Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 08:00
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Di Battista
Immagine autore
Guida Bardi
Home » News

Di Maio scimmiotta Salvini e si occupa di Sanremo: così distrugge il M5S

Immagine di copertina
Luigi Di Maio

Il Movimento 5 Stelle deve decidere se consumarsi per amore del potere (ma ne vale la pena?), o se essere protagonista staccando la spina prima di tornare ad essere un piccolo movimento di protesta. Il commento di Giulio Cavalli dopo le elezioni regionali in Abruzzo

Per favore qualcuno avvisi Di Maio di lasciar perdere la democrazia diretta della giuria popolare di Sanremo, di smetterla di scimmiottare improbabili pasti per restare sulle orme del collega Matteo Salvini, e di sedersi con calma a valutare le percentuali di questi ultimi mesi di governo, che sembrano qualcosa di molto di più di un crisi passeggera come si vorrebbe far credere o come (ci auguriamo di no) potrebbe essere convinto.

Il Movimento 5 Stelle ha perso quasi 200mila voti in pochi mesi in una regione, l’Abruzzo, che il 4 marzo l’aveva visto trionfare (e chissà che anche questa lezione non serva per anche per quelli che pensano di poter nascondere con una buona narrazione ricostruzioni o progetti che stentano a partire).

Qualcuno dica a Di Maio che scimmiottare le posizioni di Salvini per voler partecipare alla grande ammucchiata di destra che sta coinvolgendo tutto il continente non ha nulla a che vedere con la natura del Movimento 5 Stelle, nato per tutt’altro: chi vuole la destra, il protezionismo, la supremazia della patria, non voterà mai la faccia da bravo ragazzo di Di Maio mentre ha di fianco l’originale belva di Salvini.

Lasciare tutto questo spazio a Salvini è stato un errore pazzesco. Il vicepremier, se ci pensate, ha messo bocca praticamente su tutto, assolutamente noncurante del ruolo definito del proprio ministero e atteggiandosi da premier; e ha anche avuto il buon cuore di portarsi con se in gita questi bravi ragazzi del Movimento e tal Giuseppe Conte.

E non si tratta solo del contratto di governo (che è definito e quindi difficilmente modificabile) quanto piuttosto della prontezza, quasi avvoltoia, con cui il viceministro Salvini si butta su qualsiasi polemica, sostituendo il primato del salvinismo al primato della politica.

Non solo il Movimento 5 Stelle è stato praticamente doppiato dal centrodestra, ma addirittura è stato superato dalla galassia di liste di centrosinistra.

Ora è vero che le elezioni regionali hanno una valenza diversa da quelle nazionali, ed è altresì vero che paragonare i risultati di raggruppamenti di liste e listarelle con i risultati di liste uniche diventa piuttosto difficile, ma non vedere il Movimento 5 Stelle in crisi significa essere fuori dalla realtà.

E ora? Al di là del fatto che alcuni parlamentari sembrano voler chiedere a Luigi Di Maio un’assemblea (perché alla fine, come si vede, conta la struttura dove potersi parlare, in un partito) c’è da decidere per quanto tempo si vuole rimanere attaccati a un alleato che non fa altro che erodere voti mese dopo mese.

E anche se oggi Salvini fa la parte del buono (perché sa che non è il momento di rigirare il coltello nella ferita), il fatto stesso che abbia messo subito in agenda la legge sulla legittima difesa (su cui i grillini hanno più di qualche ragionevole dubbio) significa che ogni cosa che uscirà smussata da questo governo verrà addebitata al Movimento 5 Stelle, senza nessuna ombra di dubbio.

Recriminare sul fatto che si sarebbero potute fare altre alleanze (anche se in molti dimenticano che fu proprio Renzi a sorprendere tutti andando da Fazio a comunicare un no che ufficialmente fino a qualche minuto prima era un sì) ora non ha nessun senso.

Il Movimento 5 Stelle deve decidere se consumarsi per amore del potere (ma ne vale la pena?), o se essere protagonista staccando la spina prima di tornare ad essere un piccolo movimento di protesta.

Certo, ci sarebbe una terza via: contenere Salvini. Ma su questo sembra che ci sia molto da lavorare (e una classe dirigente da formare) e soprattutto significherebbe smetterla di parlare del vincitore di Sanremo, ad esempio.

Ti potrebbe interessare
News / Un servizio per chi è solo a Natale: dal 24 al 26 dicembre chiama Telefono Amico
Esteri / Bernie Madoff e lo schema Ponzi: muore a 82 anni il più grande truffatore della storia americana
News / L’italiana Alessandra Galloni sarà la prima donna a dirigere l’agenzia Reuters in 170 anni di storia
Ti potrebbe interessare
News / Un servizio per chi è solo a Natale: dal 24 al 26 dicembre chiama Telefono Amico
Esteri / Bernie Madoff e lo schema Ponzi: muore a 82 anni il più grande truffatore della storia americana
News / L’italiana Alessandra Galloni sarà la prima donna a dirigere l’agenzia Reuters in 170 anni di storia
Economia / I giovani lanciano gli Stati Generazionali: “Diamo voce a chi voce non ha”
News / In difesa dello “stupratore razzista Montanelli” (di Luca Telese)
News / Dillo con una poesia: oggi è la Giornata Mondiale della Poesia e questi versi vi faranno bene all’anima
News / Notizie di oggi: l'agenda quotidiana di TPI
News / Notizie di oggi: l'agenda quotidiana di TPI
News / Notizie di oggi: l'agenda quotidiana di TPI
News / Notizie di oggi: l'agenda quotidiana di TPI