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Uno studio conferma: il Covid è tre volte più letale dell’influenza stagionale

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Il Coronavirus Sars-CoV-2 causa una malattia più grave dell’influenza stagionale e, tra i pazienti che finiscono in ospedale, ha un tasso di mortalità quasi 3 volte più alto. È uno studio francese pubblicato su ‘The Lancet Respiratory Medicine’ a mettere un punto fermo nel dibattito che si è aperto fin da quando Covid-19 ha dato segno di sé, ormai quasi un anno fa. La malattia è più cattiva di quella provocata dai classici virus che negli anni hanno caratterizzato la stagione invernale e più pazienti colpiti da Covid richiedono cure intensive.

I ricercatori hanno confrontato le informazioni di oltre 130mila pazienti provenienti dalla banca dati amministrativa nazionale francese (Program de Médicalisation des Systèmes d’Information, PMSI), un database che include i dettagli di tutti i pazienti ricoverati in ospedali pubblici o privati della Francia. Di questi pazienti, 89.530 sono stati ricoverati per la Covid-19 tra il primo marzo e il 30 aprile scorsi e 45.819 per l’influenza stagionale tra il primo dicembre 2018 e il 28 febbraio 2019. Dal confronto, i ricercatori hanno scoperto che il tasso di mortalità tra i pazienti Covid-19 era quasi tre volte superiore (16,9%) rispetto a quelli per l’influenza (5,8%) e che, coerentemente con gli studi precedenti, le comorbidità più comuni erano ipertensione (33,1%), sovrappeso o obesità 11,3%) e diabete (19,0%).

Dallo studio, inoltre, è emerso che quasi il doppio delle persone con Covid-19 sono state ricoverate durante il picco della pandemia rispetto all’influenza al culmine della stagione influenzale del 2018-19. E una percentuale maggiore di pazienti con il coronavirus ha sviluppato una forma più grave della malattia rispetto a quelli con l’influenza. Dalle analisi, infatti, è emerso che più di un paziente su quattro con Covid-19 ha manifestato un’insufficienza respiratoria acuta, rispetto a meno di un paziente su cinque con influenza.

Gli autori dello studio fanno notare che il fatto che un numero molto più alto di adulti sia finito in ospedale per Covid può essere in parte dovuto a una differenza di base: mentre nella popolazione c’è immunità per l’influenza, come risultato di una precedente infezione o vaccinazione, Sars-CoV-2 è al contrario un nuovo virus contro il quale ci si aspetterebbe che pochissime persone abbiano una precedente immunità.

I dati emersi dal lavoro sono un monito poiché diversi Paesi si preparano vivere una coincidenza fra focolai Covid e influenzali, ragionano gli autori che fanno presenti anche potenziali limiti dello studio, come le differenze nella pratica dei test per l’influenza e per Covid che potrebbe influire sui dati. Limiti che, secondo quanto puntualizza in un commento collegato Eskild Petersen, non coinvolta nello studio, dell’Università di Aarhus (Danimarca), non pregiudicherebbero i risultati che “dimostrano chiaramente la maggiore gravità di Covid”.

Ben diverso il quadro per i più piccoli: meno bambini e ragazzi di età inferiore a 18 anni sono stati ospedalizzati con Covid-19 rispetto all’influenza stagionale (1,4% contro il 19,5%), anche se una percentuale maggiore di quelli di età inferiore a 5 anni ha richiesto cure intensive per Covid-19 (2,3% contro 0,9%). Il tasso di mortalità nei bambini sotto i 5 anni era simile per entrambi i gruppi ed era molto basso (0,5% per Covid e 0,2% per influenza). In quelli tra 11 e 17 anni, invece, questo dato sembrava essere 10 volte più alto fra i ricoverati Covid (1,1% contro 0,1%), tuttavia al riguardo gli autori avvertono che i numeri sono troppo piccoli per trarre conclusioni significative.

Leggi anche: 1. Conte alla domanda di TPI: “Il vaccino non sarà obbligatorio, il 27 Vaccine Day” /2.Professore di Oxford: “Virus muta troppe volte, il vaccino potrebbe essere inutile” /3. Cosa sappiamo finora sulla nuova variante del virus scoperta nel Regno Unito /4. Burioni sul vaccino Moderna: “Blocca anche la trasmissione, così il virus è finito”

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