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    Coronavirus, dalla corsa al parco ai viaggi fuori città: cosa è vietato e cosa è consentito fare

    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 10 Mar. 2020 alle 10:01 Aggiornato il 20 Mar. 2020 alle 13:07

     

    Coronavirus, dalla corsa al parco ai viaggi fuori città: cosa è vietato fare

    L’aggravarsi dell’emergenza Coronavirusha obbligato il premier Giuseppe Conte a firmare un nuovo decreto che non solo conferma che tutta Italia è “zona protetta”, ma anche che tutte le attività commerciali (eccetto i servizi essenziali) sono sospese: sono in tanti, in queste ore, a chiedersi dunque cosa è consentito e cosa è vietato fare. “I numeri – ha detto il presidente del Consiglio – ci dicono che c’è una crescita importante dei contagi e delle persone decedute. Le nostre abitudini vanno cambiate, ora. Dobbiamo rinunciare tutti a qualcosa per il bene dell’Italia. Su tutto il territorio andranno evitati gli spostamenti e saranno vietati gli assembramenti“.

    Ma cosa significa esattamente? Leggendo il Dpcm, pubblicato in Gazzetta ufficiale e in vigore dal 12 marzo al 3 aprile 2020, si possono leggere tutte le norme applicabili in tutta Italia. Vediamole insieme.

    QUI Il modulo di autodichiarazione per gli spostamenti da scaricare e stampare

    Coronavirus, cosa è vietato fare in Italia da oggi

    Queste le regole che erano già previste dal decreto precedente del presidente del Consiglio dei ministri, quello del 9 marzo, e che sono valide fino al 3 aprile 2020:

    A questo, si aggiunge la chiusura di tutte le attività commerciali eccetto i servizi considerati essenziali. Chiusi negozi e locali in tutta Italia, garantiti trasporti e servizi essenziali, rimangono aperti alimentari, farmacie, tabacchi, edicole. Stop completo a pub, ristoranti, bar. Sì alle consegne a domicilio. Garantiti anche servizi bancari, postali, assicurativi. Fabbriche e industrie aperte ma con misure di sicurezza.

    Coronavirus, Italia in quarantena: quali sono gli spostamenti consentiti con l’autocertificazione

    Il premier Conte ha invitato tutti i cittadini a “restare a casa” il più possibile, ma ha anche spiegato che gli spostamenti saranno consentiti per “comprovati motivi di salute o di lavoro”. Cosa significa? Significa che per spostarsi da una città all’altra, o da una regione all’altra, sarà necessario dichiarare di avere dei motivi di necessità e urgenza. Dunque, gli spostamenti in entrata e in uscita sono consentiti solo per motivi di lavoro, motivi di salute comprovati da un certificato medico e per stato di necessità (comprare farmaci, fare la spesa). Gli agenti di polizia impegnati nei controlli sulle strade dovranno raccogliere le autocertificazioni di coloro che si stanno spostando. È disponibile infatti un modulo (qui la versione da scaricare e stampare) nel quale ogni cittadino dichiara il motivo dei suoi spostamenti. I moduli possono essere forniti anche dalla polizia stessa durante i controlli.

    Lo stop agli spostamenti non coinvolge anche le merci, che continueranno a circolare liberamente per la penisola consentendo dunque anche il rifornimento dei beni di prima necessità. Non è necessario dunque organizzare veri e propri “assalti” ai supermercati, che continueranno a essere riforniti. Stessa cosa ai tabacchi. Anche i corrieri continueranno a viaggiare.

    Si può andare a fare la spesa? Andare al bar e al ristorante? Alla Posta?

    Per il supermercato, assolutamente sì. Non è necessario fare scorte, assaltare i supermercati e creare file interminabili all’esterno delle strutture (alimentando così peraltro il rischio contagio). Privilegiate i supermercati vicino a casa, così da non dovervi spostare eccessivamente, e sappiate che il transito delle merci è garantito dal governo e dunque non troverete mai gli scaffali sguarniti. L’ingresso ai vari supermercati sarà limitato per garantire la distanza di sicurezza di un metro.

    Bar e ristoranti, invece, secondo il Dpcm del 12 marzo rimarranno definitivamente chiusi per l’intera giornata lavorativa. Ai ristoranti e ai bar è comunque consentito fare le consegne a domicilio. L’importante, per i clienti e per il fattorino, è rispettare la distanza di sicurezza, evitando ogni contatto.

    Le Poste rimangono invece regolarmente aperte, in quanto servizio essenziale per lo Stato (come anche le banche). Sempre con ingressi contingentati e procedure che permettano di rispettare le distanze di sicurezza. Ogni ufficio mette in pratica delle accortezze che permettono ai clienti e agli operatori di effettuare le varie operazioni senza rischiare contatti e contagi.

    Posso andare fuori città?

    Solo per casi di necessità e urgenza, dettati da comprovati motivi di salute o di lavoro. Lo spostamento va giustificato (con autodichiarazione) e le forze dell’ordine deputate al controllo possono anche verificare che quanto dichiarato corrisponda poi a verità. Il governo ha preferito non realizzare un elenco di “cosa” è urgente e necessario e cosa non lo è. La risposta la dà il buonsenso.

    Posso andare a correre all’esterno o portare fuori il cane?

    Il provvedimento firmato dal premier Conte il 9 marzo prevede espressamente la possibilità di fare attività motoria all’aperto, purché si mantenga la distanza di sicurezza di un metro. E’ fortemente consigliato dunque andare a correre da soli e non in gruppo, come anche andare in bicicletta. Le manifestazioni sportive di ogni ordine e grado sono state sospese vista l’emergenza Coronavirus. Palestre, piscine e altri luoghi deputati all’attività fisica sono chiusi. Il Dpcm del 12 marzo, invece, non fa assolutamente menzione all’attività pubblica all’aperto: dunque le disposizioni del 9 marzo rimangono valide. Tuttavia, anche il capo della Protezione civile Angelo Borrelli ha sottolineato come in questa situazione di emergenza ognuno debba fare un sacrificio in più. E sforzarsi di uscire solo per motivi di necessità e urgenza. Dunque, è sconsigliato in ogni caso fare attività fisica all’aperto.

    Portare fuori il cane, invece, è espressamente previsto dal decreto, che stabilisce che sia possibile “provvedere alla gestione quotidiana” degli animali. Vigono, anche in questo caso, le norme di buonsenso legate al rispetto della distanza di sicurezza e al divieto di assembramento.

    Posso fare visita a un parente?

    Sì, ma solo se ha bisogno di assistenza medica o di qualsiasi altro tipo. Si può andare dunque a trovare un parente non autosufficiente, ma non ad esempio fare una rimpatriata o organizzare una cena. Bisogna evitare i contatti con le persone più fragili: anziani o pazienti con altre patologie pregresse. E’ consentito invece per i genitori separati andare a trovare i figli affidati all’ex compagno.

    E in pronto soccorso? Non sarà più possibile accompagnare qualcuno. Chi porta un parente o un amico in ospedale deve rimanere fuori, a meno che i medici non gli diano il permesso.

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