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Home » Politica

Conte vs Grillo: chi sta con chi nel Movimento 5 Stelle

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La frattura tra il fondatore del M5S Beppe Grillo e colui che era stato designato come leader in pectore del movimento Giuseppe Conte sembra ormai insanabile e ad oggi è difficile prevedere cosa accadrà alla formazione politica che, attualmente, è il primo partito per numero di parlamentari ed è quindi una forza molto importante della maggioranza di governo (qui gli scenari possibili).

Molti in queste ore si stanno chiedendo quanti sono gli esponenti pentastellati che sostengono l’ex premier e quanti quelli più vicini alle posizioni del garante del movimento. Alcune indicazioni sono già arrivate nella giornata di oggi, 30 giugno, e altre arriveranno in queste ore dal momento che è attualmente in corso l’assemblea dei deputati M5s.

Secondo quanto trapelato finora fonti qualificate dei 5S, citati dall’agenzia Agi, sono circa 120 i parlamentari M5s che seguiranno Giuseppe Conte se l’ex premier decidesse di provare a costruire un nuovo soggetto politico subito, prima che si metta ai voti, come chiesto da Beppe Grillo, la formazione del nuovo comitato direttivo.

I senatori M5S compatti con Conte. Taverna: “Statuto pronto per essere votato”

Al Senato il gruppo M5S durante l’assemblea si è schierato compatto con Conte, senza nulla disconoscere al ruolo e all’attaccamento al Garante Beppe Grillo. A prendere posizione apertamente è stata la senatrice M5S Paola Taverna che su Facebook ha parlato di “un progetto pronto, che doveva solo essere votato“. L’esponente della prima ora ha sottolineato: “Credo che sia doveroso consentire ai nostri iscritti di esprimersi su questo progetto e quindi sul futuro del Movimento”.

“La democrazia diretta è un principio fondamentale, che non è sufficiente affermare o brandire, ma di cui deve essere garantito un esercizio reale e pieno”, ha aggiunto la senatrice pentastellata. Il futuro del Movimento deve essere deciso dal Movimento”.

Situazione intricata alla Camera. Azzolina: “Rottamiamo cone Renzi?”

Alla Camera, invece, la situazione è più complessa. Se votata e approvata la nuova guida a cinque, con il possibile ingresso di personalità come Stefano Buffagni, Dino Giarrusso, e Nicola Morra si opterebbe per il fronte del garante e Conte perderebbe numeri.

L’ex ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina durante l’assemblea dei deputati M5s avrebbe dichiarato: “C’è smarrimento, preoccupazione, ma siamo chiamati a dare risposte, innanzitutto a chi ci ha votato. E dobbiamo essere coerenti con il lavoro fatto. Conte lo abbiamo scelto noi, due volte. Lo stimavamo e lo stimiamo”.

“Lui ha portato i 209 miliardi in Italia. Nel Conte 2 abbiamo lavorato tutti moltissimo. Penso a Luigi Di Maio e penso a tutti gli altri. Che facciamo? Rottamiamo le persone come fa Renzi?”, avrebbe aggiunto. “Sappiamo di avere bisogno di una nuova organizzazione per crescere. Oggi cos’è M5s? Non può essere più solo quello delle origini. Ci chiedono soluzioni, non solo proteste. Dobbiamo essere decisi nel metodo, chiari e credibili nel merito. Credo sarebbe opportuno vedere lo Statuto per avere consapevolezza e poi decidere”, avrebbe detto ancora.

Lombardi: “Pronta dimettermi, da Grillo metodo padronale”

Roberta Lombardi, membro del Comitato di garanzia dei 5S, ha sottolineato che quello adottato da Beppe Grillo sul M5s sarebbe “un metodo padronale“. Lombardi si dice pronta a lasciare l’organo interno del Movimento. “Un processo riorganizzativo interno, imposto dal Garante contro l’esito del percorso partecipato degli Stati Generali, che è stato lungo quattro mesi proprio per cercare d’incorporare nella riorganizzazione quanto emerso dal documento d’indirizzo finale, viene ora bloccato ed etichettato come un partito unipersonale proprio da chi, dietro il paravento della ‘democrazia diretta’, sta adottando un metodo padronale per cambiare il processo decisionale collettivo in atto e ha sempre avallato all’interno del M5S il perpetrarsi della ‘diarchia’, nelle sue diverse formule e composizioni di questi anni”, si legge nel post Fb di Lombardi.

“Una presa in giro che offende l’intelligenza e l’onestà intellettuale di quanti stanno seguendo in queste ore il dibattito interno al M5S, mortifica l’impegno di tutti quegli attivisti e quei cittadini che hanno preso parte agli Stati Generali, svilisce il grande lavoro e sacrificio di Vito Crimi che ci ha portati fin qui, trasgredirebbe ogni buon senso con il ritorno al voto sulla piattaforma Rousseau che negli ultimi mesi da strumento informatico si è trasformato in soggetto politico che ha condotto un’Opa ostile al M5S, addirittura trattenendo illegittimamente i dati dei suoi iscritti, e depenna il leader in pectore, Giuseppe Conte, che per conto del M5S ha formato due governi e in rappresentanza di tutta l’Italia ha condotto, in piena pandemia, trattative internazionali come quella in Ue per i fondi del Recovery Fund e che ora avrebbe dovuto garantire la conclusione del percorso avviato con gli Stati Generali”, continua Lombardi.

L’esponente pentastellata conclude: “Ho sempre confidato nella capacità di dialogo e lungimiranza che anche nei momenti più bui della nostra storia ci ha sempre permesso di trovare la sintesi. Se stavolta non fosse possibile dovrò dare le mie dimissioni con effetto immediato da membro del Comitato di Garanzia e riconsiderare la mia permanenza nel M5S”.

Leggi anche: Retroscena TPI – Grillo ai suoi: “Conte? Acqua passata”. E non teme la scissione

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