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Home » Politica

Salvini si iscrive a Parler, il social sovranista amato dai trumpiani

Immagine di copertina
Il primo messaggio di Salvini su Parler

Dopo il bando di Trump da Twitter, compare l'account @matteosalviniofficial, con tutte le fotografie e le grafiche ufficiali della Lega

Il leader della Lega Matteo Salvini ha lanciato il suo primo messaggio da Parler, la piattaforma alternativa dei trumpiani che, dopo il bando del presidente Donald Trump da Twitter, sono contrari ai social media tradizionali.

E così, dopo i tragici eventi di Capitol Hill, dal capo del Carroccio arriva un nuovo segnale provocatorio con l’iscrizione a quella che si candida ad essere la piattaforma social del sovranismo internazionale. Eppure solo pochi giorni fa Salvini aveva condannato la violenza e finalmente ammesso la vittoria di Biden, dichiarando: “In democrazia chi vince ha sempre ragione”.

Di fatto il primo esito concreto della cancellazione dell’account Twitter di Trump è stato la corsa di adesioni a Parler, un piccolo e fino a pochi mesi fa semi-sconosciuto social simile a Twitter, lanciato nel 2018 e deputato a dare voce al radicalismo americano e non solo.

Parler è diventato fin da prima delle elezioni Usa la voce dei trumpisti duri e puri che i social netowrk del mainstream cominciavano a segnalare o censurare. Trump non è un utente della piattaforma. Il senatore repubblicano del Texas, Ted Cruz, vanta 4,9 milioni di follower, mentre il conduttore di Fox News, Sean Hannity, ne ha circa sette milioni.

Proprio di oggi è la notizia che dopo Google anche Apple e Amazon hanno deciso di rimuovere Parler dai loro server. Se l’app degli ultra-conservatori non troverà un nuovo server di web hosting entro stasera, scomparirà dalla rete, riferisce la Bbc, sottolineando che Amazon ha trovato 98 post di incoraggiamento alla violenza.

Apple ha sospeso Parler dal suo app store “fino a quando la rete continuerà a diffondere post che incitano alla violenza”. In precedenza, Google aveva annunciato di aver rimosso Parler con le stesse motivazioni.

Leggi anche: 1. Ero dentro il Congresso Usa quella sera, vi racconto cosa ho visto / 2. Dai complotti sul web al tentato golpe: così Trump ha legittimato il neo-terrorismo americano

3. Il giorno più buio dell’America (di Giulio Gambino) / 4. Il golpe di Trump (di Luca Telese) /5. La democrazia Usa cancellata per qualche ora, ma il vero sconfitto è Trump (di G. Gramaglia)

6. Ora non dite che sono solo quattro patrioti sballati (di Giulio Cavalli) / 7. E se i manifestanti pro Trump che hanno assaltato il Congresso fossero stati neri?

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