Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 21:34
Pirelli Summer Promo
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Cronaca

Caos sul mix di vaccini. “Ci state trattando come cavie”. E c’è chi chiede di continuare con AstraZeneca

Immagine di copertina
Fiale dei vaccini anti Covid-19, da sinistra, AstraZeneca, Johnson & Johnson, Pfizer e Moderna. Credit: Ansa

Il richiamo eterologo indicato dal governo e dal Cts non convince del tutto. Nei centri vaccinali, chi deve fare il richiamo dopo la prima dose di AstraZeneca, rifiuta il mix della seconda dose con Pfizer o Moderna. Le Regioni frenano e restano in attesa del parere di Aifa. Cosa sappiamo finora sulla combinazione farmacologica: in quali Paesi è stato già adottato il cocktail di siero e quali studi scientifici sono stati pubblicati finora

Non convince del tutto la decisione del governo e del Cts sul richiamo eterologo per gli under 60 che in prima battuta hanno ricevuto la dose AstraZeneca. È l’ennesima giravolta sul siero anglo-svedese. Ora è stata imposta la seconda dose tassativamente con Pfizer o Moderna. Vaccini diversi, a vettore virale il primo e a mRna i secondi, oltre che di un marchio diverso.

S&D

La circolare del ministero su AstraZeneca, no agli under 60 e richiami con vaccino diverso

La decisione del ministero della Salute ha limitato la somministrazione dei vaccini AstraZeneca e Johnson & Jonhson, entrambi a vettore virale, agli over 60. Per chi ha meno di 60 anni, invece, e ha ricevuto la prima dose con AstraZeneca, il ciclo sarà completato con Pfizer o Moderna. Un mix deciso in corsa dopo la morte di Camilla Canepa, la 18enne colpita da trombosi affetta da una malattia autoimmune e deceduta alcuni giorni dopo che le era stata somministrata la prima dose di AstraZeneca a un “open day” vaccinale.

Crisanti: “Mix vaccini? Non sappiamo se è sicuro”

Sulla presa di posizione governativa del siero diverso per la seconda dose è scettico il virologo Andrea Crisanti. Al momento non ci sono sufficienti studi sulla combinazione di due vaccini anti Covid diversi, con il microbiologo dell’Università di Padova che dichiara: “Nessuno lo può dire se il mix sia sicuro. Sicuramente i dati sulla seconda dose di Astrazeneca ci sono, sulla vaccinazione ‘eterologa’ no; magari funziona, magari ha dei problemi. Dovrebbero pronunciarsi gli enti regolatori e tutti gli altri dovrebbero fare un passo indietro. Senza i dati non ci si vaccina“.

“Dal punto di vista teorico e immunologico non dovrebbero esserci problemi, però c’è un aspetto formale da non sottovalutare, nel senso che questa è una combinazione di cui non si sa efficacia e durata“. Imporre agli under 60 di cambiare con la seconda dose “è una procedura che non è stata validata. Magari funziona pure, però abbiamo degli organi regolatori a cui è demandata la regolazione di queste procedure, non è che uno si alza la mattina e le cambia“, sottolinea Crisanti con LaPresse, “nessuno lo può dire se il mix sia sicuro. Dal punto di vista teorico non ci sono controindicazioni, ma una cosa è la teoria e un’altra è la pratica”.

Le Regioni frenano sul mix vaccini: “Prima l’Aifa chiarisca”

La nuova decisione del ministero della Salute di sostituire la seconda dose di AstraZeneca con quella di un vaccino a Rna messaggero non convince nemmeno le Regioni. Alcune sono già partite, altre inizieranno oggi, altre ancora sono incerte e in attesa di una nuova indicazione da Aifa.

Lombardia prima no poi sì – Tra queste la Lombardia che ieri, sabato 12 giugno, aveva deciso di sospendere la seconda dose con un vaccino diverso (scelta che resta nel week end) salvo poi ricredersi dopo una telefonata chiarificatrice tra l’assessora al Welfare Letizia Moratti e il ministro Roberto Speranza. Il motivo della diffidenza risiedeva nella mancata trasparenza sulla pubblicazione del parere dell’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, sulla combinazione tra vaccini. Fonti al Corriere della Sera rivelano che “questo parere è in realtà allineato a quello del Cts e vedrà presto la luce”.

Lazio, richiamo con AstraZeneca a chi lo chiede – Il Lazio, come riporta Repubblica, ha invece sollevato la questione di chi non vuole cambiare il vaccino ma confermare il richiamo con AstraZeneca. Non si può obbligare qualcuno a non proseguire un trattamento sanitario già iniziato con un medicinale. E infatti Aifa nel suo parere, posto poi alla base della circolare ministeriale, aveva raccomandato “di considerare la possibilità di effettuare la seconda dose con un vaccino a mRna”. Ancora una volta si parla di possibilità e raccomandazioni, non obblighi.

Le testimonianza dagli hub vaccinali: “Ci state trattando come cavie”: c’è chi rifiuta il mix della seconda dose

Il cocktail di vaccini spaventa le persone. Nel servizio di Repubblica al centro vaccinale allestito alla stazione Termini di Roma, la giornalista ha ascoltato le perplessità della gente. “Ma la seconda dose cambia?”, è la domanda più frequente di chi attende il richiamo di vaccino all’hub romano. Chi rifiuta il mix della seconda dose dice con rabbia: “Ci state trattando come cavie”. Su mille prenotati di ieri a Termini, 40 hanno rifiutato: “Non sulla nostra pelle”.

“Mi sembra una decisione un po’ incoerente questa del richiamo diverso”, dice un’insegnante di 39 anni in attesa del richiamo intervistata da Repubblica. La donna aveva fatto la prima dose di AstraZeneca a marzo. All’hub vaccinale sono tante le persone che preferiscono chiudere il ciclo del vaccino con AstraZeneca piuttosto che cambiare siero in corsa e che quindi rifiutano la seconda dose eterologa. “Siamo delle cavie. Comunque accetterò, mi fido della scienza e dei medici – dice un’altra intervista – ma ho paura che con questi vaccini si stia giocando troppo d’azzardo”.

“Avrei dovuto fare la prima dose il 17 marzo, poi c’è stato il blocco per le trombosi e sono stata rimandata al 26 marzo, quando già c’era l’indicazione di darlo agli over 60 – spiega la donna che ha meno di 60 anni – Avrei potuto rifiutare, aspettare che si sbloccasse la mia fascia di età e poi scegliere. E invece no, ho deciso di fare AstraZeneca, me ne sono assunta la responsabilità. E adesso…”.  La donna a chiest “pronta a fare una scenata se non mi danno Astra”. Poi, una mezz’ora dopo, riemerge col cerotto sul braccio: “Non c’è stato modo, mi hanno detto o fai la seconda dose Pfizer o niente. Alla fine ho accettato. Speriamo che tra due mesi qualcuno non dica che è stata una scelta scellerata”.

“Dalle 9 di stamattina circa una persona su 25 ha rifiutato la somministrazione del richiamo eterologo”, dice la dottoressa Carlotta Marrangone, una delle coordinatrici sanitarie dell’hub di Termini a Rep. “Sono tutti timorosi, c’è la grande paura di eventuali effetti avversi relativi al mix dei vaccini – prosegue il medico – Poi la maggioranza si tranquillizza. Stiamo spiegando loro che il mix si può fare, anche altri paesi lo hanno adottato, e potrebbe anche offrire una maggiore copertura. Non è facile. Ma queste sono le direttive“, conclude la dottoressa.

Il mix vaccini negli altri Paesi e gli studi pubblicati finora

L’idea del mix vaccinale non è nuova, in passato è stata testata per alcuni vaccini sperimentali contro HIV. La decisione del cocktail di dosi da parte dell’Italia segue quella di altre nazioni come Germania, Spagna, Francia, Danimarca, Norvegia, Finlandia e Canada. Una scelta che però non è basata su solidi dati poiché è solo da poco tempo che si è iniziata a testare tale approccio.

Sono due gli autorevoli studi scientifici sul richiamo eterologo pubblicati finora: uno in Spagna e l’altro in Gran Bretagna. Nel Regno Unito, ricerca testata su 830 persone, è emerso che l’utilizzo di un mix di vaccini anti Covid (AstraZeneca e Pfizer) appare in grado di produrre una frequenza leggermente maggiore di effetti collaterali non gravi “a breve termine”, ma non comporta “preoccupazioni per la sicurezza” delle persone. La ricerca sul mix non ha verificato sostanziale differenze tra la somministrazione di una prima dose AstraZeneca e un richiamo Pfizer e viceversa. Nel secondo studio clinico, quello effettuato in Spagna, invece, su 673 volontari, a cura dell’Istituto Sanitario Carlos III, un organismo pubblico spagnolo, ha concluso che somministrare il vaccino anti-Covid di Pfizer come seconda dose a persone che hanno ricevuto la prima di AstraZeneca è sicuro e aumenta la risposta immunitaria.

Ti potrebbe interessare
Cronaca / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Cronaca / 25 aprile 2024: supermercati e negozi aperti o chiusi in Italia per la Festa della Liberazione. Info e orari
Cronaca / Perché la Festa della Liberazione si celebra il 25 aprile? Il motivo
Ti potrebbe interessare
Cronaca / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Cronaca / 25 aprile 2024: supermercati e negozi aperti o chiusi in Italia per la Festa della Liberazione. Info e orari
Cronaca / Perché la Festa della Liberazione si celebra il 25 aprile? Il motivo
Cronaca / Venezia: dal campanile di San Marco cadono alcuni pezzi di cemento armato
Cronaca / Femminicidi, Amnesty: "97 donne uccise, 64 da partner o ex"
Cronaca / Pandoro Ferragni-Balocco, per il giudice ci fu una “pratica commerciale scorretta”
Cronaca / Piero Fassino denunciato per furto a Fiumicino: “Ma io volevo pagare”
Cronaca / Roma, ventenne stuprata da due nordafricani: adescata su Instagram
Cronaca / Processo Bochicchio, altro rinvio. E ora le parti civili puntano a far riaprire le indagini
Cronaca / Roma, allarme in hotel del centro per esalazioni tossiche: cinque intossicati