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    Elezioni europee, gli exit poll di Olanda e Irlanda parlano chiaro: i sovranisti sono all’angolo

    Credit: AFP
    Di Luca Serafini
    Pubblicato il 25 Mag. 2019 alle 08:42 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:01

    Elezioni europee Irlanda – Due indizi cominciano a fare una prova. Prima sono arrivati gli exit poll in Olanda (qui i dettagli), che danno in netto vantaggio le forze europeiste e che registrano il crollo del sovranista e anti-immigrazione Geert Wilders (alleato di Salvini).

    A 24 ore di distanza, ecco quelli dell’Irlanda (qui tutti i dati). Anche qui, il quadro sembra ben delineato: i partiti europeisti dominano, quelli sovranisti ed euroscettici arrancano. A questo si aggiunge l’exploit dei Verdi.

    Elezioni europee Irlanda | I dati  – Il partito ambientalista, in Irlanda, ha conquistato secondo gli exit pool quasi il 10 per cento a livello nazionale ma, soprattutto, si è imposto come prima forza politica a Dublino.

    Nella capitale infatti i Verdi sono attestati al 23 per cento, quasi 9 punti in più rispetto a Fine Gael, il partito attualmente al governo.

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    Proprio Fine Gael, la forza politica del premier Leo Varadkar e il Fianna Fail di Michael Martin sono invece in testa a livello nazionale, con oltre il 20 per cento dei consensi a testa. E il dato politico è chiaro.

    Fine Gael fa parte del Ppe nel parlamento europeo, mentre Fianna Fail è alleato dei liberali europeisti di Alde. Ciò significa che l’Irlanda ha espresso un voto chiaramente marcato in senso europeista.

    Non mancano nemmeno le controprove: i nazionalisti di sinistra di Sinn Fein hanno perso consensi rispetto alle ultime consultazioni e sono dati dagli exit poll al 12 per cento, un risultato deludente.

    È cosa risaputa che l’Irlanda, al momento, abbia una forte vocazione europeista. Ciò dipende in buona parte dai timori per le conseguenze della Brexit. In Irlanda quasi tutti si augurano che venga trovato l’accordo per una soft Brexit, scenario reso comunque più complesso dalle dimissioni di ieri della premier conservatrice Theresa May (qui il suo discorso dopo le dimissioni).

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    Dublino in ogni caso sulla Brexit ha già preso posizione, affermando di voler rimanere in Unione Europea. Una posizione espressa non solo dal partito di governo Fine Gael, ma anche dalla maggioranza della popolazione, come attestano tutti i sondaggi sul tema.

    Il messaggio delle urne, quindi, difficilmente poteva essere diverso da questo: sì all’Europa, no al sovranismo e alla chiusura delle frontiere.

    Se l’esito irlandese poteva apparire scontato, non lo era affatto quello olandese.

    Qui ad affermarsi sono stati, sempre secondo gli exit poll, i laburisti del PvdA di Timmermans (qui un suo profilo) con il 18 per cento e cinque seggi al parlamento europeo.

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    A seguire, i liberali del VVd, il partito del premier Rutte, con il 14,6 per cento e quattro seggi. Al terzo posto con il 12,5 per cento i cristiano-democratici. Al quarto troviamo gli euroscettici di Forum voor Democratie, con l’11,2 per cento.

    Flop totale per Geert Wilders, alleato di Salvini. Il suo PVV, euroscettico e anti-immigrati, potrebbe non ottenere nemmeno un seggio al parlamento europeo.

    Solo due anni fa, Wilders aveva conteso a Rutte la vittoria nelle elezioni nazionali.

    È evidente come questi primi due risultati, seppur ancora non ufficiali (parliamo di exit poll) segnino comunque un punto politico significativo.

    L’avanzata delle forze sovraniste potrebbe essere molto più contenuta di quello che si pensava.

    Anche i sondaggi, del resto, evidenziavano come negli ultimi mesi i partiti europeisti avessero ripreso quota in molti paesi dell’Ue.

    È probabile, come gli exit poll di Olanda e Irlanda testimoniano, che il prossimo presidente della Commissione europea uscirà nuovamente fuori sulla base di un accordo tra il partito popolare europeo, che dovrebbe essere quello di maggioranza relativa, e il partito socialista.

    Appaiono improbabili degli accordi tra il centrodestra europeo e le forze sovraniste. Uno scenario escluso, in campagna elettorale, anche dallo spitzenkandidat dei popolari Manfred Weber (qui un suo profilo), che ha chiarito di non volersi alleare con i sovranisti, cercando intese solo con liberali e socialisti.

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    Qui una serie di link utili sulle elezioni europee 2019:
    • Quando si vota in Italia
    • Come si vota: la guida al voto
    • Quali sono i documenti da portare al seggio
    • Chi sono i candidati di ogni partito
    • Cosa dicono gli ultimi sondaggi elettorali
    • Quali sono i gruppi politici del Parlamento Ue
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