Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 21:44
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Di Battista
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Cronaca

Coronavirus, la lettera di sindacati e associazioni a Mattarella: “Sanatoria per difendere gli stranieri irregolari”

Immagine di copertina

Terra! e Flai CGIL scrivono al Quirinale e al governo per garantire il diritto alla salute delle migliaia di persone che vivono nei ghetti

Coronavirus, l’appello di Terra! e CGIL per i braccianti nei ghetti

Una sanatoria contro il Coronavirus, per garantire l’accesso alle cure e al lavoro pulito a chi vive nei ghetti del nostro Paese. Questa la proposta lanciata da Terra! e Flai CGIL in una lettera aperta indirizzata al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e ai Ministri Teresa Bellanova (Agricoltura), Nunzia Catalfo (Lavoro), Lamorgese (Interni) e Provenzano (Sud). All’appello hanno aderito Don Ciotti (Presidente di Libera e Gruppo Abele), Luigi Manconi, Roberto Barbieri (Direttore di Oxfam Italia), Riccardo Vito (Presidente di Magistratura Democratica), Valentina Calderone (Direttrice di A Buon Diritto), Medici per i diritti umani (MEDU), Marco Omizzolo (Ricercatore Eurispes e Presidente di Tempi Moderni), Danilo Chirico (Presidente DaSud), Antonello Mangano (Terrelibere), Marina Galati (Vice presidente Coordinamento nazionale comunità di Accoglienza), CSC Nuvola Rossa, Co.S.Mi e Sanità di Frontiera.

Come rappresentanti di sindacati e organizzazioni del terzo settore impegnate nel campo dell’ecologia, della tutela dei diritti umani, sociali e civili, i firmatari esprimono “profonda inquietudine e preoccupazione per le migliaia di lavoratori stranieri che abitano nei tanti ghetti e accampamenti di fortuna sorti nel nostro paese”. Molti di loro sono impiegati nel settore agricolo, indispensabile per la sicurezza alimentare. Ma come è noto, si legge nel testo, “le condizioni dei braccianti che oggi raccolgono i prodotti destinati alle nostre tavole sono spesso inaccettabili: le baraccopoli in cui sono costretti a vivere sono luoghi insalubri e indecenti, agli antipodi del valore stesso dei diritti umani”.

C’è il rischio che il Covid-19 arrivi in quegli insediamenti, tramutandoli in focolai della pandemia. Ma le soluzioni ci sono: la lettera segnala che i Prefetti – destinatari di nuovi poteri a seguito del DCPM del 9 marzo – possono adottare disposizioni volte alla messa in sicurezza dei migranti e richiedenti asilo presenti sul territorio, mediante l’allestimento o la requisizione di immobili a fini di sistemazione alloggiativa. Questo è dunque il momento, scrivono le associazioni firmatarie della lettera, di svuotare i ghetti e offrire un’alternativa migliore alle persone che li abitano. Non solo dal punto di vista igienico-sanitario, ma anche dei diritti fondamentali: molti stranieri si trovano oggi in condizioni di irregolarità acuite dai decreti sicurezza e non cercano lavoro per timore di essere fermate ai posti di blocco proliferati a seguito delle disposizioni anti-Coronavirus. Di qui la proposta di una sanatoria per far emergere chi è costretto a vivere e lavorare in condizioni di irregolarità. Sarebbe una misura di equità che, peraltro, arriverebbe in una fase di particolare crisi del settore primario. Gli agricoltori, infatti, hanno visto calare drammaticamente la disponibilità di lavoratori agricoli in alcune aree del Paese, perché l’emergenza Covid-19 ha causato l’interruzione dei flussi dai Paesi dell’Est Europa. Si è verificato infatti un rientro massivo da parte di persone immigrate da Romania e Bulgaria, mentre gli arrivi previsti dalla Polonia si sono azzerati.

“Il Coronavirus si batte anche promuovendo diritti e tutele – dichiara Fabio Ciconte, direttore dell’associazione Terra! – Le istituzioni possono finalmente dare corpo alla volontà di non lasciare nessuno indietro in questa emergenza. La sanatoria per tutti gli stranieri irregolari è indispensabile per consentire loro l’accesso alle cure e al lavoro, in un momento in cui i ghetti sono una potenziale bomba sanitaria e l’agricoltura è in crisi di manodopera. Ma questa non dev’essere l’occasione per rifornire il settore primario di lavoro a buon mercato in un momento di shock economico: accanto alle misure di regolarizzazione chiediamo un più forte impegno per contrastare il lavoro nero e il caporalato”.

Leggi anche: 1. Coronavirus, l’Italia supera 3mila morti: più della Cina e di tutti gli altri Paesi del mondo 2.  “Un ospedale per i malati ci sarebbe: il Forlanini, ma la Regione lo ha bloccato”. Parla il prof Martelli

TUTTE LE NOTIZIE SUL CORONAVIRUS IN ITALIA E NEL MONDO
Ti potrebbe interessare
Cronaca / Milano, uccisero padre violento: fratelli condannati in appello bis
Cronaca / Mattia Giani, si indaga per omicidio colposo per il calciatore morto in campo
Cronaca / Malore sul volo Torino-Lamezia: morto un 35enne
Ti potrebbe interessare
Cronaca / Milano, uccisero padre violento: fratelli condannati in appello bis
Cronaca / Mattia Giani, si indaga per omicidio colposo per il calciatore morto in campo
Cronaca / Malore sul volo Torino-Lamezia: morto un 35enne
Cronaca / Caso Ferragni-Balocco, l'Antitrust: "Commistione tra beneficenza e sponsor"
Cronaca / Meteo, addio al caldo: tornano i temporali, freddo e neve
Cronaca / Roma, il mercatino dei libri abbadonato a se stesso: degrado a pochi passi dalla stazione Termini | VIDEO
Cronaca / Torino, stop al fumo all’aperto: sigarette vietate a meno di 5 metri dalle altre persone
Cronaca / Ponte sullo Stretto: i dubbi del ministero dell’Ambiente, chieste integrazioni
Cronaca / Rissa sul volo Napoli-Ibiza, due donne si strappano i capelli e urlano | VIDEO
Cronaca / Mattia Giani morto dopo il malore in campo, il papà: “Non c’erano medici, ambulanza in ritardo e nessuno usava il defibrillatore”