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Home » News

Chi sono i Casamonica, una delle famiglie mafiose più influenti di Roma

Immagine di copertina
Il funerale di Vittorio Casamonica il 20 agosto del 2015

La famiglia Casamonica ha origini rom abruzzesi e si è trasferita a Roma negli anni Settanta. Da quel momento ha avuto stretti rapporti con la Banda della Magliana. Chi sono e qual è la loro influenza nella città di Roma

Una delle famiglie criminali più influenti della capitale, con un patrimonio da 90 milioni di euro e almeno mille “affiliati”. È il clan dei Casamonica, una delle famiglie mafiose più attive a Roma.

Il 9 maggio 2019, 22 persone, tra cui alcune appartenenti alla famiglia, sono state arrestate a Roma. L’indagine riguarda un’associazione finalizzata allo spaccio si sostanze stupefacenti, in particolare nella zona di via del Quadraro a Porta Furba.

Il 30 aprile 2019 la Cassazione ha emesso un’importante sentenza in cui ha stabilito che il clan è “un’associazione di stampo mafioso”. Una decisione che arriva mesi dopo il sequestro e lo sgombero di otto ville del Clan nel quartiere Quadraro di Roma: per le case, abusive, è previsto l’abbattimento.

Il 17 luglio 2018 inoltre, 31 persone sono state arrestate e altre sei ricercate nel corso una maxi operazione dei Carabinieri del Comando provinciale di Roma contro il clan.

I provvedimenti di arresto sono stati eseguiti sia a Roma sia nelle province di Reggio Calabria e Cosenza.

Alle persone fermate vengono contestati i reati di traffico di droga, estorsione, usura, concessione illecita di finanziamenti, nonché l’aggravante di averli commessi con metodo mafioso, secondo l’articolo 416bis del codice penale, “per avere costituito e preso parte all’associazione mafiosa denominata clan Casamonica”.

Ma chi sono i Casamonica?

Il giornalista Lirio Abbate, in un articolo uscito sul settimanale L’Espresso nel dicembre del 2012, ha indicato il clan come uno dei quattro gruppi criminali che gestisce gli affari criminali nella capitale, insieme ai Fasciani, i Senese e il gruppo di Massimo Carminati, poi salito alle cronache con l’inchiesta su Mafia Capitale.

L’area di attività dei Casamonica sarebbe soprattutto il sudest di Roma, quella zona che oltre la basilica di San Giovanni in Laterano, seguendo la via Appia Nuova e la Tuscolana, attraversa i popolosi quartieri del Tuscolano, di Don Bosco, di Cinecittà e della Romanina fino a raggiungere i Castelli Romani. La stessa zona dove, appunto, si è svolto il funerale di Vittorio Casamonica.

La famiglia Casamonica ha origini rom abruzzesi e si è trasferita a Roma negli anni Settanta. Da quel momento Vittorio Casamonica ha avuto stretti rapporti con la Banda della Magliana, all’epoca il più influente gruppo criminale di Roma, e in particolar modo con il suo cassiere, Enrico Nicoletti.

Le tradizioni della famiglia sono forti e ben radicate nelle loro origini sinti abruzzesi, e hanno contribuito al rafforzamento dei rapporti con altre famiglie della stessa origine, come i Di Silvio, i De Rosa, gli Spinelli, gli Spada e i Cena.

Nell’ambito dei Casamonica inoltre è molto popolare il pugilato: un suo esponente, Romolo, ha anche partecipato con l’Italia alle Olimpiadi di Los Angeles del 1984 in questo sport.

Negli anni, i Casamonica hanno raggiunto un patrimonio stimato dagli inquirenti intorno ai 90 milioni di euro e, secondo un censimento condotto dalla polizia, il clan può contare su circa un migliaio di uomini. Secondo gli investigatori, le principali attività compiute dal clan sarebbero l’usura, le truffe e il traffico di sostanze stupefacenti.

Un ruolo importante nell’organizzazione della famiglia è in mano alle donne, spesso inserite in ruoli di rilievo. Questo aspetto emerse ampiamente durante alcuni arrestiavvenuti nel 2012 e altri nel 2013, che mostrarono come diverse donne della famiglia gestivano lo spaccio nell’area della Romanina, a Roma.

Diverse inchieste delle forze dell’ordine hanno coinvolto il clan, che è stato in numerose occasioni colpito con arresti, demolizioni di immobili abusivi e sequestri di beni. In queste operazioni è emerso ampiamente un loro tratto caratteristico: il gusto per il lusso, soprattutto in stile hollywoodiano.

Tra i beni sequestrati, infatti, vi sono state numerose automobili di lusso, come Ferrari, Rolls Royce e Bentley. Nel 2012, un’operazione delle forze dell’ordine ha portato all’arresto di 39 persone legate al clan.

Il 20 agosto 2015 questo gusto per il lusso e lo sfarzo è salito alla ribalta nelle cronache nazionali con il fastoso funerale di Vittorio Casamonica, in cui una carrozza barocca trainata da cavalli ha condotto il feretro di fronte alla chiesa e un elicottero ha gettato petali di rosa sulla piazza.

Proprio il giorno successivo alle esequie, tre nipoti di Vittorio Casamonica hanno rilasciato alcune dichiarazioni all’emittente televisiva SkyTg24 in cui hanno chiarito che i cavalli e la banda musicale fanno parte della propria tradizione e che l’elicottero e gli striscioni sono stati una cosa voluta dalla famiglia per ricordare il defunto.

I parenti hanno inoltre voluto precisare che non sono una famiglia di mafiosi e che, infatti, nonostante alcuni fra i Casamonica siano stati condannati per diversi reati, non sono un gruppo mafioso.

Ma sulla vicenda del funerale sono intervenuti diversi rappresentanti del mondo politico e istituzionale, che hanno mostrato diverse carenze nella gestione dell’evento, dopo che prefettura e forze dell’ordine hanno riferito di non essere stati informati del funerale.

“Sono stati commessi degli errori”, ha riferito il prefetto di Roma, Franco Gabrielli, ma la capitale “non è connivente”, mentre la Questura ha chiarito in una nota di non aver avuto alcuna notizia sui funerali e che Vittorio Casamonica era “un personaggio ai margini di ambienti criminali”.

La famiglia Casamonica non è stata coinvolta nell’ambito dell’inchiesta su Mafia Capitale, ma un suo esponente, Luciano Casamonica, partecipò a una cena della cooperativa di ex detenuti 29 giugno guidata da Salvatore Buzzi (oggi condannato a 19 anni di carcere) e alla quale presero parte diverse persone indagate e arrestate nell’ambito dell’inchiesta.

Il video dell’aggressione dei Casamonica alla ragazza disabile nel bar

A Roma, due esponenti del clan mafioso dei Casamonica hanno picchiato a sangue un barista e preso a cinghiate una ragazza disabile.

L’aggressione è avvenuta in un bar in via Salvatore Barzilai il 1 aprile 2018, ma il fatto è stato reso noto solo oggi.

A scatenare l’ira dei due esponenti del clan, Antonio Casamonica e suo cugino Alfredo Di Silvio, sarebbe stato il fatto di essere stati serviti al bar dopo un ragazzo romeno.

I due avrebbero esclamato: “Questi romeni di merda non li sopporto proprio”.

Nel bar c’erano anche altri clienti, tra cui una ragazza disabile.

La giovane ha risposto ai due Casamonica dicendo: “Se il bar non vi piace andate altrove”. La reazione è stata brutale brutale: Antonio Casamonica e Alfredo Di Silvio le hanno preso gli occhiali, gettandoli dietro il bancone.

A quel punto, uno dei due si è sflilato la cinta e ha iniziato a prendere la ragazza a frustate. Una volta a terra, la giovane è stata colpita con calci e pugni.

Poi le minacce dei Casamonica: “Se chiami la polizia ti ammazziamo”.

In un video esclusivo del quotidiano La Repubblica, si vedono le fasi in cui comincia l’aggressione alla ragazza da parte dei Casamonica.

ECCO IL VIDEO (IMMAGINI FORTI):

Dopo aver picchiato a sangue la ragazza, i due sono allontanati, ma poco dopo Di Silvio è tornato nel bar con il fratello Vittorio.

Dopo aver distrutto parte del bar, i due uomini si sono avvicinati al barista, picchiandolo brutalmente e intimandogli di chiudere il locale perché “qui comandiamo noi, non te lo scordare: questa è zona nostra”, e aggiungendo: “Ora questo bar lo devi chiudere, altrimenti sei morto”.

Il barista ha denunciato l’accaduto alle forze dell’ordine.

Ma alla denuncia ha risposto Enrico, il nonno dei fratelli Di Silvio.

L’uomo si è presentato al bar minacciando nuovamente il proprietario del locale, e intimandogli di ritirare la denuncia verso i suoi nipoti.

Quattro persone sono state arrestate per la vicenda.

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