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Alessandra Matteuzzi uccisa dall’ex: l’odio degli hater anche dopo il suo assassinio

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Alessandra Matteuzzi uccisa dall’ex: l’odio degli hater anche dopo il suo assassinio

“Non era una santa neppure lei”, “Comunque come andava conciata”, “Chissà cosa gli ha fatto per arrivare a questo”. Alessandra Matteuzzi, la donna di 56 anni uccisa a Bologna lo scorso 23 agosto dal suo ex Giovanni Padovani, di 27 anni, continua a essere vittima. Anche dopo la morte. Sui social network, infatti, decine di haters continuano a insultarla, ponendola sulla stesso piano del suo assassino, che l’ha aspettata e ammazzata sotto casa. La famiglia di Alessandra a inizio ottobre aveva già denunciato 25 “hater” ma adesso, attraverso l’avvocato Chiara Rinaldi, è pronta a nuove querele.

S&D

Tra i messaggi già al vaglio degli investigatori, c’è anche quello di Donatello Alberti, direttore regionale della Croce Bianca (poi sospeso), che su Facebook ha scritto: “Comunque anche lei come andava conciata, ovvio che il ragazzo era geloso”. E a chi protestava per quelle parole, lui ha replicato: “comportatevi più sobriamente come le nostre nonne non siate scostumate e provocanti e gran parte delle aggressioni saranno evitate, la colpa prima di tutto è del mondo di oggi totalmente fuori controllo, la donna fa l’uomo e viceversa, ma dove siamo arrivati?”.

E ancora: “Ciò è dovuto più che altro alla sindrome da crocerossina che hanno molte donne, non dico sia un male ma è pericoloso”. Un altro utente aggiunge: “gesto brutale ovviamente…ingiustificabile ma lei santarella non era secondo me… ciò nonostante non giustifico un gesto simile”. E poi un insulto: “Semplicemente ridicola e finta”.

Una donna scrive: “Mi dispiace per lei ma a 57 anni ti metti con un ragazzino di 26 anni? Poteva essere suo figlio bisogna usare il cervello”. Un’altra donna ripete: “Bona basta una santa non era neppure lei”. I giudizi su Alessandra, uccisa a calci, martellate e persino a colpi di panchina, non si fermano qui: “Un’altra Santa… chissà sicuramente l’avrà tradito. Mi danno fastidio i commenti su di lei come fosse madre Teresa di Calcutta”.

Del resto, Padovani “si vedeva che non era una persona per bene… Chissà cosa gli avrà combinato per arrivare a quel punto…”, è un altro commento. “Entrambi ammalati, lei che esce con i ragazzini, lui che esce con una 60enne”“Ne conosco di donne così che arrivano a usarti come zerbino finché non sprofondi nella merda e loro godono, in questo però lui ha pensato bene di fargli capire che ci vuole rispetto, purtroppo per lui è andato oltre e adesso si è rovinato la vita”.

E ancora: “Però un po’ di colpa la dò (sic) alle donne di oggi che mostrano troppo il corpo e poi trovano i pazzi. Vedo adolescenti allo sbando e dopo piangono”. “È così evidente che sono due persone mentalmente disturbate”.

“Parliamo di una donna alla quale è stato sfondato il cranio e sfasciato il viso. Eppure si è arrivati a dire che se l’è cercata. Perché era disinvolta, viveva la sua vita, non seguiva i canoni che sembrerebbero obbligatori a 56 anni”, dice l’avvocato della famiglia, Chiara Rinaldi. “Sono al vaglio altri commenti, è un lavoro enorme”, prosegue la legale. Anche perché gli “hater” sono subdoli: spesso non scrivono un insulto diretto, ma giustificano l’operato di Padovani, l’ex che l’ha uccisa, “addossando a lei chissà quale tipo di responsabilità”. L’ultimo esempio? Sotto alla notizia dei fiori rubati dalla panchina rossa per Alessandra, inaugurata lo scorso 25 novembre nel parco sotto la casa dove viveva, c’è chi ha commentato: “Ci sono due vite rovinate”.

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