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    Voto di Fiducia al Senato: ecco dove vedere il discorso di Conte in tv e in diretta streaming

    Foto: Conte in Parlamento

    Come seguire online e sul piccolo schermo l'intervento del premier a Palazzo Madama

    Di Nicola Simonetti
    Pubblicato il 10 Set. 2019 alle 07:23 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 15:05

    Voto di Fiducia al Senato: dove vedere il discorso di Conte in tv e in diretta streaming

    In questo articolo spieghiamo dove vedere in streaming live e in diretta tv il discorso del presidente del Consiglio Giuseppe Conte al Senato, nel secondo giorno del voto di fiducia, che si tiene oggi, martedì 10 settembre (qui il discorso in diretta).

    Il premier a Palazzo Madama interviene per esporre il suo programma e chiedere la fiducia del neonato governo giallorosso Pd-M5S, dopo aver ottenuto ieri il voto favorevole alla Camera dei Deputati.

    La diretta live in tv e sul web in streaming

    Innanzitutto va precisato che il discorso di Conte al Senato può essere seguito sia in streaming online e in diretta tv. Precisamente l’intervento del presidente del Consiglio può essere seguito sia sulla web Tv del Senato che sul relativo canale YouTube. Ma l’evento sarà poi trasmesso anche sulla pagina Facebook del capo del governo, una bacheca da oltre un milione i fan.

    Per quanto riguarda poi la televisione, il voto di fiducia sarà seguito da alcune delle principali emittenti nazionali. Grande attenzione al discorso di Conte al Senato dedicheranno ovviamente i canali all-news di Rai Mediaset e Sky. Chi non vuole perdere alcun passaggio dell’intervento del premier può farlo seguendo in tv ad esempio Rai News24, TgCom24 di Mediaset e SkyTg24, rispettivamente ai canali 48, 51 e 50 del digitale terrestre.

    Cos’è e come funziona il voto di fiducia in Parlamento

    Qui di seguito la diretta satellitare della seduta del Senato dove poter seguire il discorso di Conte al Senato, con cui chiederà la fiducia:

    Il voto di fiducia al Senato, come siamo arrivati fin qui

    Quello di oggi, martedì 10 settembre, è l’ultimo passaggio necessario perché il nuovo governo Pd-M5S entri in carica a tutti gli effetti.

    Qui le date fondamentali che hanno condotto alla giornata di oggi, a ritroso:

    •  9 settembre: il nuovo governo ottiene la fiducia alla Camera dei Deputati

    •  5 settembre: il nuovo governo giura in Quirinale

    • 4 settembre: Giuseppe Conte scioglie positivamente la riserva nelle mani di Sergio Mattarella e legge la lista dei ministri

    • 3 settembre: gli iscritti al Movimento Cinque Stelle votano su Rousseau, dando il via libera alla nuova alleanza con il Pd

    • 29 agosto: al termine delle consultazioni, il presidente della Repubblica dà mandato a Giuseppe Conte di formare il nuovo governo

    • 28 agosto: inizia il secondo round di consultazioni in Quirinale. Mattarella riceve i rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari

    • 22 agosto: termina il primo round di consultazioni in Quirinale e Mattarella annuncia che darà tempo a M5s e Pd di trovare un’intesa per trovare una nuova maggioranza

    • 21 agosto: iniziano le Consultazioni in Quirinale. Dopo le dimissioni di Conte, Mattarella ha sostanzialmente due opzioni: lo scioglimento delle Camere e, dunque, le elezioni anticipate, oppure la formazione di un nuovo esecutivo, con una maggioranza differente

    • 20 agosto: il premier Conte sale al Colle per rassegnare le sue dimissioni, dopo il discorso in Senato

    • 13 agosto: l’aula del Senato boccia la calendarizzazione della mozione di sfiducia per il 14 agosto e fissa al 20 agosto la data per le comunicazioni di Conte a Palazzo Madama. Nasce, di fatto, una nuova maggioranza, formata da Pd e M5S

    • 8 agosto: Salvini apre di fatto la crisi di governo: “Andiamo subito in Parlamento per prendere atto che non c’è più una maggioranza, come evidente dal voto sulla Tav, e restituiamo velocemente la parola agli elettori”. Conte riconosce che ormai la crisi di governo è aperta e annuncia che andrà in Senato.

    • 7 agosto: la maggioranza si spacca in Senato, durante il voto sulle mozioni sulla Tav. La sera, a Sabaudia, Salvini pronuncia delle parole di profonda rottura con gli alleati: “Non vogliamo rimpasti o rimpastini, nessuna poltrona, ma al governo qualcosa si è rotto”.

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