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    Inchiesta Open, Renzi incontra i pm. Poi l’attacco sui social: “Processo politico, violata la Costituzione”

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 15 Dic. 2021 alle 16:14 Aggiornato il 15 Dic. 2021 alle 16:20

    Inchiesta Open, Renzi deposita in procura la memoria difensiva

    Renzi attacca la magistratura dopo aver incontrato in procura, nella mattinata di mercoledì 15 dicembre, i pm di Firenze titolari dell’inchiesta sulla Fondazione Open nell’ambito della quale è indagato per finanziamento illecito.

    Il leader di Italia Viva si è recato in procura per un incontro già concordato da tempo e rimasto segreto. L’ex premier, accompagnato dagli avvocati Caiazza e Bagattini, non si è sottoposto a interrogatorio, ma ha lasciato una memoria difensiva di cinque pagine.

    Subito dopo, in un lungo e duro post su Facebook, Renzi ha attaccato i magistrati definendo l’inchiesta uno “scandalo”.

    “Credo nella giustizia, quindi chiedo giustizia – scrive Renzi sui social – Questa mattina ho incontrato i PM di Firenze che indagano sulla vicenda OPEN, Luca Turco e Antonino Nastasi. Questo processo politico alla politica resterà negli annali della cronaca giudiziaria come uno scandalo nel quale gli indagati non hanno violato la Legge mentre i Pubblici Ministeri hanno violato la Costituzione. E come se non bastasse la Corte di Cassazione ha già smontato in quattro diverse sentenze l’impianto dei PM”.

    “Tuttavia credo che un politico non debba scappare dalla giustizia. In passato miei colleghi parlamentari hanno utilizzato le prerogative dell’articolo 68 della Costituzione per chiedere di non essere giudicati. Io no, io voglio il contrario”.

    “Voglio che si faccia giustizia davvero, sul serio, verificando se le plurime violazioni costituzionali dei PM, che ho pubblicamente segnalato, meritino una sanzione – si legge ancora nel post – E ieri la Giunta competente, al Senato, ha deciso con una schiacciante maggioranza (14 contro 2!) di chiedere di sollevare la questione di attribuzione in Corte Costituzionale”.

    “Interverrò in aula, immagino a gennaio, per spiegare come questa vicenda sia importante non tanto per me (per il mio processo cambia poco) quanto per le Istituzioni”.

    “Questa battaglia la faccio non per me ma per la dignità della politica e per il rispetto della separazione dei poteri contro l’invasione di campo di una parte della magistratura. È proprio perché io non ho violato alcuna legge non scappo dalla giustizia e stamattina mi sono presentato al Palazzo di Giustizia di Firenze”.

    “I PM hanno speso centiniaia di migliaia di euro pubblici per dimostrare che i nostri finanziamenti privati non sono formalmente corretti: noi con cinque pagine abbiamo replicato alle 94.000 pagine dell’accusa, ridondanti e piene di errori” scrive ancora l’ex presidente del Consiglio.

    “L’accusa impiega 94.000 pagine a spese del contribuente per sostenere una tesi che non esiste. A noi bastano cinque paginette a nostre spese per mostrare gli errori più grossolani”.

    “Questa vicenda durerà per anni. Noi la vivremo col sorriso di chi ha la coscienza a posto e la forza della propria tranquillità. E questo è il messaggio che voglio dare soprattutto ai ragazzi più giovani: credete nella giustizia, anche quando vi sembra difficile farlo”.

    “Perché anche quando ti entrano nella vita privata in modo illegittimo, quando ti controllano le email degli ultimi 12 anni, quando ti pubblicano in modo illegittimo l’estratto conto e i singoli movimenti bancari, quando i tuoi amici e la tua famiglia pagano un prezzo salato per la tua notorietà, quando vogliono impedirti di fare politica utilizzando presunti – e inesistenti – reati formali, anche allora bisogna credere nelle Istituzioni di questo Paese. Il giorno dopo aver vinto il primo round in Senato io sono andato dai magistrati a dire che voglio giustizia, non che scappo dal processo. Sono stato Presidente del Consiglio dei ministri di questa Repubblica: io faccio le mie battaglie rispettando le Istituzioni, sempre. E chiedendo ai ragazzi e alle ragazze di fare sempre le proprie battaglie a viso aperto. Perché A VISO APERTO è l’unico modo con cui quelli come noi sono stati educati a fare politica”.

    L’INCHIESTA DI TPI SUI RENZI PAPERS

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