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Cos’è il taglio di 345 parlamentari di cui Di Maio parla con insistenza

Immagine di copertina

Cos'è il taglio di 345 parlamentari di cui Di Maio parla con insistenza

Cos’è il taglio di 345 parlamentari di cui Di Maio parla con insistenza

Luigi Di Maio insiste con il “tormentone” che va avanti da giorni: la legislatura non può concludersi prima che venga portato a termine il taglio di 345 parlamentari. “Salvini, non è così difficile! Vinci la paura, supera le pressioni di Berlusconi e dei tuoi alleati. Fai un atto di coraggio, se il coraggio di cambiare ce l’hai veramente. E poi decideranno gli italiani con il loro voto”, scrive Di Maio su Facebook, pubblicando una foto in cui dà del falso all’ex alleato. 

S&D

“Nessun problema ad andare al voto. Anzi, dopo quel che è successo ci corriamo alle urne”, spiega di Maio, dicendo che però vuole andare a votare un Parlamento con 345 poltrone in meno.

“Ogni parlamentare di media prende tra i 12 e i 15 mila euro al mese. Praticamente lo stipendio che una persona normale guadagna in un anno. Solo che i comuni mortali devono pagarci sopra pure le tasse, mentre i parlamentari nemmeno quelle. Ci rendiamo conto?”, si chiede l’ancora per poco ministro dello Sviluppo economico.

E ancora: “Con 345 maxi-stipendi in meno, con 345 politicanti in meno che ingolfano il Paese. Sono un esercito di privilegiati (a cui noi infatti stavamo anche per tagliare gli stipendi) come non ce l’ha nessuno in Europa. Ecco perché per fare una riforma in Italia, a volte, si impiegano anche anni”.

Per Di Maio è urgente portare a casa la riforma costituzionale, per risparmiare mezzo miliardo di euro, da destinare a strade, ospedali, ristrutturazione di immobili abbandonati.

Nella giornata del 13 agosto, arriva la replica di Salvini dai banchi del Senato:

“Sono arrivate alcune proposte. Le raccolgo. Ho sentito l’amico e collega Luigi di Maio ribadire di votare il taglio dei parlamentari e andare al voto. Rilancio: tagliamo 345 parlamentari subito e poi si va subito al voto. Noi ci siamo. Affare fatto. Andiamo a votare. Tagliamo la settimana prossima 345 parlamentari. Non chiediamo di meglio”, ha detto Salvini.

Ma cos’è questa legge di cui parla Di Maio?

Ddl costituzionale | L’iter del taglio di 345 parlamentari

Il 9 settembre arriva alla Camera dei deputati per la quarta lettura il disegno di legge costituzionale sul taglio dei 345 parlamentari. Prima della pausa estiva, l’11 luglio, Palazzo Madama aveva dato il via libera in terza lettura con 180 sì alla riforma. A votare a favore sono stati Lega, Fratelli d’Italia e Fratelli d’Italia.

Dal momento che si tratta di un disegno di legge costituzionale, il testo sul taglio dei 345 parlamentari ha bisogno di una quarta votazione alla Camera per l’approvazione definitiva, prevista appunto per il 9 settembre.

L’articolo 138 della Costituzione italiana prevede che le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali siano adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi.

Le leggi costituzionali devono essere approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione.

Le leggi di revisione costituzionale possono essere sottoposte a referendum popolare entro 3 mesi dalla pubblicazione.

Per procedere con il referendum è necessario che ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.

Non è possibile ricorrere al referendum se la legge è stata approvata nella seconda votazione da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti.

• Queste le tappe:

Senato prima deliberazione: 7 febbraio 2019 (qui le info)

Camera prima deliberazione: 9 maggio 2019 (qui le info)

Senato seconda deliberazione: 11 luglio 2019 (qui le info)

Camera prima deliberazione: prevista per settembre 2019 (se le camere non verranno sciolte prima)

Taglio parlamentari | Cosa prevede il ddl costituzionale

Il ddl costituzionale n. 214-515-805-B prevede un taglio dei parlamentari, che diventerebbero 400 alla Camera e 200 al Senato. Il ddl, a firma dei senatori Quagliarello, Calderoli, Perilli, Patuanelli e Romeo, introduce modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari

Si tratta dell’ottavo tentativo dal 1983 di tagliare il numero dei parlamentari. Prima del 2019, una simile riforma era stata avanzata nel 2016, quando il taglio dei parlamentari era stato inserito nella riforma costituzionale di Matteo Renzi bocciata dal referendum popolare del 4 dicembre.

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