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Twitter chiude definitivamente il profilo di Donald Trump

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Il presidente uscente Usa, Donald Trump. Credit: ANSA

“Dopo aver revisionato i più recenti tweet e averli contestualizzati, analizzando come vengono recepiti e interpretati, abbiamo deciso di sospendere permanentemente l’account per evitare ulteriori rischi”. Il presidente uscente degli Stati Uniti - già bloccato da Facebook e Instagram - usa l'account Potus e va all'attacco del social, ma i tweet vengono cancellati

Twitter chiude definitivamente il profilo di Donald Trump

Twitter chiude per sempre il profilo di Donald J. Trump. Il presidente uscente degli Stati Uniti d’America – già bloccato in via temporanea da Facebook e Instagram – si rifugia sull’account Potus (President of the United States)  e accusa il social network dei cinguettii di “cospirazione”, ma i tweet vengono cancellati.

L’annuncio di Twitter è arrivato nella serata di venerdì 8 gennaio 2021 (quando in Italia era già notte), a poco più di 48 ore dall’assalto al Campidoglio di Washington lanciato dai sostenitori di Trump in protesta contro i presunti brogli – denunciati dallo stesso Trump ma finora non provati – nelle recenti elezioni presidenziali Usa.

Proprio mentre era in corso il blitz dei manifestanti – culminato col bilancio di 5 morti e decine di feriti e arrestati – Twitter aveva bloccato per 12 ore l’account di Trump. Ora la decisione di chiudere definitivamente il suo profilo.

Perché Twitter ha chiuso il profilo di Trump

“Dopo aver revisionato i più recenti tweet di @realDonaldTrump e averli contestualizzati, analizzando come vengono recepiti e interpretati su Twitter e fuori, abbiamo deciso di sospendere permanentemente l’account per evitare ulteriori rischi”, si legge nella nota diffusa da Twitter.

Poco prima dell’annuncio, 350 dipendenti del social network avevano scritto una lettera interna al fondatore, Jake Dorsey, chiedendo di avviare un’indagine per stabilire se i tweet di Trump fossero stati tra i fattori scatenanti dell’assalto al Campidoglio.

“Nonostante i nostri sforzi di servire esclusivamente il dibatto pubblico, ci siamo trasformati nel megafono di Trump. Aiutandolo ad infiammare la folla responsabile dei fatti del sei gennaio”, si legge nella lettera.

Trump usa l’account Potus: “Cospirazione”. Ma i tweet vengono cancellati

Di fronte alla chiusura del proprio profilo, Donald Trump si è scagliato contro Twitter utilizzando l’account ufficiale Potus (President of the Unites States). Il presidente uscente Usa parla di “cospirazione” avverte: “Siamo in trattative con altri siti. Stiamo valutando la possibilità di costruire una nostra piattaforma”.

“Come dico da tempo, Twitter si è spinta ben oltre il vietare la libertà di parola e stasera i suoi dipendenti si sono coordinati con i democratici e la sinistra radicale per rimuovere il mio account dalla loro piattaforma, per far tacere me, voi e i 75 milioni di americani che mi hanno votato”, attacca Trump. E ancora: “Avevo previsto che sarebbe accaduto. Non ci metteranno a tacere. Twitter non è libertà di parola”.

I tweet accusatori del presidente sono però stati immediatamente rimossi da Twitter. E, secondo le regole del social network, se a questo punto Trump cercasse di aprire un nuovo account questo sarebbe sospeso non appena rintracciato.

Il figlio di Trump: “Stiamo vivendo 1984 di Orwell”

Donald Trump Jr, figlio del presidente statunitense, ha commentato così su Twitter la chiusura del profilo del padre: gli Usa “stanno vivendo 1984 di Orwell. La libertà di parola non esiste più in America. È morta con big tech e quello che ne è rimasto è solo per pochi prescelti. È un’assoluta pazzia”.

“L’ayatollah e altri regimi dittatoriali possono avere account Twitter senza problemi nonostante minaccino il genocidio di interi paesi e uccidano gli omosessuali, ma il presidente degli Stati Uniti deve essere sospeso in via permanente. Mao sarebbe orgoglioso”, aggiunge Trump Junior in un secondo tweet.

Trump bloccato su Facebook e Instagram

Trump – come detto – nei giorni scorsi era stato già bloccato in via temporanea da Facebook e Instagram sempre in relazione ai fatti del 6 gennaio.

“Il rischio di consentire al presidente di continuare a usare il nostro servizio è semplicemente troppo grande. Per questo estendiamo il blocco che abbiamo deciso sui suoi account Facebook e Instagram a tempo indeterminato e per almeno le prossime due settimane, fino a quando una pacifica transizione di potere sarà completata”, aveva spiegato il fondatore e amministratore delegato di Facebook, Mark Zuckerberg.

“Gli scioccanti eventi delle ultime 24 ore mostrano chiaramente che il presidente Trump intende usare il resto della sua permanenza in carica minando una pacifica e legale transizione di potere al suo successore, Joe Biden. “La sua decisione di usare la piattaforma per giustificare invece di condannare le azioni dei suoi sostenitori all’edificio del Capitol hanno giustamente infastidito molte persone negli Stati Uniti e nel mondo. Abbiamo rimosso le sue dichiarazioni ieri perché abbiamo ritenuto che il loro effetto, e probabilmente il loro intento, era quello di provocare ulteriore violenza”.

“Dopo la certificazione dei risultati elettorali da parte del Congresso, la priorità per l’intero Paese deve essere ora quella di assicurare che i restanti 13 giorni e i giorni successivi all’inaugurazione trascorrano pacificamente e in linea con le norme democratiche”, ha sottolineato ancora Zuckerberg.

“Negli ultimi anni abbiamo consentito al presidente Trump di usare la nostra piattaforma in linea con le nostre regole, rimuovendo in alcuni casi i contenuti o bollando i suoi post quando violavano le nostre politiche. Lo abbiamo fatto  perché crediamo che il pubblico abbia diritto al più ampio accesso possibile ai discorsi politici, anche quelli controversi”.

“Ma l’attuale contesto”, ha concluso il numero uno di Facebook, “è ora profondamente diverso e include l’uso della nostra piattaforma per incitare l’insurrezione violenta contro un governo democraticamente eletto”.

Leggi anche: 1. Ero dentro il Congresso Usa quella sera, vi racconto cosa ho visto / 2. Dai complotti sul web al tentato golpe: così Trump ha legittimato il neo-terrorismo americano

3. Il giorno più buio dell’America (di Giulio Gambino) / 4. Il golpe di Trump (di Luca Telese) /5. La democrazia Usa cancellata per qualche ora, ma il vero sconfitto è Trump (di G. Gramaglia)

6. Ora non dite che sono solo quattro patrioti sballati (di Giulio Cavalli) / 7. E se i manifestanti pro Trump che hanno assaltato il Congresso fossero stati neri?

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