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Carcere di San Gimignano, Salvini difende i poliziotti condannati per torture: “Hanno fatto il loro lavoro”

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Il leader della Lega, Matteo Salvini, Roma, 16 febbraio 2021. ANSA/ ETTORE FERRARI

Il leader della Lega Matteo Salvini è tornato a difendere gli agenti di polizia penitenziaria prima indagati e ora condannati per tortura e lesioni aggravate contro un detenuto nel carcere di San Gimignano, in provincia di Siena. Salvini, che si era già recato sul posto un anno e mezzo fa, quando il caso delle violenze era esploso, è tornato nel carcere una seconda volta. Per il segretario del Carroccio, gli agenti “hanno fatto con prudenza e attenzione il loro lavoro, e se qualcuno non ama le divise cambi mestiere”.

L’episodio per cui i 10 agenti sono stati condannati risale all’ottobre del 2018. Si tratta di un pestaggio avvenuto ai danni di un 31enne tunisino durante un trasferimento coatto di cella. Le violenze sono documentate in un video. Ma per Salvini questo non basta, come non basta la sentenza di condanna del tribunale di Siena, che rappresenterebbe “il primo caso al mondo di tortura postdatato di 13 mesi e senza torturato”.

Il riferimento è al fatto che il detenuto, forse per paura di ritorsioni, non ha mai denunciato quanto accaduto. Il caso è scoppiato dopo che un’operatrice del carcere ha scritto una lettera al tribunale di sorveglianza. La condanna è basata, oltre che sul video, anche su numerose testimonianze di detenuti, raccolte dagli inquirenti.

Altri 5 agenti coinvolti nell’inchiesta vedranno iniziare il processo con rito ordinario a maggio. Oltre ai poliziotti è arrivata una condanna a quattro mesi nei confronti del medico del carcere, che si sarebbe rifiutato di visitare e refertare il detenuto.

Leggi anche: Carcere di San Gimignano, 10 agenti di polizia penitenziaria condannati per tortura e lesioni aggravate

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