Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 11:25
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

I primi aiuti turchi per Gaza sono arrivati al porto israeliano di Ashdod

Immagine di copertina

In seguito alla firma dell'accordo del 27 giugno, la Turchia può consegnare aiuti alla popolazione palestinese nella Striscia di Gaza

L’ultima volta che aiuti umanitari turchi hanno provato a raggiungere Gaza, nel 2010, dieci attivisti avevano perso la vita. Si trovavano a bordo della Mavi Marmara, parte della Gaza Freedom Flotilla, che era stata assaltata dalle forze armate israeliane che intendevano bloccarli a qualunque costo. L’incidente causò una rottura difficile da sanare tra Ankara e Tel Aviv, ma nel corso degli ultimi mesi qualcosa è cambiato e il 27 giugno Turchia e Israele hanno firmato un accordo per la normalizzazione dei loro rapporti.

Questo accordo consente alla Turchia di mandare aiuti a Gaza e di realizzare progetti infrastrutturali nella striscia. Così, domenica 3 luglio 2016, la nave Lady Leyla, battente bandiera panamense e con a bordo 11mila tonnellate di derrate alimentari, abiti e giochi provenienti dalla Turchia, è approdata al porto israeliano di Ashdod.

Da lì, gli aiuti verranno trasportati via terra verso Gaza dove dovrebbero arrivare in tempo per i festeggiamenti che segnano la fine del mese sacro di Ramadan, l’Eid al-Fitr, che si celebra il 5 luglio.

Il primo ministro turco Binali Yildirim ha riferito che Israele ha accettato di pagare circa 18 milioni di euro come risarcimento per l’uccisione dei dieci cittadini turchi, e le relazioni sembrano destinate a ricomporsi davvero, se non altro perché gli interessi strategici ed economici di Ankara e Tel Aviv in questo momento coincidono.

Tuttavia – e malgrado le Nazioni Unite abbiano più volte levato critiche in merito –, Israele non intende mettere fine al blocco di Gaza perché lo ritiene necessario a evitare che Hamas riceva materiale militare.

Hamas controlla la striscia da ormai dieci anni, da quando ha vinto le elezioni ed espulso la rivale Fatah, sfuggendo di fatto all’Autorità Palestinese.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Trump fa causa alla BBC per diffamazione e chiede un risarcimento da 10 miliardi di dollari
Esteri / Ucraina, dopo Berlino Trump è ottimista: “Mai così vicini alla pace”. Ma resta il nodo Donbass con la Russia
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Ti potrebbe interessare
Esteri / Trump fa causa alla BBC per diffamazione e chiede un risarcimento da 10 miliardi di dollari
Esteri / Ucraina, dopo Berlino Trump è ottimista: “Mai così vicini alla pace”. Ma resta il nodo Donbass con la Russia
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno