Il Ddl Spazio passa alla Camera. Urso: “L’Italia indica all’Europa la rotta per lo Spazio”. Protestano le opposizioni
La norma passa ora all'esame del Senato
La Camera dei deputati ha approvato oggi, con 133 sì e 89 no, il Ddl Spazio tra le proteste delle opposizioni. L’esame della norma, che ha rischiato di far litigare Elon Musk e la premier Giorgia Meloni, passa ora al Senato ma le polemiche non sembrano affievolirsi. È la prima norma mai discussa dal Parlamento italiano per regolare le attività economiche al di fuori del nostro Pianeta ma è già diventata un caso politico. Il disegno di legge contenente “Disposizioni in materia di economia dello spazio”, firmato dalla presidente del Consiglio e dal ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso, dovrebbe infatti non solo legiferare in materia di attività spaziali condotte sul nostro suolo o da operatori italiani all’estero ma regolamentare anche l’accesso al cosmo da parte dei privati, uno in particolare.
L’elefante nella stanza, per parafrase un’espressione anglofona, è sempre lui: Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo, membro di fatto dell’amministrazione del presidente statunitense Donald Trump, l’unico a cui risponde, e patron, tra l’altro, di colossi come Tesla, X e Space X, che fornisce il prezioso servizio di comunicazione satellitare Starlink e non solo. Tanto che il gruppo di Alleanza Verdi Sinistra che ha manifestato il proprio dissenso esponendo cartelli con la scritta “Giù la Musk”, in riferimento al patron di Space X, fornitrice del servizio Starlink, e “Il troppo Stroppa”, riferendosi al referente italiano dell’uomo più ricco del mondo.
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Polemiche respinte al mittente dalla maggioranza, secondo cui la norma mira a promuovere l’industria spaziale in Italia e non fare regali a nessuno. “Chi dice queste cose non ha neanche letto la legge, perché è molto più comodo fare polemica”, ha spiegato uno dei relatori di Fratelli d’Italia, Andrea Mascaretti, presidente dell’Intergruppo parlamentare per la Space economy. “Nel momento in cui c’è stato un cambio di paradigma e l’Europa e l’Italia sono rimaste indietro, mentre negli Stati Uniti sono partiti i privati, che sono molto più veloci e liberi, da noi questo non è partito e per farlo bisogna definire delle regole per le quali i privati possono accedere allo spazio”. Soddisfatto anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy e firmatario del Ddl insieme alla premier Meloni, Adolfo Urso: “L’Italia indica all’Europa la rotta per lo Spazio. Siamo il primo Paese a dotarsi di una legge sulla Space economy, che rafforza la nostra sovranità tecnologica e proietta il nostro sistema industriale nel futuro”.
Ma le opposizioni promettono battaglia. “Non diventeremo mai la Mompracem dei nuovi corsari digitali”, ha detto in aula il deputato del Pd, Andrea Casu, spiegando che le proposte dei dem bocciate dalla maggioranza non sono “anti-Musk”. “Non chiediamo nessun dazio contro Starlink. Non chiediamo dazi contro nessuna impresa. Noi chiediamo garanzie per l’utilizzo dei soldi pubblici degli italiani. Non siamo noi a costruire i muri. L’Europa è nata per abbatterli i muri; sappiamo bene da che parte stare, sappiamo bene come ci ricorda il presidente Mattarella che sono i protezionismi a portare i conflitti ed è invece attraverso i mercati aperti che possiamo costruire la pace”. “Dobbiamo ricordare a tutti gli italiani che il Parlamento è il luogo dove si prendono le decisioni nel loro interesse, qui è in gioco l’interesse nazionale e nessun post sui social può comandare il governo e fermare il confronto parlamento italiano. Non può essere un tweet dell’uomo di Musk in Italia ad umiliare l’interesse nazionale”, ha dichiarato Casu, riferendosi alle polemiche del referente di Musk in Italia dopo l’approvazione all’unanimità di due emendamenti dell’opposizione in Commissione attività produttive a tutela della sicurezza nazionale e del ritorno industriale per il sistema-Paese.