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Delitto di Garlasco, la mamma di Chiara Poggi: “Per noi il colpevole resta Alberto Stasi. Quando avremo un po’ di pace?”

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Per Rita Poggi la riapertura delle indagini è un incubo che ritorna: "Ogni volta per noi è come girare il coltello nella piaga e francamente siamo un po’ stanchi"

La riapertura delle indagini sul caso del delitto di Garlasco fa ripiombare nell’incubo la mamma di Chiara Pioggi, la ragazza uccisa il 13 agosto 2007 e per il cui omicidio è stato condannato in via definitiva nel 2015 Alberto Stasi, fidanzato della vittima all’epoca dei fatti e detenuto nel carcere di Bollate da 10 anni. Raggiunta dal Corriere della Sera, Rita Poggi dichiara: “Non voglio dire nulla perché non c’è nulla da aggiungere. Mi viene in mente una sola parola: basta. Quando avremo un po’ di pace? Dopo tutti questi anni siamo ancora qui con il telefono che suona di continuo e gente che viene a bussare alla nostra porta per chiedere commenti. Non abbiamo nulla da commentare”.

“Però vorrei che fosse chiara una cosa: per noi vale la sentenza definitiva della Cassazione su Alberto, perché non c’è mai stata e non c’è nessuna prova certa che porti da un’altra parte. Io sono gentile con tutti, sono fatta così. Ma mi creda, è difficile resistere ogni volta agli scossoni che arrivano dalle ondate mediatiche. È doloroso. Ogni volta per noi è come girare il coltello nella piaga e francamente siamo un po’ stanchi” aggiunge la mamma di Chiara Poggi che afferma di aver saputo dell’apertura di una nuova indagine solamente “dal telegiornale”.

Rita Poggi non rilascia commenti su Andrea Sempio (qui il suo profilo), l’amico del fratello di Chiara, Marco, ora indagato per concorso in omicidio con Alberto Stasi, o persona rimasta ignota. Secondo l’ingegnere informatico forense Paolo Reale, cugino di Chiara Poggi e nella squadra dei consulenti che seguirono tutte le fasi del processo contro Stasi, la “nuova indagine aperta sull’omicidio di Chiara non porterà a nulla”. E spiega anche il perché: “Andrea Sempio era stato già indagato e prosciolto anni addietro. Anche se prelevassero il suo Dna non ci sarebbe il materiale genetico con cui compararlo perché è stato tutto utilizzato durante le prime indagini”.

Leggi anche: Dall’omicidio di Chiara Poggi alla condanna di Alberto Stasi fino alla nuova indagine: la ricostruzione del delitto di Garlasco
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