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Lazio, no al vaccino antinfluenzale obbligatorio per gli over 65: il Tar annulla l’ordinanza della Regione

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Il Tar del Lazio ha annullato lo scorso 2 ottobre l’ordinanza del presidente della Regione Nicola Zingaretti che rendeva obbligatorio il vaccino contro l’influenza per tutti gli over 65, accogliendo il ricorso era stato proposto dall’Associazione Codici – Centro per i diritti del cittadino.

L’ordinanza imponeva l’obbligo della vaccinazione antinfluenzale stagionale per tutte le persone al di sopra dei 65 anni (pena il divieto di frequentare luoghi di facile assembramento come centri sociali e case di riposo) nonché per tutto il personale sanitario e sociosanitario operante in ambito regionale (pena il divieto di avere accesso ai rispettivi luoghi di lavoro). Una forte raccomandazione a vaccinarsi veniva espressa per i bambini tra i sei mesi ed i sei anni.

Vaccino antinfluenzale: firma la petizione di TPI su Change.org

Il Tar ha sottolineato che la vaccinazione obbligatoria è infatti “tematica riservata alla competenza statale” e, in particolare, “la scelta tra obbligo o raccomandazione costituisce il punto di equilibrio, in termini di bilanciamento tra valori parimenti tutelati dalla Costituzione tra autodeterminazione del singolo da un lato e tutela della salute dall’altro lato. Tali operazioni di bilanciamento vanno pertanto riservate allo Stato”.

“L’intervento regionale in discussione – riconoscono i giudici – è dettato da esigenze organizzative in materia di sanità (obiettivo dichiarato: quello di alleggerire carico e pressione sulle strutture ospedaliere durante il periodo autunnale ed invernale mediante ricorso a diagnosi differenziali)” ma “esistono anche altre strade per evitare il decongestionamento delle strutture sanitarie, strade tutte che ben potrebbero rientrare nell’alveo delle competenze regionali costituzionalmente accordate (esempio potenziamento attività di tracciamento, tracing, intensificazione dei tamponi, concreto sviluppo della medicina di prossimità)”. Il Tar osserva infine che “inibendo l’accesso al lavoro al personale medico che non si sottopone alla suddetta vaccinazione antinfluenzale, si violerebbe la competenza statale a dettare principi fondamentali in materia di tutela e sicurezza nei luoghi di lavoro”.

“Sapevamo di fare una provocazione perché non compete alla Regione l’obbligo della vaccinazione, ma volevamo dare un segnale sull’importanza di farlo”, ha detto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, in conferenza stampa, prima che arrivasse la notizia dell’annullamento. “Ci auguriamo – ha aggiunto – che il governo rifletta, nel nome della sicurezza e della prevenzione, per togliere dagli ospedali i ricoveri inappropriati legati all’influenza stagionale degli anziani e avere l’immediatezza della consapevolezza del rischio Covid”.

La decisione del Tar del Lazio non è l’unica di questo tipo. Lo scorso settembre il Tar della Calabria aveva infatti annullato l’ordinanza della governatrice Jole Santelli che prevedeva l’obbligo del vaccino antinfluenzale per le persone sopra i 65 anni e per medici e personale sanitario. A impugnare il provvedimento sono stati alcuni dottori e operatori sanitari insieme all’Ampas – associazione medici per un’alimentazione di segnale.

Vaccino antinfluenzale: firma la petizione di TPI su Change.org

Leggi anche: 1. Governo e Regioni promuovano una vaccinazione antinfluenzale di massa: la campagna di TPI / 2. Pregliasco a TPI: “Vaccinare contro l’influenza i bambini può ridurre la mortalità negli adulti” / 3. Vaccino antinfluenzale, boom di richieste: corsa contro il tempo per produrre le dosi. “Serviva più programmazione”

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