uno dei tre ragazzi che hanno violentato una ragazza americana di 19 anni, in tre, a turno, dopo averla convinta a salire in auto proprio in quello stesso pub dove sono ritornati tronfi per la loro impresa a raccontare che se l’erano fatta, loro tre, Roberto Mirabella (20 anni), Salvatore Castrogiovanni e Agatino Spampinato di 19 anni, tutti fieri di avere documentato in diretta lo stupro filmando con i loro cellulari.

E ora, sottoposti a fermo, i tre già frignano che “lei era brilla ma ci stava”, da leoni subito diventati agnelli, e chissà che orano addirittura non incassino perfino la solidarietà di qualcuno.

Ma c’è un altro punto rivoltante nel verbale che la ragazza ha controfirmato davanti ai carabinieri, un verbale crudo come sono tutti quelli che riguardano uno stupro di gruppo, ma che racconta anche della vigliaccheria di chi avrebbe potuto evitare tutto questo e invece non l’ha fatto. Quando la ragazza è stata spinta in macchina ha subito inviato un messaggio vocale a un amico dicendogli chiaramente che c’erano dei ragazzi e lei non voleva.

Lui. L’oscuro amico di cui per ora si conosce solo il nome, Salvo, ha risposto di “non avere l’auto e non poteva aiutarmi, una cosa assurda”, racconta la ragazza ai carabinieri. Ma non è finita qui: “Scrivete pure di Salvo”, dice la ragazza “Sono riuscita a mandargli cinque messaggi vocali mentre mi violentavano, l’ho chiamato due volte. Ma continuava a dire che non capiva. E quando quella notte da incubo è finita gli ho scritto un ultimo sms: ti odio davvero”.

Il fatto lo racconta oggi Salvo Palazzolo su Repubblica in cui si legge anche di ben undici tentativi di chiamare il 112, bloccati ogni volta dai violentatori che le strappavano il telefono.

Ecco, caro Salvo, in fondo ti odiamo un po’ anche noi, sia detto con garbo, perché rappresenti la figura ideale dei tanti fiancheggiatori e dei favoreggiatori di stupri che avvengono iniziando già dentro un locale pubblico, che vengono presi sottogamba da chi viene avvisato e soprattutto ben rappresenti l’inerzia di chi crede che il branco non vada affrontato se non a cose finite, quando se ne farà carico l’amministrazione giudiziaria (con tutte le falle che il nostro Paese ha già evidenziato in questo Paese).

In fondo ti odiamo perché quel tuo fingere di non capire, quel tuo trincerarti su un’auto che non serviva, sono nulla rispetto alla chiamata che avresti tranquillamente potuto fare per avvisare le forze dell’ordine (a un certo punto la ragazza riesce a inviare anche il luogo in cui si trovava, un ritrovo di doppiette molto conosciuto in zona) ed evitare che, come al solito, di cose così se ne scriva sempre dopo quando sono riuscite ad accadere grazie all’indifferenza dei molti tutti intorno e di chi, come te, è stato avvisato per tempo.

La storia di Catania ci racconta anche cos’è la codardia di un maschio che non vuole disturbare gli altri maschi perché lo stupro di un’amica (o presunta amica, visto il trattamento riservatole) è una cosa che si devono sbrigare tra loro.

Ora non si sa (ce lo auguriamo) se la magistratura vorrà appurare anche l’inerzia di Salvo e quel suo dormire beato durante lo stupro ma una cosa è certa: non serve nessun codice rosso per le donne se intorno i cittadini, tutti, non svolgono il proprio dovere, il minimo sindacale, di segnalare. Perché ancora una volta non passi inosservato tutto quello che ci sta intorno.

>>> “Aiutami, ci sono dei ragazzi”. “Non posso, non ho l’auto” Gli agghiaccianti sms all’amico della 19enne stuprata dal gruppo a Catania

Ti potrebbe interessare
Cronaca / Catania, al funerale i parenti aprono la bara ma dentro c’è uno sconosciuto: lo scambio di persona in ospedale
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Cronaca / Cybersicurezza, Utilitalia: investimenti delle utility pari a 670 milioni. Del Fabbro: “Siamo davanti a una minaccia importante. Dobbiamo garantire che l’ecosistema italiano sia resiliente”
Ti potrebbe interessare
Cronaca / Catania, al funerale i parenti aprono la bara ma dentro c’è uno sconosciuto: lo scambio di persona in ospedale
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Cronaca / Cybersicurezza, Utilitalia: investimenti delle utility pari a 670 milioni. Del Fabbro: “Siamo davanti a una minaccia importante. Dobbiamo garantire che l’ecosistema italiano sia resiliente”
Cronaca / Garlasco, la perizia conferma: "C'è il Dna di Andrea Sempio sulle unghie di Chiara Poggi"
Cronaca / L’uomo che si fingeva la madre: “Non riuscivo a separarmi da lei”
Cronaca / FS, l’AD Donnarumma: “Nei prossimi cinque anni la rete Alta Velocità crescerà del 50%”
Cronaca / Delitto di Garlasco, gli inquirenti sono convinti di aver trovato il movente
Cronaca / Alberto Genovese incassa 90 milioni di euro dalla vendita di Prima Assicurazioni mentre è in carcere
Cronaca / Andrea Sempio davanti alla casa di Chiara Poggi nel giorno del delitto di Garlasco
Cronaca / Il messaggio di Ilary Blasi a Francesco Totti: “Ma sei impazzito a lasciare da sola in casa una bambina di 6 anni?”