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Usa, 45 senatori repubblicani si oppongono all’impeachment contro Trump: “È incostituzionale”

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Usa, 45 repubblicani si oppongono all’impeachment contro Trump in Senato

Dopo che la Camera ha trasmesso in Senato gli atti dell’impeachment contro Trump, la strada del processo all’ex presidente sembra in salita. Secondo il Washington Post, infatti, 45 dei 50 senatori repubblicani della Camera alta sarebbero pronti a sostenere l’ex presidente e non votare a favore dello stato d’accusa. Sono gli stessi che ieri hanno appoggiato la mozione presentata dall’esponente del Gop Rand Paul sull’incostituzionalità dell’impeachment.

Impeachment contro Trump in Senato: la mozione di incostituzionalità

Il senatore è convinto che non si possa mettere in stato d’accusa un presidente o qualsiasi funzionario pubblico quando non è più in carica. “L’impeachment è stato progettato per rimuovere un funzionario da una carica pubblica”, ha dichiarato dopo il voto il senatore della West Virginia Shelley Moore Capito. “La Costituzione non dà al Congresso il potere di mettere sotto accusa un privato cittadino”.

Ma per i dem l’argomentazione non sta in piedi: la Costituzione non si esprime sulla possibilità che un presidente venga processato anche dopo lo scadere del suo mandato, e non pone limiti temporali all’avvio del procedimento, che teoricamente potrebbe riguardare anche azioni compiute negli ultimi giorni della presidenza. I democratici fanno riferimento al caso di un segretario di gabinetto che nel 19esimo secolo fu processato dopo le dimissioni.

In Senato mancano i numeri

Per ora la mozione d’incostituzionalità è stata respinta perché cinque repubblicani – tra cui Mitt Romney e Susan Collins del Maine – hanno espresso il proprio voto contrario, ma per il processo d’impeachment non basta la maggioranza relativa. Affinché la messa in stato d’accusa di Trump venga approvata, servono 67 voti, ovvero i due terzi del totale dei 100 seggi della Camera alta. Significa che i 50 dem dovrebbero portare almeno 17 senatori dalla loro parte.

E intanto anche i trumpiani come il leader della maggioranza in Senato Mitch Mc Connel che hanno riconosciuto le gravi responsabilità dell’ex presidente nel provocare l’attacco in Campidoglio, ieri hanno approvato la mozione di incostituzionalità. Il processo che accusa Trump di avere “istigato l’insurrezione” di centinaia di sostenitori il 6 gennaio scorso non dovrebbe iniziare prima del 9 febbraio in Senato. Ma per i repubblicani di Rand Paul è “dead on arrival”, morto in partenza.

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