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Home » Salute

Animali e pubblicità ingannevole: Amadori cambia la comunicazione sugli allevamenti di polli italiani. Gli animalisti: “Passo fondamentale”

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La decisione arriva a seguito del procedimento di fronte all’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato. Nessuna infrazione da parte dell'azienda

La nota azienda italiana Amadori ha deciso di modificare in modo sostanziale la propria comunicazione sugli allevamenti di polli italiani dopo un procedimento di fronte all’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato (AGCM), che tuttavia non aveva accertato nessuna violazione.

La decisione, accolta con soddisfazione dall’associazione animalista Animal Equality, arriva a seguito del procedimento iniziato a ottobre 2018, reso possibile dalla denuncia di Enpa integrata grazie alle investigazioni del team italiano di Animal Equality.

Già a ottobre 2017 l’associazione denunciò pubblicamente le condizioni terribili dei polli allevati negli stabilimenti Amadori.

Secondo quanto dichiarato nel bollettino dell’AGCM, “la pratica commerciale appariva, prima facie, contraria alla diligenza professionale e potenzialmente idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico del consumatore medio in relazione alle caratteristiche dei prodotti del professionista”.

“Il procedimento riguardava la diffusione, attraverso il sito internet aziendale di una comunicazione commerciale diretta a veicolare, con particolare enfasi, l’impegno della cooperativa nel garantire le migliori condizioni di benessere animale in ogni fase della filiera”, si legge nel bollettino.

“In particolare, il professionista appariva ascrivere a tutta la produzione un vanto di tutela del benessere degli animali che, invece, risulta circoscritto a due linee di prodotto di nicchia (pollo campese e pollo 10+)”.

“Inoltre, con specifico riferimento al pollo 10+, il claim impiegato “maggiore spazio in allevamento rispetto ai limiti di legge (con una densità massima di 33 kg per mq rispetto a 39 kg per mq)” appariva non rispondente alla realtà, posto che l’operato del professionista si traduceva nella mera osservanza del limite di densità massima – pari a 33 kg/mq – ai sensi dell’art. 3, comma 2, del Decreto Legislativo 27 settembre 2010, n. 181 (recante “Attuazione della direttiva 2007/43/CE che stabilisce norme minime per la protezione di polli allevati per la produzione di carne”)”.

> QUI LA VIDEO-INCHIESTA SULLA VITA DEI POLLI NEGLI ALLEVAMENTI ITALIANI 

Di fronte a quanto contestato, la Società Cooperativa Gesco – azienda del Gruppo Amadori che si occupa della produzione e commercializzazione di carni avicole e suine – ha presentato una proposta di impegni per rettificare le informazioni divulgate sul sito web e sulle brochure.

“Si tratta di un passo avanti fondamentale, perché questo dimostra l’importanza delle investigazioni e soprattutto il fatto che possano sussistere diversi casi in cui vi è una discrepanza notevole tra ciò che viene comunicato e la realtà”, spiega Matteo Cupi, Direttore Esecutivo di Animal Equality Italia.

“Con riferimento alle notizie diffuse sul sito di Enpa a proposito di un procedimento instaurato presso l’AGCM, Amadori precisa che nessuna infrazione è stata accertata dall’Autorità Garante”, si legge in una nota pubblicata sul sito di Amadori che chiarisce quanto precedentemente pubblicato dall’Enpa.

“L’azienda ha comunque avviato un confronto costruttivo con le istituzioni con l’obiettivo di migliorare ulteriormente la chiarezza dei messaggi del proprio sito internet aziendale sul benessere animale e, pur ritenendo di aver già adempiuto ad ogni dovere di chiarezza di informazioni verso il consumatore, ha accolto le indicazioni di AGCM e fatto integrazioni alla pubblicazione online”.

Qui la video-inchiesta di Animal Equality:

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