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Il premier libico Sarraj e il generale Haftar hanno raggiunto un accordo sul futuro della Libia

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L'iniziativa francese ha ottenuto il plauso del governo italiano, che da anni è impegnato a riportare la pace nella sua ex colonia nordafricana

Il generale libico Khalifa Haftar, uomo forte del governo che controlla la Cirenaica, in Libia orientale e Fayez al-Sarraj, a capo del governo internazionalmente riconosciuto di Tripoli, si sono incontrati in Francia, alla presenza del presidente Emmanuel Macron.

S&D

L’incontro si è tenuto alle 16:45 presso il castello di La Celle Saint Cloud, alle porte di Parigi.

“Oggi la causa della pace in Libia ha fatto un  grande progresso. Voglio ringraziarvi per gli sforzi fatti”, ha detto il presidente Emmanuel Macron, annunciando che il presidente del Consiglio presidenziale di Tripoli Fayez al-Sarraj e il comandante dell’Esercito nazionale libico Khalifa Haftar hanno adottato la dichiarazione congiunta sul futuro del paese, che prevede il cessate il fuoco ed elezioni la prossima primavera, nel marzo 2018.

“Oggi vi siete impegnati a rinunciare alla lotta armata, tranne quella che riguarda i gruppi terroristici, lavorerete per elezioni presidenziali e parlamentari. Tramite questo cammino la pace e la riconciliazione nazionale potranno essere ricostruite” ha dichiarato ancora Macron.

“Ci impegniamo ad un cessate il fuoco e ad astenerci da qualsiasi uso della forza armata per scopi diversi dalla lotta al terrorismo”, si può leggere nella bozza di dichiarazione diffusa dopo il primo incontro tra i due uomini forti libici. “La sfida è costruire uno stato capace di rispondere ai bisogni fondamentali dei libici, dotato di un esercito regolare unificato sotto l’autorità del potere civile”.

Sarraj e Haftar, sotto la supervisione delle Nazioni Unite, si sono quindi impegnati a lavorare insieme per indire le elezioni nel paese al più presto possibile. Il progetto di dichiarazione è il risultato di negoziati tra vari emissari delle fazioni libiche e i funzionari francesi.

L’iniziativa dell’Eliseo inizialmente non è piaciuta al governo italiano che da anni è impegnato a riportare la pace nella sua ex colonia nordafricana e tuttora sopporta il peso delle migliaia di migranti che dalla Libia attraversano il canale di Sicilia per raggiungere il vecchio continente.

Il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha comunque lodato lo sforzo diplomatico francese, confermando però il sostegno del governo di Roma all’inviato dell’Onu Ghassan Salamé.

Ci sono troppi formati aperti in Libia, troppi mediatori, troppe iniziative, dal Golfo all’Egitto, dall’Algeria alla Tunisia, dall’Unione europea agli interessi dei singoli stati membri: è necessario unificare gli sforzi e concentrarli su Salamé, se ognuno dovesse andare per i fatti suoi finiremmo per delegittimarlo”, ha detto Alfano in un’intervista al quotidiano La Stampa.

“Noi guardiamo con favore le iniziative che favoriscono il dialogo e dunque anche quella francese”, ha aggiunto il ministro.

I tentativi di ricomporre il quadro libico sono stati in passato frustrati dalle divisioni interne alle fazioni libiche, composte da una miriade di gruppi armati concorrenti che hanno cominciato a operare nel paese dopo la caduta del dittatore libico Muammar Gheddafi nel 2011.

Non solo i governi europei sono interessati alla situazione in Libia. Le potenze regionali locali sono infatti coinvolte nel conflitto, appoggiando le diverse parti impegnate sul campo. Al-Sarraj è sostenuto da numerose milizie nell’ovest del paese, compresi alcuni gruppi islamisti sostenuti dalla Turchia e dal Qatar.

Egitto ed Emirati Arabi Uniti appoggiano invece il governo di Tobruk, di cui il generale Haftar rappresenta il braccio militare.

Secondo i diplomatici occidentali e del Medio Oriente, non ci sarà pace nel paese nord-africano senza un coinvolgimento del generale libico che aveva servito sotto il precedente regime di Muammar Gheddafi.

Attualmente, il generale Haftar è riuscito ad allontanare tutti i gruppi jihadisti dalla città di Bengasi e ha iniziato a lanciare l’attacco contro la città di Derna, in mano a gruppi islamisti.

“Non so se questo summit sarà molto di più di una photo opportunity per Macron”, ha commentato Mattia Toaldo, esperto di Libia presso l’European Council on Foreign Relations di Londra.

“L’Italia non deve avere complessi di inferiorità verso la Francia sulla Libia”, ha aggiunto Toaldo. “Noi abbiamo l’ambasciata aperta, noi abbiamo un rapporto con Haftar che dura da più tempo, noi negoziamo anche con gli attori locali”, ha puntualizzato l’esperto. “La Francia parte da diversi goal sotto zero”.

– LEGGI ANCHEIl premier libico Sarraj e il generale Haftar hanno trovato un’intesa, elezioni entro marzo 2018

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