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Roberto Calderoli, artefice della strategia che ha affossato il Ddl Zan: “Ho proprio goduto”

Immagine di copertina
Credit: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Roberto Calderoli, artefice della strategia che ha affossato il Ddl Zan: “Ho proprio goduto”

“Avrebbero dovuto aspettarselo”. Così Roberto Calderoli, il veterano della Lega artefice della strategia che ha affondato il disegno di legge Zan contro l’omotransfobia, ha commentato la cocente sconfitta subita ieri dal Partito democratico al Senato. “Hanno fatto come quello che si aspetta di avere il paracadute e invece ha preso uno zaino, pieno di lattine di carne in scatola. Perché si può anche andare sotto di uno o due voti… Ma qui sono stati 23”, ha detto al Corriere della Sera l’ex ministro per la Semplificazione, che ieri insieme al senatore Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia ha chiesto di votare a scrutinio segreto sulla cosiddetta “tagliola”. La proposta di non passare all’esame degli articoli del disegno di legge Zan, approvato dalla Camera l’anno scorso, è passata con 154 voti a favore, 131 contrari e 2 astenuti, affossando il provvedimento che mirava ad ampliare l’attuale “legge Mancino” che già punisce i reati d’odio per ragioni razziali, etniche, religiose o legate alla nazionalità, prevedendo fino a quattro anni di carcere per chi discrimina gay e trans. Un voto che potrebbe riflettere anche un cambiamento negli equilibri all’interno del parlamento in vista dell’elezione del presidente della Repubblica.

Nell’intervista, Calderoli ha espresso soddisfazione per il successo della strategia, pensata dopo aver osservato i precedenti voti sulla proposta di legge. “Quando ho visto che sulle questioni pregiudiziali e sulle richieste di sospensiva il centrodestra era già andato molto vicino alla vittoria, ho pensato che con il voto segreto avremmo portato dalla nostra qualcun altro. E così è stato”, ha detto. “Devo dire che ci ho proprio goduto”.

Secondo Calderoli, anche se la legge non potrà essere ripresentata, potrà essere ridiscussa se si partirà da una base diversa. “E infatti Salvini ha proposto di ripartire dal suo testo. Ma questo mette in luce di nuovo il volersi attaccare alla bandierina da parte della sinistra”, ha detto, sostenendo che l’iter del provvedimento si sarebbe comunque fermato anche di fronte a un esito diverso, perché “il parlamento ora ha scadenze importanti di fronte”.

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