Falle nella sicurezza Facebook, l’ex consulente di Cambridge Analytica: “Cambiare password? Inutile”
Secondo Christopher Wylie, che ha svelato lo scandalo di Cambridge Analytica, l'Italia è un paese vulnerabile agli attacchi
“L’Italia è vulnerabile agli attacchi informatici e alle manipolazioni”. L’allarme arriva da Christopher Wylie, l’analista che ha fatto scoppiare lo scandalo Cambridge Analytica grazie alle sue rivelazioni. Come difendersi? “Cambiare le password non serve a nulla, sono le aziende che sfruttano i nostri dati a doverli proteggere”.
A pochi giorni dalla violazione di 50 milioni di account Facebook, in una falla della sicurezza che ha coinvolto almeno 90 milioni di utenti come ammesso dalla società californiana, l’ex analista di Cambridge Analytica parla della situazione italiana in un’intervista al Corriere della Sera.
“Abbiamo visto come le teorie complottiste abbiano preso piede in Italia – spiega il 29enne canadese – e l’interesse mostrato dallo stratega sovranista Steve Bannon, per il vostro Paese. Questi sono segnali che mostrano come l’Italia sia vulnerabile”.
L’ex consulente di Trump ha scelto l’Italia per lanciare il suo progetto politico “The movement”, che ha lo scopo di fare da collante ai movimenti di destra e anti-establishement in tutta Europa in vista delle elezioni europee. A settembre Bannon aveva elogiato il governo M5s-Lega: “Voi siete il centro politico, il laboratorio”.
Wylie è poi tornato sulla protezione dei dati di Facebook. “Cambiare le password per proteggere i propri account non serve a nulla. Sarebbe come chiedere ai passeggeri di un aereo che si sta schiantando di allacciarsi le cinture di sicurezza”.
“Dobbiamo chiederci perché queste società si disinteressino della privacy dei loro utenti, pur traendo profitti enormi dai loro dati tutti i giorni. Ottenute semplici informazioni personali, manipolare la loro opinione è facile”.
Secondo Wylie, per cambiare la mentalità delle aziende è necessario che ci siano altri ingegneri e consulenti che denuncino le pratiche scorrette, come ha fatto lui con Cambridge Analytica. “Se vedi qualcosa di illegale o non etico, denunciarlo è un dovere. Certo, posso dire per esperienza come non sia facile”.