Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 11:16
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Cronaca

Papa Francesco bacia il tatuaggio di una sopravvissuta ai lager nazisti: “Ci siamo capiti con gli occhi”

Immagine di copertina
Credits: Vatican news

Un’immagine toccante rimarrà impressa nella memoria dei fedeli che oggi hanno accolto Papa Francesco al termine dell’Udienza Generale, quando il Pontefice ha baciato il tatuaggio di una sopravvissuta ai lager nazisti. Salutando il pubblico, Bergoglio si è fermato a scambiare qualche parola con la donna e quando lei gli ha mostrato il numero di riconoscimento tatuato sul braccio, il Papa lo ha baciato.

Come riporta il portale della comunità di Sant’Egidio, la donna si chiama Lidia Maksymowicz e venne deportata ad Auschwitz Birkenau quando non aveva ancora compiuto tre anni. Trascorse tre anni nel “blocco dei bambini” e subì diversi esperimenti medici, come l’inoculazione di virus e di soluzione salina da parte del dottor Mengele, “di cui ricorda gli stivali tirati a lucido e lo sguardo da invasato”. La storia di Lidia è raccontata dal docu-film “70072, la bambina che non sapeva odiare”, di cui è protagonista. “Ad Auschwitz – ha raccontato a Vatican news – erano imprigionati circa 200 mila bambini, solo pochissimi sono in vita oggi. Tutta la mia vita è stata segnata da questa esperienza”.

“Con il Santo Padre ci siamo capiti con gli occhi, non dovevamo dirci nulla, non c’era bisogno di parole. Dopo Giovanni Paolo II, amo Papa Francesco. Seguo le sue cerimonie tramite la tv, prego ogni giorno per lui, gli sono fedele e affezionata”, ha aggiunto. Dopo la sua permanenza nel campo di concentramento, Lidia venne accolta da una famiglia polacca di Oswiecim, a pochi metri da Auschwitz, quando l’Armata Rossa liberò il lager e per la prima volta gli abitanti della città videro i volti dei prigionieri del campo, da cui proveniva l’odore terribile del fumo che si estendeva per chilometri; fu anche la prima volta che Lidia, ancora bambina, ebbe una casa.

Ti potrebbe interessare
Cronaca / È morto Marcello Mutti, capitano d’industria della storica azienda conserviera nel settore del pomodoro
Cronaca / Napoli, bambino di 10 anni si accascia a scuola durante la ricreazione e muore
Cronaca / Muore a 14 anni schiacciata dall’autobus fuori da scuola
Ti potrebbe interessare
Cronaca / È morto Marcello Mutti, capitano d’industria della storica azienda conserviera nel settore del pomodoro
Cronaca / Napoli, bambino di 10 anni si accascia a scuola durante la ricreazione e muore
Cronaca / Muore a 14 anni schiacciata dall’autobus fuori da scuola
Cronaca / Ragazzina di 13 anni resta incinta del padre, lui la violenta anche in ospedale
Cronaca / Inchiesta ultras, Inzaghi ascoltato in Questura: “Dal capo della curva richieste ma non minacce”
Cronaca / La mamma di Sammy Basso: “I suoi organi sono stati donati alla ricerca”
Cronaca / Spiava i conti bancari di Giorgia e Arianna Meloni e di altre migliaia di persone: licenziato un bancario
Cronaca / Bomba d’acqua su Milano, allerta rossa in tutta la Lombardia: esonda il Lambro
Cronaca / Morte dell'attrice Francesca Carocci, indagati due medici
Cronaca / Il focolaio di Dengue si allarga e arriva in Toscana