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Sperimentazioni sui macachi, la lettera agli animalisti di un gruppo di studenti delle Università di Parma e Torino

Immagine di copertina
Credit: Pixabay

Carissime lettrici e carissimi lettori,
Siamo alcuni studenti degli Atenei di Parma e Torino e desideriamo esprimere un parere in merito al clamore mediatico suscitato dall’autorizzazione da parte del Consiglio di Stato del progetto LightUp, a cui collaborano docenti e ricercatori dei suddetti Atenei.

S&D

Il progetto di ricerca, che prevede la sperimentazione su alcuni macachi ospitati negli stabulari di Parma, è stato pesantemente criticato e, con esso, anche i responsabili del progetto stesso. Le critiche mosse nei confronti di coloro che sono al centro della vicenda sono state, a nostro avviso, esposte con termini eccessivamente aggressivi e, spesso, sono anche sfociate in insulti e minacce rivolte ai ricercatori stessi e alle loro famiglie.

Esprimere le proprie opinioni, nel rispetto di quelle altrui, è un fondamento insindacabile della vita collettiva, ma la divergenza di opinioni non può e non deve essere in nessun caso giustificazione di atti violenti, verbali e non.

È necessario, inoltre, sottolineare l’importanza della conoscenza reale dei fatti: troppo spesso, sono stati utilizzati termini quali “tortura”, “vivisezione” e “maltrattamento”, appellativi che non rispecchiano ciò che avviene nella realtà.

Infatti tale progetto è stato accuratamente valutato e approvato da vari enti e, nel complesso, sono stati interpellati sei diversi Organismi Europei e Nazionali e circa quaranta Esperti indipendenti di comprovato prestigio internazionale nelle discipline di Neuroscienze e Neuropsicologia.

Questi enti stabiliscono delle regole ben precise che mirano a garantire il benessere dell’animale, sia dal punto di vista emotivo e motivazionale che dal punto di vista fisico, al fine di diminuire il più possibile il dolore e lo stress percepito; il tutto, tenendo conto dei bisogni etologici dell’animale che dipendono, ovviamente, dalla specie (Art 1, D.Lgs 26/2014).

Tutte queste regole, espresse sotto forma di decreti legislativi, sono volte a garantire il rispetto dell’animale poiché purtroppo, ad oggi, non è ancora possibile trovare, in alcuni casi, un’alternativa valida alla sperimentazione animale, e il progetto LightUp ne è un esempio.

Nonostante ciò, molti affermano il contrario senza, però, suggerire reali alternative altrettanto affidabili ed equiparabili ai risultati finora ottenuti grazie al modello animale.

Essere contrari alla sperimentazione animale è una posizione legittima se espressa con rispetto e coerenza ma, assumerla, implicherebbe rinunciare alla possibilità di trovare cure grazie ad una ricerca medica e scientifica che attualmente si propone ogni giorno di salvare milioni di vite, umane e non.

Assumere questa posizione non solo significherebbe negare qualsiasi tipo di impiego di animali nella vita dell’uomo, pratica che, tutt’oggi, è parte integrante dei settori più disparati – da quello domestico, a quello agricolo ed alimentare – ma metterebbe fine alla possibilità di poter assumere persino una semplice aspirina contro l’emicrania, senza contare il danno che si arrecherebbe a tutte quelle ricerche che hanno come obiettivo quello di trovare cure per malattie più gravi e, attualmente, incurabili.

La possibilità di sostituire in toto la sperimentazione animale è, ad ogni modo, un obiettivo a cui il mondo della ricerca Italiano ed Europeo auspica e che si spera possa essere raggiunto ben presto. Tuttavia, ci teniamo a ribadire il fatto che la scienza che decidiamo di difendere oggi è la scienza mossa da nobili intenti, quella il cui scopo ultimo è la salvaguardia della vita di ogni essere vivente: accanirsi  bruscamente contro chi, nella vita, insegue questo lodevole obiettivo, non porterà sicuramente al raggiungimento del traguardo desiderato .

Il mondo della scienza è unito su questo fronte, come testimonia il fatto che la nostra lettera è appoggiata anche dal gruppo di PhD Bioscienze Italia, che riunisce dottorandi e dottorande in Bioscienze afferenti a diverse università italiane; ci auspichiamo che a queste voci possano unirsi anche quelle dei media e del pubblico più in generale, affinché questo traguardo possa essere effettivamente raggiunto, insieme, e quanto prima.

Un gruppo di studenti dei corsi di Psicobiologia e Neuroscienze Cognitive (UniPr) e di Scienze del Corpo e della Mente (UniTo)

Leggi anche: Sperimentazioni su macachi, l’animalista in sciopero della fame a Parma: “Lotto contro il business della vivisezione”

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