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Processo Cucchi bis, la sentenza di primo grado: i carabinieri Di Bernardo e D’Alessandro condannati a 12 anni per omicidio preterintenzionale

Immagine di copertina
La sorella di Stefano, Ilaria Cucchi, durante l'udienza del processo sulla morte di Stefano Cucchi, presso l'Aula bunker di Rebibbia, Roma, 03 luglio 2019. ANSA/ANGELO CARCONI

Per i due militari accusati del pestaggio di Stefano Cucchi la procura aveva chiesto 18 anni di carcere

Processo Cucchi bis, la sentenza: i carabinieri Di Bernardo e D’Alessandro condannati a 12 anni

È arrivata oggi, giovedì 14 novembre, la sentenza di primo grado contro i cinque carabinieri imputati nel processo Cucchi bis. Alle 9,30 nell’aula bunker di Rebibbia si è riunita la Corte d’Assise del Tribunale di Roma, che ha dato la possibilità al pm Giovanni Musarò di replicare alle difese degli imputati. Poi la Corte si è ritirata per deliberare. Il verdetto è arrivato alle ore 18,20 circa.

S&D

I due carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro accusati del pestaggio sono stati condannati a 12 anni per omicidio preterintenzionale. Il pm aveva chiesto la condanna a 18 anni per i due.

L’imputato-teste Francesco Tedesco invece è stato condannato a 2 anni e 6 mesi per falso ed è stato assolto dall’accusa di omicidio preterintenzionale. Tedesco fu il primo a parlare dei colpi ricevuti da Cucchi. Per lui il pm aveva chiesto l’assoluzione dall’omicidio preterintenzionale e tre anni e mezzo di reclusione per l’accusa di falso.

Il maresciallo Roberto Mandolini, ex comandante della stazione Appia, è stato condannato a 3 anni 8 mesi per il falso mentre è stato assolto dalla calunnia dopo che il reato è stato riqualificato in falsa testimonianza. Anche il carabiniere Vincenzo Nicolardi è stato assolto dall’accusa di calunnia.

“Stefano è stato ucciso, questo lo sapevamo e lo ripetiamo da 10 anni. Forse ora potrà risposare in pace”, ha commentato Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, in aula alla lettura della sentenza. Rita Calore intanto, la madre di Stefano, abbracciando il marito ha detto: “Un po’ di sollievo dopo dieci anni di dolore e di processi non veri”.

Subito dopo la sentenza, visibilmente commosso, un carabiniere ha fatto il baciamano a Ilaria Cucchi. “L’ho fatto perché finalmente dopo tutti questi anni è stata fatta giustizia”, ha dichiarato il militare mentre accompagnava i genitori di Stefano Cucchi, anche loro commossi, fuori dall’aula di Rebibbia dove si è celebrato il processo.

In aula erano presenti già questa mattina i genitori di Stefano Cucchi, che hanno rilasciato queste dichiarazioni ai giornalisti:

 

In mattinata era presenti in Aula anche Ilaria Cucchi, l’avvocato Fabio Anselmo e il carabiniere-testimone Riccardo Casamassima. Presente poi anche l’imputato Francesco Tedesco, il carabiniere che ha accusato i due colleghi D’Alessandro e Di Bernardo del pestaggio di Cucchi.

Ilaria Cucchi e l’avvocato Fabio Anselmo parlano con il carabiniere e testimone Riccardo Casamassima. Credit: Anna Ditta
Il pm del caso Cucchi Giovanni Musarò. Credit: Anna Ditta
Il carabiniere imputato-testimone Francesco Tedesco. Credit: Anna Ditta

La Corte d’Assise del Tribunale di Roma è stata chiamata a giudicare la colpevolezza di Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, accusati di omicidio preterintenzionale aggravato dai futili motivi e dall’abuso di potere, per i quali il pm Giovanni Musarò aveva chiesto 18 anni di carcere.

A essere giudicato è stato inoltre Francesco Tedesco, l’imputato-testimone che ha accusato i due colleghi del pestaggio di Stefano Cucchi, 31enne romano trovato morto nel reparto protetto dell’ospedale Sandro Pertini di Roma il 22 ottobre 2009, sei giorni dopo essere stato arrestato. La procura aveva chiesto per Tedesco l’assoluzione “per non aver commesso il fatto” dall’accusa di omicidio preterintenzionale e una condanna a tre anni e mezzo di reclusione per falso.

Nei confronti del generale Roberto Mandolini, all’epoca dei fatti comandante interinale della stazione Appia, il pm aveva chiesto 8 anni di carcere per falso, mentre per il carabiniere Vincenzo Nicolardi, accusato di calunnia, la procura aveva chiesto il non doversi procedere perché il reato è caduto in prescrizione.

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La sentenza contro i medici del Pertini: quattro prescrizioni e un’assoluzione

Sempre nella giornata di oggi è arrivata la sentenza d’appello-ter nei confronti dei cinque medici dell’ospedale Pertini, accusati di omicidio colposo.

Per la morte di Stefano Cucchi erano stati inizialmente portati a processo per abbandono d’incapace, condannati in primo grado per omicidio colposo, e poi due volte assolti in appello (con due annullamenti con rinvio della Cassazione) il primario Aldo Fierro e gli aiuti Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi Preite De Marchis e Silvia Di Carlo.

C’è stata la prescrizione per quattro medici e l’assoluzione per un altro. Ad essere assolta è stata la dottoressa Stefania Corbi. Reato prescritto invece per Aldo Fierro, Flaminia Bruno, Luigi De Marchis Preite e Silvia Di Carlo.

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Il processo per depistaggio sul caso Cucchi

Il 12 novembre sarebbe dovuto iniziare un nuovo processo sul caso Cucchi: stavolta a processo gli otto carabinieri – tra cui alti vertici dell’Arma – accusati di aver depistato le indagini sulla morte del 31enne romano. Tuttavia, il giudice che avrebbe dovuto presiedere l’udienza si è astenuto in quanto ex carabiniere. Qui chi sono i militari imputati in questo processo e i fatti per cui sono finiti a processo.

 

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