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    Incidente a Roma, un nuovo testimone: “L’auto di Pietro Genovese andava molto veloce”

    Il racconto, riportato dal Corriere della Sera, di un uomo che la sera del 21 dicembre stava guidando sul Corso Francia: "L'auto ha provato a frenare, ma andava esageratamente veloce"

    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 27 Dic. 2019 alle 09:37 Aggiornato il 10 Gen. 2020 alle 20:19

    Incidente Roma, testimone: “Auto di Genovese andava molto veloce”

    A quasi una settimana dal tragico incidente di Roma del 21 dicembre 2019, quando due ragazze di 16 anni sono state investite e uccise dall’auto guidata da Pietro Genovese sul Corso Francia, nei pressi di Ponte Milvio, arriva il racconto di un nuovo testimone.

    Nel giorno in cui il gip ha convalidato l’arresto ai domiciliari per Genovese, giudicandolo incline a guidare dopo aver bevuto, il racconto che il signor Emiliano Annichirico ha fatto al Corriere della Sera conferma – come già rilevato dalle indagini – che la Renault Koleos del 20enne andava a una velocità molto alta. Quando Gaia e Camilla hanno attraversato la carreggiata (con il semaforo rosso per i pedoni, provando a scavalcare il guard rail in mezzo alla carreggiata senza passare sulle strisce pedonali), il ragazzo non ha avuto il tempo di evitare l’impatto, nonostante abbia provato a frenare.

    La nostra diretta dei funerali di Gaia e Camilla

    Il racconto del testimone

    “Ero alla guida della mia autovettura – ha raccontato il testimone ai microfoni del Corriere della Sera – e stavo procedendo su Corso Francia in direzione fuori città. Il semaforo veicolare di corso Francia era appena diventato verde per entrambe le carreggiate, pertanto l’impianto pedonale era diventato rosso da pochissimi istanti. Ho visto alla mia sinistra due ragazze giovani che procedevano di corsa sulle strisce cercando di attraversare la carreggiata opposta rispetto a quella dove stavo procedendo”.

    A quel punto, l’uomo ha visto una piccola auto scura, forse una Smart, fermarsi. Forse per far passare Gaia e Camilla. “Rammento – ha aggiunto – che una ragazza più alta era davanti e poco dietro vi era un’altra ragazza un po’ più minuta. Nello stesso momento mi sono accorto del sopraggiungere sulla corsia centrale di corso Francia, direzione centro città, di un’autovettura di grosse dimensioni, un Suv di colore chiaro. L’auto procedeva ad un’andatura esageratamente sostenuta”.

    E’ stato a quel punto che l’impatto è stato inevitabile: “Credo – ha concluso il testimone – che il conducente abbia tentato di frenare nel momento in cui ha percepito la presenza dei pedoni, in quanto la parte anteriore si è lievemente inclinata in basso, malgrado ciò l’impatto è stato inevitabile violentissimo”.

    Nei giorni scorsi erano stati sentiti anche altri testimoni del tragico incidente avvenuto a Roma. Un 16enne, che quella sera era alla guida della sua minicar, ha dichiarato che “Gaia e Camilla sono sbucate all’improvviso” e che sarebbe stato “impossibile vederle per Genovese”. Il proprietario di un locale nei pressi del luogo dell’incidente, invece, ha invece detto che l’incidente “si poteva evitare” e che in quel momento non stava piovendo.

    Negli ultimi giorni, invece, è emerso che a bordo della Renault, insieme a Pietro Genovese, c’erano anche due amici. Il loro racconto, non ancora arrivato, potrebbe risultare decisivo per ricostruire definitivamente cosa è successo la notte del 21 dicembre a Ponte Milvio.

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