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Pregliasco a TPI: “Priorità ai vaccinati? È una scelta normale, altrimenti restano a casa i casi gravi”

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Durante la puntata di “Fuori dal coro”, andata in onda ieri sera, due pazienti in lista di attesa per un intervento chirurgo presso Istituto ortopedico Galeazzi di Milano, clinica del Gruppo San Donato, hanno testimoniato che al Galeazzi, senza super green pass, non è possibile alcun intervento chirurgico.

Ne è nata una polemica sui social, il virologo e direttore sanitario della struttura Fabrizio Pregliasco risponde alle domande di TPI.

Professor Pregliasco, ha visto quanti attacchi sta ricevendo sui social?

“Non capisco questo stupore. Davvero è l’effetto di una manipolazione informativa”.

Lei ha firmato il documento della polemica, quello con cui al “Galeazzi”, il suo ospedale, si respingono delle persone che non hanno fatto il terzo richiamo vaccinale”

È una notizia falsificata, in nome di un giornalismo becero e strumentale. Si respingono i non vaccinati che hanno problemi non gravi. Si accolgono tutti gli altri, vaccinati e non”.

Lei nega che il documento discrimini, dunque?

È una interpretazione distorta. Le faccio un esempio: noi in questo momento abbiamo ventuno pazienti Covid ricoverati.

Quindi sono entrati?
Si. Di alcuni di loro abbiamo scoperto la positività al momento dell’ingresso, li abbiamo accolti e curati. Gestendoli, ovviamente, in condizioni di sicurezza”.

Cosa è accaduto allora?

Per via del Covid, e dei protocolli che impone, abbiamo dovuto rinunciare a cento posti letto. E quindi ridurre la nostra attività elettiva, posticipare alcuni interventi programmati. Per fare questo, ovviamente, abbiamo dovuto fissare dei criteri.

Quali?

Per gli interventi che riguardano malattie più gravi, abbiamo scelto di posticipare chi oggi rischia di andare in terapia intensiva, perché rischierebbe di non trovare posto. E anche chi non è vaccinato.

Si aspettava una reazione, lo ammetta.

È ridicola. Perché da due anni, durante la pandemia, tutti gli ospedali, avendo visto ridotte, se non dimezzate le proprie possibilità di intervento, hanno stabilito dei criteri di priorità.

Quindi lei dice: l’unica differenza è che io l’ho messo nero su bianco.

Provo a dirla così: dal momento che accolgo prioritariamente tutti coloro che hanno patologie gravi, devo farli passare avanti rispetto agli altri.

Come in un codice rosso di un pronto soccorso.

Esatto. Ma fra quelli meno gravi per cui posso scegliere, mi assumo una responsabilità, e decido di dare priorità ai vaccinati sui non vaccinati.

Quindi lei era consapevole che poteva essere accusato di discriminazione?

Accusa assurda. Allora ci sono discriminazioni in tutti gli ospedali, ogni giorno. Tutti scelgono, perché sono costretti a farlo.

Però qui la discriminazione è sul vaccino. Mario Giordano dice: “Per via di Pregliasco alcuni malati non sono curati”.

Capisco che si può dire tutto. Ma noi stiamo dicendo che chi ha l’alluce valgo, attende, per fare posto a chi deve fare interventi più gravi, a chi rischia – per esempio – di morire. Accade in ogni ospedale del mondo. Per la sicurezza di tutti.

Perché?

Perché, nel nostro caso, abbiamo dovuto dedicare un intero piano a due percorsi separati: quello per i pazienti “puliti”, come diciamo noi, è quello dei pazienti che hanno il Covid. Questo ha sottratto spazio ai meno gravi, non la cattiveria di qualcuno.

Quindi lei dice: siccome devo scegliere tra i meno gravi, allora do precedenza ai vaccinati.

Questo proprio perché sui casi gravi devo assistere tutti, e con un impegno supplementare per i non vaccinati.

Quindi quando legge chi l’accusa di aver violato il giuramento di Ippocrate cosa risponde?

Che venga a farsi una passeggiata nei nostri reparti, dove nei posti residui curiamo tutti per le operazioni gravi, importanti e salva-vita.

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