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Coronavirus in Italia, ultime notizie. Ipotesi governo: A Natale e Santo Stefano ristoranti chiusi | Il bollettino: 28.352 casi, 827 morti. Da domenica Lombardia, Piemonte e Calabria arancioni. Liguria e Sicilia gialle

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Coronavirus in Italia, le ultime notizie di oggi

CORONAVIRUS ITALIA ULTIME NOTIZIE – Secondo l’ultimo bollettino sul Coronavirus diffuso dalla Protezione Civile, per la prima volta dalla seconda ondata sono scese le terapie intensive. Qui le ultime notizie sul Covid-19 nel mondo. Di seguito tutte le ultime notizie sul Coronavirus in Italia di oggi, venerdì 27 novembre 2020, aggiornate in tempo reale.

S&D

Ore 22:15 – A Natale e Santo Stefano ristoranti chiusi – Pare che sia questa la decisione verso cui si sta orientando il governo: ristoranti chiusi a Natale e Santo Stefano e spostamenti tra regioni limitati ai residenti. Governo e maggioranza da stamattina si sono riuniti per valutare le nuove misure anti Covid in vista del Natale. La riunione tra Conte e i capidelegazione proseguirà domani affrontando anche altri temi tra cui la cabina di regia sul recovery fund.

Ore 21:15 – Di Maio: “La campagna vaccinazione in tutta Italia nel 2021” – Luigi Di Maio ha anticipato che nelle prossime ore “il ministro Speranza presenterà il piano vaccinale”. Come ha spiegato il ministro degli Esteri ciò è accaduto “grazie all’intenso sforzo diplomatico” che ha portato il governo italiano a siglare accordi con Pfizer e AstraZeneca, la vaccinazione dell’intera popolazione italiana comincerà all’inizio del prossimo anno. Di Maio ha precisato: “Il 2021 sarà l’anno in cui avvieremo la campagna vaccinazione in tutta Italia. Siamo in due grandi accordi, Pfizer e AstraZeneca, che ci permettono di poter ricevere le dosi e le vaccinazioni. Ci aiuterà l’esercito per poter arrivare il prima possibile, ovunque. Il vaccino è il modo per tornare a nuova normalità: ricominceremo a viaggiare, ad aprire le frontiere”.

Ore 19.15 – Iss: “Pressione ancora molto elevata su ospedali –  Gli ultimi dati sull’andamento dell’epidemia “sono incoraggianti e segnalano l’impatto delle misure di mitigazione realizzate nelle ultime settimane”, tuttavia “si accompagnano ad un lieve aumento nelle ospedalizzazioni in area medica e in terapia intensiva con pressione ancora molto elevata sui servizi ospedalieri che complessivamente non è in regressione”. Lo sottolinea il report settimanale di ministero della Salute e Iss. Una buona notizia è che “si osserva una diminuzione nel numero di casi non riconducibili a catene di trasmissione note (77.541 vs 87.202 della settimana precedente), che potrebbe suggerire un miglioramento nelle attività di tracciamento”.

Ore 19.08 – Rezza: “Primi effetti delle misure ma incidenza ancora alta” – “Dopo molte settimane diminuisce leggermente l’incidenza di casi Covid nel nostro Paese, anche se si mantiene molto elevata, superiore a 700 casi per centomila abitanti”. Lo sottolinea il Direttore Generale della Prevenzione del Ministero della Salute, Gianni Rezza, in un video a commento del report settimanale di oggi. “L’Rt si fissa a 1,1 – aggiunge Rezza – quindi si nota un primo effetto delle misure di contenimento finora adottate. Purtroppo aumentano i ricoveri ospedalieri e soprattutto quelli in terapia intensiva. Data la situazione – avverte – è bene continuare a mantenere comportamenti prudenti e tutte quelle misure che siano adeguate rispetto all’evoluzione dell’epidemia”.

Ore 19 – Speranza rinnova misure restrittive per 5 regioni – Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, firmerà una nuova ordinanza con cui si rinnovano le misure restrittive vigenti relative alle Regioni Campania e Toscana (che restano in area rossa) e a Emilia Romagna, Marche e Friuli Venezia Giulia (che restano in area arancione). L’ordinanza è valida fino al 3 dicembre 2020.

Ore 18.46 – La nuova “colorazione” dell’Italia – Le Regioni in area rossa, quelle col rischio più alto, rimangono: Abruzzo, Campania, Toscana, Valle d’Aosta e Provincia di Bolzano. In area arancione, considerata a rischio medio-alto: Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia-Giulia, Marche, Puglia, Umbria. A queste si aggiungono oggi Calabria, Lombardia e Piemonte. In area gialla, a rischio medio: Lazio, Molise, Sardegna e Provincia di Trento, cui si aggiungono oggi Veneto, Liguria e Sicilia. (Tutti gli aggiormenti)

Ore 18.30 – Fontana: “Zona arancione non è liberi tutti” – “In una situazione in cui il virus c’è ed è ancora pericoloso, dobbiamo ribadire ed insistere perché quei comportamenti attenti e rispettosi  delle regole devono essere ancora mantenuti. Bisogna far capire a cittadini che non è iniziata la stagione del liberi tutti”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, annunciando che da domenica la Lombardia diventerà zona arancione. “E’ una notizia molto positiva – ha aggiunto il governatore durante un punto stampa – dobbiamo consolidarla e fare ancora passi avanti. Bisogna dire innanzitutto grazie ai lombardi, perché se ciò si è ottenuto è grazie al rispetto delle norme”.

Ore 18.15 – Cinque regioni cambiano colore – Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, firmerà una nuova ordinanza con cui si dispone l’area arancione per le Regioni Calabria, Lombardia e Piemonte (che erano in area rossa) e l’area gialla per le Regioni Liguria e Sicilia (che erano in arancione). L’ordinanza, riferisce il ministero, sarà in vigore da domenica 29 novembre.

Ore 17.20 – Kompatscher, non ci sono condizioni per turismo invernale – “La situazione epidemiologica non permette l’inizio del turismo invernale”. Lo ha ribadito il presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher parlando della riapertura degli impianti di risalita. “Non voglio parlare di date, nelle prossime settimane non ci sarà il turismo invernale”, ha precisato Kompatscher. “Sappiamo che migliaia di persone operano nel settore turistico e quindi sono interessate migliaia di famiglie ma non ci sono le condizioni per la ripresa del turismo invernale che sarà comunque anche una scelta a livello nazionale ed europeo”. Lo ha ribadito il governatore dell’Alto Adige, Arno Kompatscher in merito all’ormai certa non apertura della stagione invernale prima di Natale. “Lunedì riprenderanno gli allenamenti degli atleti che parteciperanno alle gare internazionali Fis e a quelle juniores a livello nazionale – ha precisato Kompatscher – Resta vietato l’agonismo a livello locale e associativo”.

Ore 17 – Il bollettino di oggi – In leggero calo la curva epidemica in Italia: 28.352 casi oggi, contro i 29.003 di ieri, con 222.803 tamponi, circa 10mila in meno di ieri, secondo il consueto bollettino sulla diffusione del Coronavirus in Italia pubblicato dal Ministero della Salute e dalla Protezione Civile. La percentuale positivi-tamponi, ieri al 12,4 per cento, torna a salire al 12,7 per cento, ma va sottolineato che rispetto a venerdì scorso i nuovi casi sono circa 9mila in meno. (I dati completi)

Ore 15.51 – Rt Italia scende a 1.08, in 10 regioni già sotto 1 – L’indice di contagio Rt in Italia è sceso a 1,08 nella settimana 16-22 novembre, contro l’1,18 della settimana precedente, con 10 regioni che hanno già un indice inferiore a 1, ossia sono ufficialmente in discesa. È quanto si legge nella bozza del report di monitoraggio ministero della Salute-Iss. Andando nel dettaglio della bozza del report ministero della salute Iss l’Abruzzo ha un indice di contagio Rt di 1.06; la Basilicata 1.21; la Calabria 0.92; la Campania 1; l’Emilia Romagna 1.07; il Friuli Venezia Giulia 1.09; il Lazio 0.88; la Liguria 0.76; la Lombardia 1.17; le Marche 0.93; il Molise 1.17; il Piemonte 0.89; la provincia autonoma di Bolzano 1; provincia autonoma di Trento 0.81; la Puglia 0.99; la Sardegna 0.71; la Sicilia 1.04; la Toscana 1.2; l’Umbria 0.74; la Valle d’Aosta 0.99; il Veneto 1.2.

Ore 16.10 – Iss: evitare contatti non necessari – L’epidemia è in chiaro rallentamento, ma “si conferma la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie, e rimanere a casa il più possibile”. E’ quanto si sottolinea nella bozza del report settimanale di monitoraggio ministero della Salute-Iss, secondo cui “rimane essenziale evitare gli eventi aggregativi (mass gatherings) che, se effettuati, porteranno ad un rapido nuovo aumento nel numero di nuovi casi”. I dati, sottolineano gli esperti, “sono incoraggianti e segnalano l’impatto delle misure di mitigazione realizzate nelle ultime settimane”, ma “l’incidenza rimane ancora troppo elevata per permettere una gestione sostenibile, pertanto sarà necessario raggiungere livelli di trasmissibilità significativamente inferiori di 1 consentendo una rapida diminuzione nel numero di nuovo casi di infezione e, conseguentemente, una riduzione della pressione sui servizi sanitari territoriali ed ospedalieri”.

Ore 16.04 – Prima settimana con diminuzione di tendenza – Questa settimana si osserva “per la prima volta in varie settimane una diminuzione nell’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 giorni”, scesa a 706.27 per 100,000 abitanti nel periodo 9/11-22/11, mentre era a 732,6 per 100,000 abitanti nel periodo 2/11-15/11, “sebbene questa rimanga a livelli molto alti. In diverse Regioni, tuttavia, si continua a segnalare una incidenza in aumento”. E’ quanto rileva la bozza del report settimanale di monitoraggio di ministero della Salute e Iss.

Ore 15.56 – Iss: 10 Regioni ancora a rischio alto – Malgrado il rallentamento dell’epidemia 10 Regioni sono ancora “classificate a rischio Alto di una trasmissione di SARS-CoV-2”. E’ quanto rileva la bozza del report settimanale di monitoraggio di ministero della Salute e Iss. Si tratta di Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Fvg, Lombardia, Bolzano, Puglia, Sardegna e Toscana, cui si aggiunge la Calabria, giudicata “non valutabile” e quindi equiparata a rischio alto”. Di queste 10, 9 sono state classificate a rischio Alto e/o equiparate a rischio Alto per 3 o più settimane consecutive, questo prevede specifiche misure da adottare a livello provinciale e regionale in base al documento “Prevenzione e risposta a Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale”. Delle 10 Regioni a rischio Alto o ad esso equiparate, 5 presentano una trasmissibilità calcolata al 4 novembre compatibile con uno scenario di trasmissione 2 e le 5 restanti hanno uno scenario di tipo 1 tranne in un caso in cui tale classificazione non è considerata affidabile per incompletezza dei dati. Le rimanenti Regioni/PA sono classificate a rischio moderato di cui 7 con una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese e presentano una trasmissibilità calcolata al 4 novembre compatibile con uno scenario di trasmissione 2 in due di queste e con uno scenario di tipo 1 per la rimanente. Data la trasmissibilità e la probabilità elevata di un imminente passaggio alla classificazione di rischio alto, sottolinea il report, “si raccomanda alle autorità sanitarie delle 7 Regioni/PPAA con una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese di valutare la opportunità di adottare, anche a livello sub-regionale, ulteriori misure di mitigazione previste per il proprio livello di rischio nel documento “Prevenzione e risposta a Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale”.

Ore 15.52 – Epidemia rallenta, quasi ovunque rischio 1 – L’epidemia in Italia “seppur intensificandosi per gravità a causa di un aumentato impatto sui servizi assistenziali, mostra una riduzione nella trasmissibilità rispetto alla settimana precedente e questo è un segnale di impatto importante delle misure di mitigazione introdotte”. E’ quanto si legge nella bozza del report settimanale di monitoraggio ministero della Salute-Iss. “Nella maggior parte del territorio – sottolineano gli esperti – la trasmissibilità è compatibile con uno scenario di tipo 1, in miglioramento rispetto a quello della settimana precedente ma con Rt puntuale ancora >1 nel suo valore medio in diverse Regioni/PA”.

Ore 15.25 – Fontana, Lombardia zona arancione; a breve decisione – “Grazie ai sacrifici dei lombardi, apprezzati i dati epidemiologici, ora siamo in zona arancione e potremo riaprire gli esercizi commerciali. A breve la decisione del Governo”. A scriverlo su Twitter è il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.

Ore 14.23 – Fraccaro: “Piste sci importanti ma necessaria prudenza” –“Il mondo legato alle piste da sci è una realtà importante per il Paese che lega insieme sport, ambiente, economia e valorizzazione dei territori. Tuttavia è doverosa la massima prudenza per non vanificare gli sforzi e i sacrifici che stiamo facendo. L’obiettivo e’ quello di garantire la sicurezza dei cittadini ma sul tema l’attenzione del Governo e’ massima”. Lo dichiara il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro.

Ore 13.00 – Giani: dal 4 dicembre la Toscana torna in zona arancione  – “La Toscana ha condizioni che sono quelle di zona arancione, anzi io direi di zona gialla in realtà. Ne ho parlato col ministro Speranza e dobbiamo rispettare le procedure di legge per rientrare quantomeno in zona arancione. Oggi la Toscana è in zona rossa e lo deve restare per legge per almeno 14 giorni per garantire continuità di condizioni migliori per 14 giorni. Venerdì 4 il ministro Speranza potrà firmare l’ordinanza che riporterà la Toscana in zona arancione”. Lo ha annunciato con un video sulla sua pagina Facebook il presidente della Toscana, Eugenio Giani.

Ore 11.40 – Al via riunione di Conte con i capi delegazione – È iniziata a Palazzo Chigi la riunione tra il premier Giuseppe Conte e i capi delegazione dei partiti di maggioranza. Sono presenti all’incontro anche il ministro Francesco Boccia e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro. Sul tavolo ci sono le nuove misure anti-Covid da adottare con il nuovo dpcm e in particolare quelle per il Natale.

Ore 10.30 – Odine medici Roma, 610 Usca in Italia su 1.200 previste – “In Italia sono state fatte 610 Unità speciali di continuità assistenziale Usca sulle 1200 previste, in alcune regioni le hanno anche cancellate, il risultato è che nelle regioni dove non ci sono le Usca c’è il tasso di ospedalizzazione più alto”. Ad affermarlo è Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei medici di Roma, intervenuto a Radio Cusano Campus.

Ore 09.10 – Nicola Piovani a casa dopo 5 settimane isolamento ospedale – “A metà di ottobre sono stato ricoverato in ospedale perché positivo al Covid, con sintomi evidenti. Ora dopo cinque settimane di isolamento ospedaliero, sono tornato a casa “negativo”, guarito e in buona forma. Ringrazio i medici, gli infermieri e tutto il personale del Policlinico di Tor Vergata che mi hanno curato con grande scrupolo e competenza”. Cosi’ Nicola Piovani, compositore, direttore d’orchestra e premio Oscar nel 1999 per le musiche del film ‘La vita è bella’, in una nota della Siae.

Ore 09.40 – Zampa: “A Natale coprifuoco resterà alle 22” – “A Natale resterà sicuramente il coprifuoco delle ore 22”. Lo ha confermato Sandra Zampa, sottosegretaria alla Salute, intervenendo a Radio anch’io su Rai Radiouno sulle misure del governo per l’emergenza Coronavirus.

Ore 07.00 – Governo vuole lasciare la Lombardia in zona rossa. Irritazione di Fontana – Come riporta AGI, l’orientamento del Governo è quello di lasciare dal 27 novembre la Lombardia e probabilmente le altre regioni considerate ad alto rischio ancora in zona rossa. “Conviene alle regioni non allentare la morsa, così riusciranno a far passare un Natale tranquillo”, spiega una fonte di governo. Ma il presidente Fontana non nasconde la sua irritazione: “La regione è da due settimane pienamente nei parametri previsti per il passaggio in zona arancione. Non togliere le restrizioni – osserva – significa non fotografare la realtà dei fatti e non considerare i grandi sacrifici dei lombardi”. In serata una telefonata tra Fontana e il ministro Speranza è servita per stemperare le tensioni: “Ci siamo lasciati con l’impegno di riaggiornarci a molto presto”, ha spiegato il governatore.

Ore 06.00 – Crisanti: “È chiaro che con i dati il vaccino lo faccio” – “Non rifarei quell’affermazione nello stesso modo, ma il senso era quello, è stata usata in maniera sensazionalistica. Ma è chiaro che, con i dati, il vaccino lo faccio. Sono fiducioso di giungere a una conclusione ragionata e trasparente”. Lo ha detto, ospite a ‘Piazzapulita’ su La7, il virologo Andrea Crisanti.

CORONAVIRUS, COSA È SUCCESSO IERI IN ITALIA

Conte, servono ancora sacrifici, non abbassare guardia – “E’ necessario fare ancora sacrifici, non possiamo abbassare la guardia, sarà un Natale diverso, ma non possiamo ritrovarci con alto numero di decessi e con un nuovo stress sulle strutture sanitarie”. Lo ha detto il presidente dle Consiglio, Giuseppe Conte, al Tg5. Poi ha aggiunto: “Domani è una giornata importante: mi aspetto un RT che e’ arrivato all’1, sarebbe un segnale importante della riduzione del contagio. E mi aspetto anche che molte regioni che ora sono rosse diventino arancioni o gialle. Sarebbe un bel segnale”.

Boccia: “Gesù bambino può nascere anche due ore prima” – “Seguire la messa, e lo dico da cattolico, due ore prima o far nascere Gesù bambino due ore prima non è eresia”. Lo ha affermato Francesco Boccia, parlando delle misure anti-Covid in vista del Natale nell’ambito del confronto con le Regioni che si è tenuto oggi in vista del Dpcm che dovrebbe entrare in vigore a partire dal 3 dicembre. Secondo il ministro, “eresia è non accorgersi dei malati, delle difficoltà dei medici, della gente che soffre. Non facciamo i sepolcri imbiancati. Il Natale non si fa con il cronometro, ma è un atto di fede”. Intanto i presidenti di Regione spingono per riaprire le scuole dopo Natale, e cioè al nuovo anno, anche se la ministra Azzolina ha proposto il 9 dicembre come possibile data per il ritorno a scuola degli studenti della seconda, della terza media e delle superiori nelle Regioni in fascia intermedia di rischio.

Arcuri, curva contagi si sta finalmente congelando –  “La curva dei contagi si sta finalmente raffreddando se non congelando”. Lo ha detto il Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, nel corso della conferenza stampa per fare il punto sulle attività per il contrasto e il contenimento dell’epidemia.

Scuola: maggioranza regioni per riapertura nuovo anno – La maggioranza delle regioni spinge per la riapertura delle scuole al nuovo anno, dopo Natale quindi e non prima. È quanto emerso dal confronto tra l’esecutivo e i presidenti di Regione sulle misure anti-Covid in vista del nuovo Dpcm del 3 dicembre. Ad eccezione del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, il quale si è detto favorevole alla riapertura prima di Natale almeno per quanto riguarda le seconde e le terze medie. La data proposta dalla ministra Azzolina è quella del 9 dicembre e nelle intenzioni riguarda sia le scuole superiori sia le seconde e terze medie nelle regioni in fascia intermedia di rischio.

Il vertice si è tenuto in seguito all’incontro dell’esecutivo sulle misure da adottare per regolare le feste natalizie. Ma entrambi sarebbero stati interlocutori in attesa dei dati sul livello del contagio. A Palazzo Chigi si ragiona anche dei comportamenti raccomandati per le festività. Nell’incontro Stato-Regioni i governatori sono intervenuti su vari temi, dalla necessità di puntare sui tamponi rapidi a quella di decidere presto sul turismo invernale. La linea che è emersa finora da parte dei presidenti di regioni – secondo quanto viene riferito – è che se gli impianti sciistici devono restare chiusi occorre certificarlo subito e mettere al più presto a disposizione le risorse per ristorare le attività che verrebbero danneggiate.

In corso riunione Conte e capidelegazione maggioranza – In corso a palazzo Chigi una riunione tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e i capidelegazione. Sul tavolo le misure anti-Covid in vista del prossimo Dpcm. Oltre al premier partecipano i ministri Dario Franceschini, Alfonso Bonafede, Teresa Bellanova, Roberto Speranza e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro.

Sileri: “In 3 mesi dovremmo vaccinare 6-10 milioni di persone” – Il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, non farà il vaccino anti-Covid a gennaio. “Inizialmente le prime dosi dovranno essere riservate alla popolazione a rischio, io non sono più importante di un medico del pronto soccorso. Quando sarà il mio turno, certo che il vaccino lo farò”, ha detto Sileri a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora. Quanti saranno i vaccini disponibili? “Dipenderà dal numero di dosi che verranno distribuite in Italia ed in Europa, farà la differenza anche il tipo di vaccino che sarà utilizzato. Auspicabilmente se si inizierà a fare vaccini a gennaio/febbraio sarebbe utile riuscire a vaccinare tra i 6 e 10 milioni di persone in tre mesi. Oltre alla vaccinazione iniziale ci sarà una seconda dose di richiamo”, ha detto il viceministro.

Misiani: “Dovremo stringere denti ancora per molti mesi” – Il governo rinnova in Senato “l’invito al dialogo a tutti i gruppi parlamentari per proseguire un percorso di condivisione dello sforzo della politica economica di sostegno a imprese e famiglie che dovremo proseguire anche nei prossimi mesi”. Lo ha detto il vice ministro all’Economia, Antonio Misiani, al termine della discussione generale sullo scostamento di bilancio. “Sono arrivate notizie positive sul fronte della ricerca e sui vaccini”, ha aggiunto, “ma dovremo stringere i denti per ancora per molti mesi. Abbiamo il dovere di fare un discorso di verità agli italiani e di assumerci la responsabilità, sul fronte della politica economia, di proseguire con le misure di sostegno alle imprese e alle famiglie che guardano all’emergenza. Contemporaneamente – ma lo faremo nella discussione sulla legge di bilancio – dobbiamo costruire un progetto di medio e lungo periodo che rilanci lo sviluppo nel nostro Paese”, ha concluso.

Pediatri, riaprire scuole o gravi effetti su bimbi – Il tema della riapertura delle scuole è “cruciale”. E’ quanto sostengono gli esperti che si riuniranno al Congresso Straordinario Digitale della Società Italiana di Pediatria (Sip), dal titolo “La Pediatria italiana e la Pandemia da SARS-CoV-2”, che si aprirà domani e in programma sino al 28 novembre. “E’ urgente l’apertura delle scuole per evitare che alla crisi sanitaria ed economica se ne aggiunga una educativa e sociale dalle conseguenze pesanti per tutti i bambini”, sottolineano. “Le infezioni da SARS-CoV-2 sono più basse nei bambini rispetto agli adulti e sembrano seguire la situazione piuttosto che guidarla”, spiega Rino Agostiniani, vicepresidente della Sip. “E’ più facile che sia un adulto a infettare un bambino che viceversa. Secondo gli ultimi dati del ministero dell’Istruzione, diffusi il 15 ottobre, gli studenti contagiati erano 5.793, lo 0,08 % del totale, i docenti 1.020, cioè lo 0,13, e il restante personale scolastico 283, cioè lo 0,14, a testimonianza che le scuole sono luoghi sicuri”, aggiunge.

Spallanzani, 251 ricoverati, per 37 terapia intensiva(-4) – Diminuisce il numero dei pazienti positivi al coronavirus ricoverati allo Spallanzani di Roma: oggi sono 251 a fronte dei 259 di ieri, quindi otto in meno. L’ospedale romano precisa che 37 di questi pazienti necessitano di terapia intensiva (-4 rispetto a ieri) e che i dimessi e trasferiti a domicilio o presso altre strutture territoriali sono a questa mattina 1.314.

Crisanti, “picco superato, ma avremo ancora tanti morti” – “Il  rapporto all’11,2% tra i tamponi positivi e quelli processati ci dice che la percentuale dei positivi sta scendendo ed è un fatto che è indipendente dal numero dei tamponi fatti. E quindi è un segno che la trasmissione sta calando, probabilmente abbiamo passato il picco. Anzi sicuramente”. Ma il numero dei morti “purtroppo è destinato a rimanere stabile perlomeno per altre due o tre settimane, magari con leggeri cali”. Lo dice Andrea Crisanti, direttore del laboratorio di microbiologia dell’Università di Padova, intervistato su RaiNews24 nel corso della trasmissione quotidiana Studio24. Per Crisanti, i decessi “riflettono le infezioni che si sono verificate 2, 3 settimane fa, quando l’Italia stava nella fase esponenziale. Registreremo quotidianamente ancora tanti decessi, speriamo non a questi ritmi, ma saranno ancora numeri importanti. Purtroppo la curva dei decessi non è parallela a quella dei contagi. Lo abbiamo imparato dalla prima ondata”.

Calabria: sit-in Cgil, Cisl e Uil su emergenza sanità – A Catanzaro si sta tenendo il sit-in organizzato, davanti alla sede della Regione, da Cgil, Cisl e Uil Calabria per denunciare l’emergenza sanità e i ritardi nella nomina del nuovo commissario da parte del governo nazionale. Alla mobilitazione partecipano alcune centinaia di manifestanti, un numero contingentato per evitare assembramenti incontrollati e non rispettosi delle misure anti-coronavirus.

Guerini: “Difesa contribuirà a distribuzione vaccino” – “La Difesa, come ha sempre fatto dall’inizio della pandemia, fornisce e fornirà tutto il supporto richiesto dalle autorità predisposte, in termini di concorso delle Forze Armate alla distribuzione e alla somministrazione del vaccino alla popolazione italiana”. Lo ha detto il ministro della Difesa Lorenzo Guerini rispondendo in question time al Senato sui vaccini e la sua distribuzione e possibile impiego della Difesa e di come si stanno organizzando le Forze Armate. “In tale ottica il Comando Operativo Interforze ha già avviato un processo di pianificazione – ha spiegato – che prevederà, ad esempio, per quel che riguarda il contributo alla distribuzione del vaccino, l’impiego, se ritenuto necessario dalle suddette autorità, delle infrastrutture logistiche e degli assetti di trasporto delle Forze Armate; e per quanto riguarda la somministrazione, l’ampliamento e la trasformazione della rete dei drive through presenti in tutto il territorio; infine, per eventuali esigenze specifiche, quali ad esempio l’intervento presso presidi residenziali per anziani,  la composizione di team sanitari mobili, pronti all’occorrenza”.

Gimbe: “Non ridurre misure a Natale, subito risalita curva” – Non allentare le misure di contenimento dell’epidemia da Covid-19 in prossimità delle festività natalizie, c’è il grosso rischio che poi a fine anno, o a inizi 2021, la curva dei contagi possa risalire, andando a sovraccaricare gli ospedali e per giunta a ridosso del picco dell’influenza stagionale. Lo dice la Fondazione Gimbe, diffondendo i dati del monitoraggio sull’epidemia nella settimana 18-24 novembre, da cui emerge un calo della curva ma anche il dato che siamo in piena seconda ondata. E lancia l’appello a governo e Regioni perché non cedano alla tentazione di ridurre le misure, invitandoli a scelte coraggiose sebbene impopolari. Con l’approssimarsi della scadenza del dpcm in vigore dal 3 novembre – sottolinea Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione – e delle imminenti festività natalizie, il dibattito pubblico si concentra sul possibile allentamento delle misure per favorire i consumi e la possibilità di festeggiare con amici e parenti”. Ma l’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) mette in guardia sui rischi di revocare le misure restrittive: secondo i modelli predittivi appena pubblicati una loro revoca il 7 o il 21 dicembre porterebbe ad una risalita dei ricoveri, rispettivamente in prossimità del Natale o nella prima settimana di gennaio 2021.

M5s, risoluzione malati oncologici per garantire cure –  “Abbiamo visto come, per via del Covid-19, nella prima ondata il 20-30% dei trattamenti oncologici sia stato rimandato. La normale attività di screening e di cura di malattie anche severe ha subito pesanti rallentamenti. Ogni anno circa 413.000 cittadini in Italia muoiono per malattie cardiovascolari, oncologiche e onco-ematologiche e 153.000 per altre patologie, ogni anno, in Italia, circa 370.000 cittadini sono colpiti dal cancro. Per evitare che aumenti la mortalità per patologie non Covid è fondamentale garantire la continuità delle cure in totale sicurezza, per proteggere soprattutto i pazienti più fragili. Per garantire tutto questo la Commissione Igiene e Sanità del Senato ha approvato una risoluzione che ricorda quanto sia urgente disporre in ogni regione di una rete oncologica che consenta il potenziamento e l’innovazione, strutturale e di processo, di cui il Servizio sanitario nazionale ha urgente bisogno”. Così i componenti del Movimento 5 Stelle in Commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama.

Ricciardi: “Riaperture? Ne parliamo non prima di 2 settimane” – E’ possibile cominciare a parlare di riaperture? “L’aspetto positivo degli ultimi giorni è che c’è stato un rallentamento della crescita – dice Walter Ricciardi  consulente del ministro della Sanità – quella che si chiama una tendenza all’appiattimento della curva epidemica, ma siamo ancora in presenza di un aumento che riguarda migliaia di casi. Dobbiamo avere pazienza, continua ad applicare rigorosamente queste misure nei diversi territori nazionali e tra due settimane cominciare a ragionare di cosa si può fare a seconda della circolazione del virus. Prima è un azzardo”.

Leggi anche: 1. Esclusivo TPI: Un documento riservato di ATS Milano rivela i veri numeri dietro la catastrofe dei vaccini 2“Con il Covid tornati indietro di 20 anni nell’assistenza sanitaria: avremo più morti anche nel lungo termine” 3. Bologna, studenti Erasmus organizzano festino in casa: i vicini chiamano la polizia 4. Beppe Sala attacca Regione Lombardia: “Sulla sanità, è tutto da rifare”

5. Covid, il vaccino Oxford/Astrazeneca ha un’efficacia media del 70% 6. Vaccino anti-Covid, la lettera di Crisanti: “Ho espresso un concetto di buon senso, contro di me un inferno mediatico senza precedenti” 7. “In Puglia rischiamo una nuova Bergamo, dovremo scegliere chi intubare”: parla il presidente dei rianimatori

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