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Home » Cronaca

Roma, scritte contro la preside del liceo Montale: “Hai ancora il titolo ma non la credibilità”

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Il titolo lo hai ancora, la credibilità no“, questa la scritta apparsa oggi sui muri esterni del liceo Montale di Roma dopo che ieri la dirigente Sabrina Quaranta è stata assolta dall’Ufficio scolastico regionale in merito alla presunta relazione con uno studente dell’istituto. La scritta è stata realizzata con una bomboletta spray e mostra il dissenso di una parte degli studenti verso la decisione dell’Usr, che dopo le indagini portate avanti per verificare eventuali violazioni del codice disciplinare da parte di Quaranta, ha concluso che la preside non aveva commesso illeciti e che dunque non incorrerà in nessuna sanzione.

Durante l’inchiesta le autorità scolastiche avevano condotto un interrogatorio di 10 ore con la dirigente scolastica, ma non erano entrati in possesso di prove ufficiali della presunte relazione, quelle che lo studente maggiorenne, dal canto suo, aveva invece mostrato a compagni di classe e probabilmente ad altri docenti, a sostegno delle voci di una liaison fatte circolare a partire dall’inizio di marzo. Le stesse che erano arrivate alla stampa e avevano fatto partire la gogna su Quaranta. Si tratta di conversazioni avute su Whatsapp con la preside e della registrazione di un incontro apparentemente compromettente: materiale che, al dunque, il diretto interessato si è rifiutato di consegnare alle autorità.

Secondo alcuni studenti del Montale, “l’Usr si è fatto ingannare”, recita un’altra scritta apparsa oggi sui muri. “Siamo tutti affranti per com’è andata a finire, ci aspettavamo ben altre conseguenze“, ha detto all’uscita della scuola un alunno del liceo al Corriere della Sera. Una larga parte del corpo studentesco sperava nel licenziamento della preside, altri invece sostengono che lo studente avrebbe dovuto assumersi le sue responsabilità, e dunque fornire le prove ufficialmente dopo aver fatto circolare rumors sulla relazione. Il Collettivo Montale ha invece deciso di non esprimersi “a nome di tutta la scuola”. Anche il ragazzo ha deciso di non commentare.

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