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Vaccini, via libera al richiamo con Astrazeneca per gli under 60 che rifiutano il mix: il parere del Cts

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Il governo corregge il tiro rispetto alla seconda dose col vaccino Astrazeneca per gli under 60: come anticipato nella conferenza stampa di ieri del presidente del Consiglio Mario Draghi, chi ha meno di 60 anni ed ha ricevuto la prima dose di vaccino Vaxzevria potrà ricevere anche il richiamo con lo stesso farmaco, purché “abbia un parere del medico e un consenso ben informato”. La decisione trova conferma nella nuova circolare del ministero della Salute, che accoglie il nuovo parere arrivato ieri dal Cts.

S&D

Nel documento si legge che: “Qualora un soggetto di età compresa tra i 18 e 59 anni, dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino Vaxzevria, pur a fronte di documentata e accurata informazione fornita dal medico vaccinatore o dagli operatori del Centro vaccinale, sui rischi di Vitt (trombocitopenia trombotica immunitaria indotta da vaccino, ndr), rifiuti senza possibilità di convincimento, il crossing a vaccino a mRNA, il Cts ritiene che, nell’ambito delle indicazioni che provengono dalle autorità sanitarie del Paese e dopo acquisizione di adeguato consenso informato, debba essere garantita l’autonomia nelle scelte che riguardano la salute dell’individuo”.

“Come ulteriore considerazione, si sottolinea che, in questa circostanza, vi è da considerare”, sostiene ancora il Cts, “anche il beneficio derivante dall’annullamento del rischio connesso alla parziale protezione conferita dalla somministrazione di una singola dose di Vaxzevria”.

Il Cts ha spiegato inoltre che “i fenomeni tromboembolici sono meno frequentemente osservati dopo somministrazione della seconda dose (secondo stime provenienti dal Regno Unito sono pari a 1,3 casi per milione, valore che corrisponde a meno di 1/10 dei già rari fenomeni osservati dopo la prima dose)” e che “secondo quanto riferito dal direttore generale di Aifa, a oggi, in Italia, non sono stati registrati casi di Vitt dopo la seconda somministrazione di Vaxzevria”.

“Sulla base delle evidenze disponibili, la protezione conferita da una singola dose (priming) di vaccino Vaxzevria è parziale, venendo assai significativamente incrementata dalla somministrazione di una seconda dose (booster). I rischi connessi alla parziale protezione possono assumere ulteriore pericolosità in contesti epidemiologici caratterizzati da elevata circolazione di varianti quali la variante Delta”, precisa il Cts.

Dalla circolare del ministero della Salute, firmata dal direttore generale Prevenzione del ministero, Giovanni Rezza, arriva anche un chiarimento sul vaccino anti-Covid a dose singola di Janssen (gruppo Johnson&Johnson): il farmaco è raccomandato agli over 60, ma il rapporto benefici-rischi del suo impiego potrebbe risultare favorevole anche in under 60 nei quali la vaccinazione monodose sia preferibile.

“Il Cts ha raccomandato il vaccino Janssen per soggetti di età superiore ai 60 anni, anche alla luce di quanto definito dalla Commissione tecnico scientifica di Aifa”, si legge nella circolare. Tuttavia, prosegue il testo, “il Cts ha inoltre previsto la possibilità che si determinino specifiche situazioni in cui siano evidenti le condizioni di vantaggio della singola somministrazione, e che, in assenza di altre opzioni, il vaccino Janssen andrebbe preferenzialmente utilizzato, previo parere del Comitato etico territorialmente competente”.

Su AstraZeneca e seconda dose con un vaccino diverso, “ci sono probabilmente circa 100mila persone che hanno dei dubbi”, ha detto ieri il commissario straordinario all’emergenza coronavirus Francesco Paolo Figliuolo. Si tratterebbe di circa il 10 per cento dei 950mila che attendono di fare la seconda dose, avendo fatto la prima dose di Vaxzevria.

Draghi in conferenza stampa ha annunciato comunque che la vaccinazione eterologa è da preferire e che lui stesso ha prenotato per effettuarla martedì. “Ho più di 70 anni, come sapete”, ha detto. “La prima Astrazeneca che ho fatto ha dato una risposta di anticorpi bassa. E allora mi si consiglia di fare l’eterologa. Quindi l’eterologa funziona per me e, ancor più vero, funziona per quelli che hanno meno di 70 e 60 anni”, ha aggiunto.

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