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Crisi di governo, Renzi: “Folle voto anticipato, facciamo un esecutivo istituzionale”

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Matteo Renzi, ex premier ed ex segretario del Pd. Credit: Afp/Andrea Ronchini/NurPhoto

L'ex premier spiega la sua posizione e apre al voto sul taglio dei parlamentari voluto dal M5S. Stoccata al Pd di Zingaretti: "Sono pronti a dare il potere a Salvini per 5 anni"

L’ex premier Matteo Renzi ha spiegato qual è la sua posizione sulla crisi di governo in atto e su come uscirne: no a elezioni anticipate in autunno, sì a un governo istituzionale. Senza mancare di lanciare una frecciata al segretario del Pd, Nicola Zingaretti (qui le ultime notizie sulla crisi di governo).

S&D

“Andremo in Senato e ci confronteremo. Qui è in gioco l’Italia, non le correnti dei partiti. Chiederò di parlare e dirò che votare subito è folle“, ha osservato Renzi in una lunga intervista a Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera.

“Faccio un appello a tutti. Dalla Lega ai 5 Stelle, da Forza Italia alla sinistra radicale, dalle Autonomie ai sovranisti fino ai gruppi parlamentari del Pd, della cui tenuta non dubito. A tutti. Ci vuole un governo istituzionale che permetta agli italiani di votare il referendum sulla riduzione dei parlamentari, che eviti l’aumento dell’Iva, che gestisca le elezioni senza strumentalizzazioni”, dice l’ex presidente del Consiglio. “Penso che quando Mattarella inizierà le consultazioni una parte dei parlamentari dovrà aver già espresso la propria adesione a questo disegno. Così il presidente potrà valutare l’eventuale incarico a un premier autorevole. A lui toccheranno le scelte: noi dobbiamo consegnargli una ipotesi concreta”.

Una posizione diversa, dunque, rispetto al leader del suo partito, Zingaretti, che nei giorni scorsi si è espresso in favore di elezioni anticipate. Renzi commenta così: “Nell’ultima settimana sono stato attaccato più volte dai membri della segreteria. Leggo che il gruppo dirigente vorrebbe votare subito perché almeno si cambiano i parlamentari renziani: sono pronti a dare cinque anni di governo a Salvini pur di prendersi i gruppi parlamentari d’opposizione. Nobile motivazione, per carità, ma riduttiva. Stanno ancora una volta attaccando il Matteo sbagliato. Zingaretti dice: Renzi ci dia una mano. Accolgo volentieri l’appello, ma per me la mano va data al Paese più che alla Ditta”.

L’ex premier spiega la sua contrarietà al voto anticipato con tre argomenti. Il primo: “Evitare l’aumento dell’Iva”. Il secondo: “Salvini e Conte, da ministro e premier, non possono essere i garanti elettorali se candidati alle elezioni”. Il terzo: consentire agli italiani di esprimersi sul taglio dei parlamentari voluto dal M5S.

“Considero la riduzione dei parlamentari una riforma incompleta e demagogica”, precisa Renzi. “La nostra riforma modificava il bicameralismo, garantiva efficienza, assicurava stabilità. Tuttavia i cittadini hanno deciso, noi abbiamo perso e io mi inchino davanti alla democrazia. Oggi la cosa è semplice: i 5 Stelle hanno scommesso molto su questa riforma. A me non piace. Ma devo ammettere che hanno ragione loro quando dicono che sarebbe un assurdo fermarsi adesso, a un passo dal traguardo. Si voti in Aula in quarta lettura e si vada al referendum: siano gli italiani a decidere”.

“Diranno che volete allungare il brodo per non mollare le poltrone”, gli fa notare Maria Teresa Meli: “Votare a novembre con mille parlamentari è più comodo per salvare le poltrone che votare dopo la riduzione. Facciamo politica, non populismo. Qui non stiamo tutelando qualche poltrona, ma i risparmi e le regole”, risponde Renzi.

Per evitare l’aumento dell’Iva, sottolinea l’ex premier, “vanno trovati 23 miliardi di euro”. “Perché un commerciante deve pagare la recessione che l’aumento dell’Iva comporterà? Che colpa ne ha quel commerciante se Salvini si è stancato di Toninelli? Che Toninelli sia incapace noi lo diciamo da anni. Salvini se ne è accorto solo adesso? Prima togliamo le clausole e poi si vota”.

Si rischia una manovra lacrime e sangue? “No”, assicura Renzi. “Presenteremo in Senato le misure che evitino l’aumento dell’Iva, ne ho già parlato con i miei. Essere opposizione non significa solo dire no, ma fare proposte concrete”.

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