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Home » Esteri

Aquarius, il governo di Malta apre i porti: i 141 migranti suddivisi tra 5 paesi

Immagine di copertina

Il governo di Malta ha fatto sapere di aver dato alla nave della Ong il permesso di entrare nei suoi porti " pur non avendo l'obbligo giuridico di farlo"

La nave Aquarius ha avuto l’autorizzazione da parte del governo di Malta ad entrare nei porti maltesi.

S&D

L’annuncio è stato dato su Twitter dal premier Joseph Muscat, che ha anche aggiunto che i 141 migranti a bordo saranno distribuiti in cinque paesi europei.

Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo e Spagna infatti hanno deciso di partecipare volontariamente alla distribuzione dei migranti soccorsi nei giorni scorsi dalla nave della Ong.

“Malta darà alla Aquarius il permesso di entrare nei suoi porti, pur non avendo l’obbligo giuridico di farlo. Tutte le 141 persone a bordo saranno distribuite tra Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo e Spagna “, sottolinea il premier.

 

Poco prima dell’annuncio del premier maltese, il governo del Portogallo aveva dichiarato di essere pronto ad accogliere 30 dei 141 migranti.

Anche la Spagna si era detta disposta a prendere 60 dei 141 profughi della nave Aquarius, secondo quanto riferito dal premier spagnolo, Pedro Sanchez.

Il 13 agosto Madrid aveva negato alla nave Aquarius la possibilità di approdare nei suoi porti, nonostante l’offera del Comune di Barcellona di accogliere i profughi soccorsi nel Mediterraneo.

“La Spagna non è il porto più sicuro secondo la legge perché non è quello più vicino” all’attuale posizione della nave, aveva riferito il governo spagnolo, citato dal quotidiano spagnolo El Pais.

Lo stesso governo di Malta aveva inizialmente rifiutato di aprire i porti alla nave Aquarius, dando inizio a un nuovo scontro con l’Italia.

Il 13 agosto 2018, infatti, il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, aveva sottolineato che il governo italiano non aveva intenzione di accogliere l’imbarcazione dell’Ong battente bandiera di Gibilterra.

“L’Ong #Aquarius è stata coordinata dalla Guardia Costiera libica in area di loro responsabilità”, ha scritto il ministro su Twittter.

“La nave è ora in acque maltesi e batte bandiera di Gibilterra. A questo punto il Regno Unito si assuma le sue responsabilità per la salvaguardia dei naufraghi”.

Lo stallo della nave Aquarius

Venerdì 10 agosto, a distanza di poche ore, la nave ha soccorso prima 25 persone trovate alla deriva su una piccola barca di legno senza motore, poi altre 116 in una seconda operazione.

Domenica 12 agosto, la Aquarius ha individuato una terza imbarcazione segnalatagli dal Centro di coordinamento libico, ma le persone a bordo hanno rifiutato i soccorsi.

I migranti hanno preferito cercare di raggiungere Lampedusa, per cui la Ong ha solo fornito solo acqua, cibo e giubbotti di salvataggio.

Attraverso Sos Mediterranée e Medici senza frontiere (Msf), la nave Aquarius aveva chiesto ai governi europei che le venisse assegnato un porto sicuro per sbarcare le persone salvate.

Le due Ong, si legge nella nota, “chiedono ora ai governi europei di assegnare un luogo sicuro di sbarco più vicino possibile in conformità con il diritto internazionale marittimo in modo che le persone salvate in mare possano essere sbarcate e l’Aquarius possa continuare a fornire la necessaria assistenza umanitaria”.

L’Unione europea aveva lanciato un appello ai paesi europei e aveva ribadito il suo “massimo impegno diplomatico per arrivare a una soluzione rapida” per mettere fine allo stallo della nave Aquarius.

Parigi si era invece detta rammaricata per la “posizione politica molto dura” del governo italiano.

“L’Italia ha i mezzi per accogliere”, aveva riferito l’Eliseo, secondo cui era necessario trovare “rapidamente” il porto sicuro più vicino, precisando che non poteva essere in Francia perché “la nave si trova tra Malta e l’Italia”.

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