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Home » Politica

Castrazione chimica: Salvini vuole una legge, i 5 Stelle frenano

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La castrazione chimica è un tema tornato prepotentemente alla ribalta a fine aprile dopo l’arresto di un consigliere eletto con Casapound e un altro uomo per lo stupro di una 36enne a Viterbo.

Ad avviare nuovamente il dibattito è stato il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che ha chiesto la castrazione chimica per i responsabili della violenza sessuale.

Castrazione chimica per i reati di violenza sessuale: che cos’è e come funziona

Le parole del vicepremier hanno così creato un nuovo scontro tra gli alleati di Governo, dato che i 5 Stelle continuano ad opporsi all’introduzione di una simile norma.

Il tema infatti aveva portato ad uno scontro diretto tra i leghisti e i pentastellati al momento dell’approvazione del cosiddetto Codice rosso.

La Lega infatti aveva inserito un emendamento sulla castrazione farmacologica, ma i 5 Stelle avevano fin dal principio assicurato che si sarebbero opposti alla sua approvazione.

Per cercare di evitare una rottura definitiva che rischiava di avere ripercussioni anche sulla tenuta del Governo e far approvare il Codice rosso, la Lega ha poi deciso di ritirare l’emendamento.

L’annuncio era stata dato dalla ministra della Pubblica amministrazione Bongiorno, che aveva però specificato che l’emendamento sulla castrazione farmacologica sarebbe stato inserito in un altro ddl.

“Non vogliamo che si blocchi il codice rosso, la nostra è una scelta d’amore nei confronti delle donne, vogliamo che il ddl sul codice rosso venga approvato”.

La questione però non si era risolta come si pensava: dopo il ritiro da parte della Lega dell’emendamento, Fratelli d’Italia aveva presentato un ordine del giorno per introdurre la castrazione, ricevendo il sostegno del Carroccio.

In quel caso, i 5 Stelle avevano votato contro l’odg insieme al Pd, accusando l’alleato di Governo di aver disatteso la parola data in merito ad una proposta particolarmente contraddittoria.

Dopo quasi un mese dall’approvazione del Codice rosso, quindi, lo scontro tra Lega e M5s sulla castrazione farmacologica non si è ancora placato del tutto e potrebbe tornare a dividere gli alleati non appena il Carroccio deciderà davvero di presentare la misura in un altro ddl.

Un’iniziativa che non dovrebbe tardare ad arrivare, come dimostrano le parole del ministro Salvini: “Chiederemo la calendarizzazione urgente della proposta di Legge che la Lega presenta da anni per non solo incarcerare ma anche curare stupratori e pedofili”.

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