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Home » Cronaca

Stellantis si fa pubblicità gratis con due interviste-spot sui giornali degli Agnelli

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Il mattino del giorno della Befana ci siamo svegliati leggendo due interviste praticamente identiche su La Repubblica e La Stampa: i due quotidiani della galassia Gedi hanno entrambi interrogato l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares. Impossibile non notare subito come il maggior azionista di Stellantis sia lo stesso di Gedi, ossia la holding Exor, di proprietà della famiglia Agnelli (tanto che il presidente della casa automobilistica, John Elkann, è lo stesso del gruppo editoriale).

La doppia intervista – concessa in contemporanea anche ad alcune testate straniere – è stata per Tavares l’occasione per annunciare una partnership fra Stellantis e Amazon sulle applicazioni software dei veicoli. Nel colloquio con i giornali “amici” il car manager si è lasciato andare a slanci di ottimismo («Sono entusiasta di quel che Stellantis ha davanti a sé») e proclami coraggiosi («Non ci vogliamo porre dei limiti») o persino spavaldi («Stiamo reinventando il futuro della mobilità»). E non ha dimenticato di rivolgere un appello alla politica («Per i prossimi 5 anni sarebbe bene che i governi sostenessero le vendite con degli aiuti»). Peccato che in entrambe le interviste non sia stato trovato spazio, invece, per ragionare sul futuro dei circa 70mila dipendenti italiani di Stellantis, che hanno trascorso il 2021 attendendo invano risposte su quale sia il loro ruolo nel nuovo gruppo nato dalla fusione tra Fca e Psa.

Vale la pena ricordare, ad esempio, che a Torino – dove è appena stato chiuso lo storico stabilimento di Grugliasco – la cassa integrazione va avanti no-stop dal 2013, che a Melfi l’anno si è chiuso (causa crisi dei chip) con un calo della produzione di un terzo o, ancora, che a Pomigliano è già tardi per sapere cosa accadrà dopo il pensionamento della Panda. Per non dire del sito di Atessa, che teme la delocalizzazione in Polonia, o di quello di Cento, dove si produce il motore endotermico, già dichiarato morto dall’Ue. No, di tutte queste incognite La Repubblica e La Stampa non hanno chiesto conto a Tavares. Meglio fare pubblicità all’azienda di famiglia.
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