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Lo “ius soli” negato ai nuovi italiani e lo “ius soldi” regalato illecitamente a Suarez

Immagine di copertina
Luis Suarez. Credit: Creative Commons

“Non spiccica una parola d’Italiano, ma dategli questo B1!”. Ovvero: esame tarocco e domande preparate, per Luisito Suarez – già noto come il cannibale per un celebre morso rifilato a Giorgio Chiellini durante una partita della Nazionale  – che i professori dell’Universitá di Perugia, intercettati, guardavano con un particolare occhio di benevolenza. E per un motivo molto semplice: quell’esame di cittadinanza era il requisito minimo per poter diventare italiano, e quindi per essere arruolato nella Juventus, che aveva già superato il limite di giocatori non comunitari che poteva tesserare.

Se Suarez voleva diventare bianconero doveva necessariamente superare quell’esame. I professori dicevano: “Vuoi fermare uno che guadagna 10 milioni di euro l’anno?”. Non sia mai. Questa vicenda, che giustamente indigna i tifosi di calcio, tuttavia, dovrebbe indignare tutti gli italiani per lo schiaffo che rappresenta rispetto alle speranze dei “nuovi italiani”. Che sono nati in Italia, cresciuti nelle scuole, nei quartieri italiani, ma che devono ancora girare con il permesso di soggiorno su cui c’è scritto il nome di un paese in cui spesso non sono mai stati. Come se fosse una certificazione dei loro diritti negati.

A Suarez “che coniuga i verbi all’infinito” questo esame va fatto fare di corsa, e magari facendogli studiare le domande prima. Mentre agli italiani che sono figli di cittadini extracomunitari bisogna mettere davanti barriere e paletti di ogni tipo, il grande eterno ostacolo della nostra burocrazia imbrogliona, che poi è un altro modo italiano per violare la legge.

A loro, che avrebbero diritto allo “ius soli”, con una nuova legge, si risponde sempre di no, perché nessuno ha il coraggio di prendere in mano questa battaglia di civiltà e farne una bandiera politica. Mentre al simpatico Luisito Suarez che “non sa nemmeno una parola, ma tanto non lo bocciamo – e che nel dubbio si è già dirottato verso Madrid – ponti d’oro e domande di comodo. È un nuovo diritto fatto su misura, un diritto ad personam in un paese in cui allo Stato di diritto si sostituisce la legge del più forte: lo “ius soldi”.

Leggi anche: Il caso Suarez ci dice che in Italia gli immigrati ricchi si accolgono e quelli poveri si odiano

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