Il Consiglio Ue ha dato il via libera al maxi piano SAFE da 150 miliardi per finanziare il riarmo in Europa

Il fondo consentirà anche il coinvolgimento diretto dell’Ucraina, che beneficerà sin da subito del nuovo programma con l’integrazione della sua industria bellica nel quadro europeo. Al via anche 11 nuovi "progetti collaborativi per lo sviluppo delle capacità di difesa" tra gli Stati membri
L’Unione europea ha compiuto oggi un ulteriore passo avanti verso il riarmo del continente con il via libera definitivo da parte del Consiglio Ue al nuovo fondo Security Action for Europe (SAFE) da 150 miliardi di euro, volto a finanziare gli investimenti degli Stati membri “nella produzione industriale per la difesa attraverso appalti comuni”, e con la contestuale approvazione di 11 nuovi “progetti collaborativi per lo sviluppo delle capacità” militari dei Paesi aderenti.
“SAFE finanzierà investimenti urgenti e su larga scala nella base tecnologica e industriale di difesa europea”, ha fatto sapere in una nota il Consiglio Ue, secondo cui il fondo “consentirà all’Ue di sostenere ulteriormente l’Ucraina associando fin dall’inizio la sua industria” bellica. “L’obiettivo è aumentare la capacità produttiva, garantire la disponibilità di equipaggiamenti di difesa quando necessario e colmare le lacune in termini di capacità esistenti, rafforzando in definitiva la prontezza complessiva dell’Ue in materia di difesa”.
“Abbiamo adottato il primo programma di investimenti per la difesa su larga scala a livello Ue, del valore di 150 miliardi di euro”, ha commentato il ministro polacco per l’Unione europea, Adam Szłapka. “Questo non è solo un successo della presidenza, ma dell’Ue nel suo complesso. Si tratta di uno strumento senza precedenti che rafforzerà le nostre capacità di difesa e sosterrà la nostra industria della difesa. Più investiamo nella nostra sicurezza e difesa, meglio scoraggeremo chi desidera danneggiarci”.
Come funziona il nuovo fondo SAFE per la difesa europea
Ma come funzionerà questo nuovo fondo? Attraverso il Security Action for Europe, su richiesta dei singoli Paesi e in base a specifici piani nazionali, l’Ue erogherà agli Stati membri fino a 150 miliardi di euro da investire nel riarmo, o meglio nello “nello sviluppo della produzione industriale per la difesa attraverso appalti comuni”. I fondi arriveranno alle singole nazioni sotto forma di “prestiti a lunga scadenza a prezzi competitivi, da rimborsare da parte degli Stati membri beneficiari”.
La condizione per ottenere queste risorse, al fine di “garantire economie di scala e l’interoperabilità e ridurre la possibile frammentazione della base tecnologica e industriale della difesa europea”, è che i vari Paesi “dovranno, in linea di principio, effettuare appalti comuni che coinvolgano almeno due Stati partecipanti”. “Per un periodo di tempo limitato” però, vista “l’attuale situazione geopolitica e l’urgente necessità di massicci investimenti in equipaggiamenti per la difesa”, il nuovo fondo SAFE consentirà anche “appalti che coinvolgono un solo Stato membro”. Ora i vari governi avranno a disposizione sei mesi per presentare i rispettivi piani nazionali di investimento nella difesa.
A cosa serviranno però queste risorse? Nelle intenzioni degli Stati membri, i fondi dovranno essere destinati in primis all’acquisto di equipaggiamenti militari: sistemi missilistici e di difesa aerea, caccia, droni e altri mezzi e programmi di intelligenza artificiale per il settore difesa. Almeno il 65 per cento degli acquisti in termini di valore dovrà però arrivare da aziende con sede nell’Unione europea, nello Spazio Economico Europeo o in Ucraina.
Il coinvolgimento dell’Ucraina e del Regno Unito
Questo nuovo strumento, come annunciato da Bruxelles, sarà aperto anche a Paesi extra-Ue, in primis all’Ucraina, che “saranno trattati alle stesse condizioni degli Stati membri”. “Non solo potranno partecipare ad appalti comuni, ma potranno anche acquistare (armi, ndr) dalle loro industrie”, ha fatto sapere il Consiglio Ue. La lista delle nazioni terze coinvolte però non finisce qui.
Il fondo infatti permetterà di partecipare ad appalti comuni nel settore della difesa “ai Paesi in via di adesione, ai Paesi candidati, ai potenziali candidati e ai Paesi che hanno firmato un partenariato per la sicurezza e la difesa con l’Ue, come il Regno Unito”. In questo caso, SAFE offrirà “la possibilità di concludere un ulteriore accordo bilaterale o multilaterale con tali Stati terzi, in base al quale potrebbero essere aperte le condizioni di ammissibilità”. Insomma, porte aperte a chi vuole partecipare al riarmo comune.
Nuovi progetti militari comuni
Non finisce qui però perché il via libera al nuovo fondo non è l’ultimo passo verso il riarmo comune europeo. Sempre oggi il Consiglio Ue ha infatti approvato “11 nuovi progetti collaborativi” nell’ambito della Cooperazione strutturata permanente per lo sviluppo delle capacità di difesa degli Stati membri, portando così a 75 il totale delle iniziative simili finora adottate da Bruxelles.
“In linea con gli orientamenti strategici forniti dal Consiglio europeo il 6 marzo 2025, l’Ue sta intensificando gli sforzi per rafforzare le proprie capacità militari di fronte alle sfide immediate e future”, ha fatto sapere in una nota il Consiglio Ue. “I nuovi progetti abbracciano vari ambiti, tra cui terra, aria, mare, facilitatori strategici e moltiplicatori di forza, strutture di addestramento, nonché tecnologie all’avanguardia come sistemi quantistici e armi a energia diretta”. Uno sguardo verso il futuro ma fatto di conflitti.