Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 18:43
Pirelli Summer Promo
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Opinioni

“Ebreo”: gli insulti dei leghisti a Gad Lerner rivelano l’abisso culturale di milioni di italiani

Immagine di copertina
Il giornalista Gad Lerner. Credit: Miguel MEDINA / AFP

Se davvero vogliamo fermare Salvini e la sua propaganda dell'orrore, non combattiamo le urla delle bestie ma il silenzio assordante che le ha generate

Gad Lerner e gli insulti dei leghisti che rivelano l’abisso culturale degli italiani

Dal “Mattarella mi fa schifo” ai pugni alle telecamere fino alla bambina di Bibbiano sul palco, in meno di 24 ore, al raduno nazionale della Lega a Pontida, il popolo di Salvini è riuscito a toccare alcuni dei momenti più bassi e bui della storia recente della politica italiana. Ma ce n’è uno che non può essere derubricato a mero episodio di odio e rabbia sociale: quella parola, “ebreo”, ripetuta ossessivamente da decine di militanti leghisti sul prato di Pontida al passaggio del giornalista Gad Lerner.

S&D

Senza aggettivi né avverbi. Come se quelle cinque lettere, da sole, potessero rappresentare un insulto nella testa di qualche risorsa salviniana con troppa birra in corpo e pochi libri in testa. Il tutto senza che Matteo Salvini si sia mai dissociato o abbia chiesto scusa al giornalista. “Non sei italiano. Sei ebreo”, si sente distintamente pronunciare nel video della vergogna.

Se ci pensate, in questa frase si ritrovano concentrati, uno dopo l’altro, tutti i tratti distintivi del sovranismo: il razzismo, la xenofobia, l’ignoranza strisciante, l’assenza di ogni logica reale o apparente. In fondo, non è neppure l’antisemitismo a mettere paura (quella è quasi una conseguenza), bensì l’abisso culturale che lo ha generato.

Prendete lui, Gad Lerner. Nella testa di un leghista medio, è fondamentalmente tre cose: giornalista, di sinistra (più spesso “comunista”) ed ebreo. Bastano queste tre caratteristiche a renderlo all’istante il nemico numero uno di Salvini e della Lega. Ma chiunque conosca anche per sommi capi la sua storia sa che è molto più di questo. E molto più interessante, profonda e complessa.

Gad Lerner è nato a Beirut, in Libano, 65 anni fa, da una famiglia ebraica che si era stabilita in Palestina sin dalla fondazione dello Stato di Israele. Il padre, Moshé, è nato e cresciuto in un kibbutz di Haifa da genitori galiziani originari di Drohobyc (nell’attuale Ucraina, all’epoca parte dell’Impero Austro-ungarico), mentre la madre israeliana è cresciuta in Libano con la famiglia, in un ambiente animato da un ricco mercante turco e dalla figlia di intellettuali lituani.

A tre anni Gad si è trasferito con i genitori a Milano, dove per trent’anni è stato apolide in attesa della cittadinanza italiana, che gli viene riconosciuta solo nel 1986. In un uomo solo convivono sangue israeliano e ucraino, natali libanesi, radici ebraiche, cuore palestinese, storia e passaporto italiani, influenze turche e lituane. E fede interista.

Ora, mettetevi per un attimo nei panni di un elettore medio di Salvini, un leghista padano che nella sua vita non ha mai viaggiato più in là della Brianza e per cui l’Europa comincia e finisce a Orio al Serio. E, a un certo punto, si ritrova di fronte uno come Gad Lerner. Il minimo che possa accadere è che gli vomiti contro “ebreo”, convinto probabilmente che l’Ebreia sia una nazione esotica covo di migranti e terroristi, anche se di preciso non la sa collocare sulla cartina.

Perché, in fondo, prima ancora dello squadrismo e del razzismo, persino prima dell’antisemitismo, il problema vero oggi in Italia è il baratro culturale in cui sguazzano orgogliosamente milioni di persone votanti che non viaggiano, non conoscono, non si informano, sono istintivamente spaventate da vite, lingue e culture diverse, da quello che non possono vedere e da chiunque non riescono a etichettare.

Non hanno paura di Gad ma di quello che rappresenta, della meravigliosa miscela multiculturale che incarna. Se davvero vogliamo fermare Salvini e la sua propaganda dell’orrore, non combattiamo le urla delle bestie ma il silenzio assordante che le ha generate. E il sovranismo magicamente morirà di inedia e di stenti. Insieme a chi lo ha cavalcato.

Raduno di Pontida, i militanti della Lega contro Gad Lerner: “Ebreo, massone, pezzo di mer**”
Le 3 cose che non avremmo voluto vedere a Pontida (di G. Cavalli)
Gad Lerner, la pesante frecciata a Matteo Salvini dopo gli insulti dei leghisti a Pontida
Salvini attacca Gad Lerner dopo gli insulti subiti dal giornalista a Pontida: “Non è un giornalista”
Classifica dei popoli più ignoranti: l’Italia è prima in Europa
Ti potrebbe interessare
Opinioni / I censuRAI dello Stato
Opinioni / Il cardinale Zuppi e Fabrizio Barca: “Mettere insieme giustizia sociale e ambientale”
Opinioni / Nel Governo di Giorgia Meloni ci sono gli stessi disvalori del Fascismo
Ti potrebbe interessare
Opinioni / I censuRAI dello Stato
Opinioni / Il cardinale Zuppi e Fabrizio Barca: “Mettere insieme giustizia sociale e ambientale”
Opinioni / Nel Governo di Giorgia Meloni ci sono gli stessi disvalori del Fascismo
Opinioni / Noi giovani e la politica, tra apatia e grandi battaglie (di G. Brizio)
Esteri / Di chi è il Medio Oriente? I limiti di Washington e il campo minato delle grandi potenze mondiali (di G. Gambino)
Opinioni / Le Europee saranno le prime elezioni a ridefinire il ruolo dell’Ue nel mondo (di S. Mentana)
Opinioni / Campo rotto: salvate i soldati Conte & Schlein
Esteri / Erdogan non è imbattibile: ma il futuro del leader turco e dell’Akp è ancora tutto da scrivere
Opinioni / L'Europa corre ciecamente verso la guerra (di R. Parodi)
Opinioni / La boutade di Macron sull’Ucraina e l’Ue che deve imparare a difendersi da sola (di S. Mentana)