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In Campania muore un medico al giorno ma 2mila dottori sono parcheggiati per mancanza di concorso

L'età media dei medici campani è la più alta d'Italia, per questo sono i più esposti al Covid-19. La sanità è al collasso, ma le assunzioni sono ferme al 2018. Il presidente di Medici Senza Carriere Salvatore Caiazza lancia un appello: "La Regione apra i concorsi o le conseguenze saranno catastrofiche"

 

Solo nel giro degli ultimi tre giorni, sono morti in Campania cinque medici. Cinque camici bianchi che si aggiungono al lungo elenco di vittime del Covid. Cresce quindi sempre di più il bisogno di rinforzare la rete della sanità territoriale: secondo la stima delle Asl campane, al momento c’è una carenza di almeno 350 medici. Ma, come avevamo già denunciato in questo articolo, i concorsi per i medici generali sono fermi al 2018. Un enorme paradosso: gli ospedali campani sono allo stremo, mentre ci sono 2mila medici parcheggiati in graduatoria, in attesa di un bando regionale.

S&D

“La situazione sanitaria di questa Regione sta precipitando, ormai muore un dottore al giorno. Siamo in piena emergenza ed è assurdo che davanti a tutto questo non si faccia lavorare chi è pronto, in graduatoria, con tutti i titoli”, dice indignato Salvatore Caiazza, presidente dell’Associazione Medici Senza Carriere. Lo abbiamo intervistato per capire meglio le criticità che bloccano la sanità campana.

Qual è lo stato dell’arte della medicina generale in Campania al momento?
“C’è una grave carenza in medicina generale, in particolare di medici di famiglia su tutto il territorio e ormai abbiamo imparato che la guerra al Covid si vince sui territori e non certo nei Pronto soccorsi o negli ospedali. Nonostante ciò, Regione Campania persevera nel ritardo nell’assegnazione e pubblicazione degli ambiti carenti di medicina generale, ovvero i posti da dare ai medici di famiglia. Allo stato attuale siamo con 350 medici in meno, di cui 150 solo a Napoli. Quindi in Campania i medici non ci sono non per mancanza di risorse umane, ma per inadempienza della macchina regionale”.
In Campania l’ultimo concorso è del 2018. E in questi ultimi due anni cosa è stato fatto?
“L’ultimo bando pubblicato e assegnato risale al 2018 e nel 2020 è stato pubblicato quello del 2019 ma senza mai un’assegnazione: la Campania è l’unica regione a non essere in regola con i bandi obbligatori per legge e per l’accordo nazionale dei medici di base. Di norma, se ne deve pubblicare almeno uno ogni anno. Le altre regioni hanno già finito di assegnare tutti gli ambiti carenti e addirittura alcune regioni – come l’Emilia Romagna, il Piemonte, il Veneto – quest’anno hanno pubblicato addirittura due o tre bandi di gara ACN”.

La graduatoria non solo esiste, ma è stata anche riattualizzata nelle ultime settimane. Questi medici potrebbero quindi già entrare in azione?
“Allo stato attuale, basterebbero due settimane per le pratiche burocratiche per sbloccare tutto. Insomma, per fine anno potrebbero almeno chiudere il 2019. Ma già sappiamo che non sarà così…”
Perché i medici di famiglia in questo momento sono così fondamentali?
“La figura del medico di famiglia è essenziale. Perché il paziente, se non ha l’opportuna risposta sul territorio, che cosa fa? Preso dall’ansia, va a sovraffollare i Pronto soccorsi. Che paradossalmente sono i luoghi dove ci si può più facilmente contagiare. Quindi anche se il paziente non è contagiato, va in ospedale e si ammala. Capito quindi quanto è importante la figura del medico di famiglia?”.
Eppure la Regione Campania si sta lasciando scappare centinaia di medici. Quanti, come te, sono dovuti emigrare nel Nord Italia per lavorare?
“Sono almeno 50 i medici campani che attualmente lavorano in Lombardia, in Emilia, in Veneto e in Piemonte. Tutti gli altri che sono rimasti nella nostra terra, sono costretti ad un eterno precariato”.

Cosa diresti, se dovessi fare un appello a chi dovrebbe effettivamente occuparsi del concorso per i medici generali?
“Prima di tutto mi appello alla massima autorità, ovvero al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, poi al direttore generale della tutela della salute regionale, l’avvocato Antonio Postiglione affinché attivino in maniera efficiente la macchina regionale. Non è più opportuno dire solo ‘pubblicate e assegnate nei tempi’, per la situazione emergenziale in cui si trova la Campania, in cui si stanno ammalando e stanno morendo i medici di famiglia che hanno l’età media più alta della nazione, serve che immediatamente, anche con un decreto ad horas, il presidente De Luca assegni tutti quei posti mancanti.

Faccio un appello anche al sindaco di Napoli Luigi de Magistris, per intervenire nelle sue possibilità per far avere ai cittadini il giusto numero di medici di famiglia, che ora sono troppo pochi e sovraccaricati. La guerra al Covid non si vince nei Pronto Soccorsi e nei Covid Center, ma sul territorio. Se questo non accade, io purtroppo non riesco a prevedere le conseguenze, che secondo me potrebbero essere catastrofiche. L’esercito che combatte contro il virus c’è, è pronto. Ma al momento lo stanno lasciando fermo. Ecco: questo non è più ammissibile”.

L’INCHIESTA DI TPI SUI TAMPONI FALSI IN CAMPANIA: PARTE 1 
L’INCHIESTA DI TPI SUI TAMPONI FALSI IN CAMPANIA: PARTE 2
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